17 novembre 2017

GILÈ (GILET)


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in gilè patchwork
 tessuto Harris Tweed
GILÈ (GILET) - dal francese gilet, e questo dallo spagnolo gileco, jaleco, (ora chaleco) che a sua volta è dal turco jelek; il francesismo è ancora oggi più usato dell'italianissimo gilè.¹ Faceva parte dell'abbigliamento di un personaggio della commedia popolare francese di nome Giles, dal quale, secondo alcuni, deriva il nome.² 

1. Indumento maschile lungo fino alla vita e senza maniche che si indossa sotto la giacca o sopra la camicia. Il gilè può essere monopetto, a doppio petto, incrociato; con collo a scialle, senza collo, con scollatura a V o arrotondata. Il davanti è, generalmente, in stoffa, il dietro, per lo più, in fodera, con due cinturini da stringere in vita.

Il gilet contemporaneo è uno dei pochi capi maschili che una donna può indossare con estrema femminilità.





Può anche essere realizzato in tessuti lucidi e decorati (dalle tinte unite agli scozzesi), in velluto o a maglia o in pelle. È un capo sempre in fase di rivalutazione. È il simbolo della stravaganza stilistica e tecnica, che significa disegni pazzi, tessuti e dimensioni inusuali, cuciture anomale, decorato con spille e bottoni unici (anche diversi l'uno dall'altro), profili di passamaneria e ricami. Stravagante significa indossarlo sul petto nudo, magari con un pareo legato alla vita, rendendolo un capo assolutamente unisex.





Il modello classico è confezionato per lo più con lo stesso tessuto dell'abito sul davanti, mentre la parte posteriore è oggi generalmente costituito da una fodera o in seta o in altro tessuto leggero e può usare una fibbia stringivita; lo scollo è a "V" e ha due piccole tasche a filo ai lati (originariamente servivano per porre oggetti come orologi e accendini), l'allacciatura è frontale con cinque o sei bottoni (l'ultimo si lascia sempre slacciato).




È stato adottato anche dall'abbigliamento femminile, come espressione della imperante moda unisex, diventando un completamento del tailleur (versioni in stile manager realizzati in tessuti gessati) oppure realizzato in differenti tessuti per un abbigliamento informale e disinvolto. 





Francese: gilet; veste - Inglese: waistcoat - Tedesco: Westenjacke - Spagnolo: chaleco; chaqueta


È anche chiamato Panciotto - da pancia.
Indumento senza maniche e con abbottonatura sul davanti che si indossa sopra la camicia e sotto la giacca. Il panciotto risale alla seconda metà del 1600. È arrivato ai giorni nostri con il dorso realizzato in fodera e notevolmente accorciato.

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₁ Anna Canonica Sawina, Dizionario della Moda, Ed.Sugarco, 1994, voce "gilé (o gilet)", p. 122
₂ Mariella Azzali, Dizionario di Costume e Moda, Ed. m.e. architectural book and review, 2015, voce "gilet", p. 421 


STORIA - D'origine persiana, è entrato nella moda maschile alla fine del sec. XVII; originariamente era lungo fino al ginocchio, completamente abbottonato sul davanti, confezionato in tessuto pregiato e aveva le maniche. Nel sec. XVIII diventò più corto, oltrepassando di poco il punto di vita e terminando sul davanti con due punte. Nei corsi dei secoli il gilè ha cambiato spesso forma, perdendo le maniche alla fine del Settecento, acquistando talvolta il colletto e assumendo infine un dorso finto. Nella prima metà dell'Ottocento il panciotto è ricercatissimo, colorato, sovente realizzato con tessuti sontuosi, ricamati oppure ornati da tene per orologi o piccoli bottoni. Sempre nello stesso secolo si scatena anche la moda dei due o tre gilet sovrapposti, quasi per creare una sorta di effetto opulenza.


Gilè o sottomarsina o camisola (1785-95) - Francia
taffetas ricamato in seta e filo metallico su fondo in seta 
con scena di "Didone"
Smithsonian Design Museum - New York, Stati Uniti


Gilè - Stati Uniti, Nord  e Centro America (1843 circa)  
raso di seta con motivi blu.
Philadelphia Museum of Art


2. Con questo termine viene comunemente indicato anche un indumento di lana o nell'abbigliamento sportivo in  tessuti sintetici con leggera imbottitura, simile al gilè di tessuto, senza maniche, con chiusura con lampo o bottoni.


Rames Gaiba

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