27 settembre 2017

BATIK - BATHIK

Batik (Bathik) - parola malese che deriva dalle parole indonesiane amba col significato di scrivere (per estensione disegnare) e titik che indica punto, punteggiare, goccia.

1. Procedimento di decorazione di tessuti, cuoio, carta.

2. Tipo di tecnica di colorazione per inscrivere nel colore un disegno nel tessuto che si ottiene, nella pratica moderna, mediante stampa per riserva (che prevede un passaggio per ogni tinta) o facendo il disegno direttamente sulla stoffa e coprendo di cera per prima le parti che devono rimanere più chiare; la cera viene quindi asportata con bagni di benzina. Il disegno risulta chiaro su fondo scuro con le relative screpolature e sbavature. Le stampe si usano per uno stile folk o etnico.

La tecnica antica - Si è perso nella notte dei tempi il magico momento in cui un uomo si accorse che l'indigofera (genere di piante) poteva tingere l'acqua di un bel blu profondo e scuro. E che la pezza di cotone immersa nell'acqua e poi lasciata ad asciugare tratteneva quel colore. Da allora molti popoli avevano usato i colori vegetali e avevano scoperto che la tintura si manteneva integra sul tessuto e non scoloriva al lavaggio o al sole, solamente se il bagno di colore veniva dato più volte in brevi e susseguenti immersioni a freddo, e poi il tessuto lasciato al sole in lunga esposizione per l'ossidazione. Così si aveva un tessuto monocromatico. Sorgeva il problema di come disegnare sul colore. Occorreva dunque combinare le immersioni brevi e susseguenti nella tintura con la possibilità di lasciare dei disegni sul tessuto: bisognava cioè agire al negativo, trovare una cortina all'assorbimento del colore là dove si voleva che il segno del disegno risultasse dopo le successive e prolungate immersioni nei bagni di tintura. Si pensò quindi di continuare nella tintura di tutto il tessuto nel colore vegetale, più volte a freddo, coprendo però alcune parti con materiali che impermeabilizzassero il cotone e impedissero in tal modo su quelle parti l'assorbimento del colore: alcuni usarono la pasta di riso, altri la fecola, altri ancora legarono strettamente parti delle pezze con fibre vegetali, e via escogitando. Vi fu infine chi provò a ricoprire con la cera le parti che non si volevano colorare (generalmente si usava quella d'api a cui venivano aggiunte resine diverse, e altri materiali come il grasso di vacca). La cera, con l'aggiunta dei diversi componenti, doveva infatti acquisire la giusta densità, in modo che scaldata permettesse una perfetta "scrittura" sul tessuto, e sufficiente morbidezza per non spaccarsi durante la manipolazione e il processo di tintura. Infatti, ciò che in occidente si pensa proprio del bathik, cioè quell'effetto di piccole linee dato dallo spezzarsi della cera, viene invece per lo più considerato un grave errore, tranne che non sia effetto voluto, e quindi non si sia proceduto manualmente e intenzionalmente a produrre piccole venature nella cera di fondo. Il bathik è appunto questa tecnica, di colorazione dei tessuti in negativo.


Tessuti Batik (fine Ottocento, Surakarta, Giava, Indonesia)
cotone, coloranti naturali, cera
MFA - Museum of Fine Arts di Boston, Stati Uniti d'America



Kain Panjang con motivi di loto da Semarang, 1880

STORIA - Alcuni ritrovamenti archeologici provano come questa tecnica venisse usata in Egitto e Persia ancor prima dell'inizio dell'era cristiana. Nel 70 d.C. Plinio il Vecchio descrive una tecnica usata per colorare i tessuti egizi, simile al processo del batik. Questo metodo di colorazione era certamente usato nel 700 in Cina e alcuni archeologi hanno scoperto in Giappone stoffe cinesi batik risalenti alla dinastia Tang. Quando la tecnica del batik sia entrata a Giava (la più nota delle 13.667 isole che costituiscono l'Indonesia) è molto difficile dire. Le prime tracce del batik giavanese (uno dei più noti per vastità di stili e disegni, per la raffinatezza della tecnica usata, per la cultura da cui nasce e, quindi, per i significati di cui è impregnato) vengono trovate nella letteratura dopo l'avvento della cultura islamica, ed è ormai certo che quest'arte fosse fiorente all'inizio del sec. XVII. Con la tecnica batik vengono colorati tessuti in moltissime regioni del mondo, dall'Africa al Giappone, dalla Cina all'India, da Ceylon al Perù. Questa antica tecnica è riconosciuta dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità (il "Batik Day" si celebra, ogni anno, il 2 ottobre).


Bibliografia 
  • Sergio Feldbauer (curatore) - Bathik. Simboli magici e tradizione femminile a Giava -  ed. Electa, 1988


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