“Fili Moda”
La rivista “Fili”, della casa editrice Domus di proprietà dell'editore Gianni Mazzocchi (Ascoli Piceno, 1906 - Milano, 1984) fu fondata a Milano nel 1934 per volontà della giornalista Emilia Rosselli Kuster, detta Bebe, donna colta e cosmopolita che propose a Giò Ponti [1] (fondatore della rivista Domus) di creare una rivista dedicata ai tradizionali lavori femminili e alla moda in generale.“Fili Moda” terminò la pubblicazione nel 1947.
La rivista “Fili”, della casa editrice Domus di proprietà dell'editore Gianni Mazzocchi (Ascoli Piceno, 1906 - Milano, 1984) fu fondata a Milano nel 1934 per volontà della giornalista Emilia Rosselli Kuster, detta Bebe, donna colta e cosmopolita che propose a Giò Ponti [1] (fondatore della rivista Domus) di creare una rivista dedicata ai tradizionali lavori femminili e alla moda in generale.“Fili Moda” terminò la pubblicazione nel 1947.
Fili - maggio 1934
“Fili”, diretta da Emilia Rosselli Kuster e da Emma Robbutti [2], univa i lavori muliebri all'arte applicata, divenendo una sorta di originale diramazione di Domus [3]; vi collaborarono, tra gli altri P. Fornasetti, F. Melotti, G. Veronesi, lo stesso Ponti.
Fili - settembre 1934
Durante la guerra la direttrice era Paola Moroni Fumagalli ed una delle collaboratrici era Maria Pezzi.
Cartolina "Fili Moda" - settembre 1940
Nel 1934 iniziò anche la pubblicazione de “Il Libro di casa”, una particolare versione di agenda annuale per la casa che ebbe subito un notevole successo (negli anni della guerra raggiunse una tiratura di 800.000 copie) e che costantemente aggiornata e attualizzata non uscì più dal catalogo della Editoriale. In un articolo Giò Ponti dichiara la sua grande ammirazione per il lavoro di ricamo e per i lavori a maglia definiti “una delle più delicate, belle e gentili espressioni del lavoro umano: lo dobbiamo altamente rispettare nelle nostre donne” perché pensava che questi lavori fossero simili ad espressioni d'arte che educavano le donne al buon gusto e alla finezza.
Fili - ottobre 1942
Scrive la storica della moda Annamaria Ruggero “Molti articoli e figurini negli anni di guerra erano dedicati al cambiamento delle abitudini delle donne. Gabriella de Bosdari Robillant [4] scrisse dell'oscuramento e di come questo complicasse la vita delle italiane che dopo aver pensato “con questo buio, non usciremo mai” si adattarono e organizzarono ed impararono a servirsi dei tram che, sostituendo le auto di lusso, diventarono le carrozze di tutti con i quali andare al lavoro ma anche a teatro e alle cene. Si continuava a ricevere in casa, anche se ai pranzi il numero degli ospiti era inferiore a quello degli anni precedenti. Un altro modo di trascorrere le serate casalinghe diventò l'abitudine a lavorare con i ferri da calza per produrre sciarpe, maglie e guanti di lana per i soldati.“Fili Moda” con i disegni e le didascalie di Brunetta [5] documenta l'attenzione alla mondanità nelle case della borghesia milanese. Mentre con i disegni di Maria Pezzi [6] si suggeriva alle donne come trasformare cappotti e abiti già presenti nell'armadio, e si anticipavano invenzioni adatte all'epoca come il reggiseno con il portafoglio incorporato antirapina disegnato per la Pirelli. Sotto il titolo “Economia di guerra” si davano istruzioni con figurini e didascalie a firma GMG su “come utilizzare un paio di pantaloni e un panciotto che vostro marito non usa più.”“Fili Moda” uniformandosi alle direttive del regime affidò a Maria Pezzi alcune doppie pagine a colori nelle quali le nuove creazioni traevano spunto e ispirazione da particolari dei costumi folkloristici. I figurini della Pezzi illustravano anche articoli nei quali venivano magnificate le tradizioni e i costumi popolari delle regioni italiane, come quello sulla Venezia Giulia dove l'uniformità dei costumi indossati dimostravano il carattere unitario della cerchia montana alpina.”
Fili - aprile 1942
[1] Giovanni Ponti, detto Giò, architetto e designer italiano, fra i maggiori del XX secolo (Milano, 1891-1979).
[2] Emma Robbutti fu la futura moglie del Mazzocchi.
[3] La rivista Domus, che si occupa di architettura e design, fu fondata dall'architetto Giò Ponti nel 1928, ed è tutt'ora pubblicata (nel 2016 è stato celebrato l'uscita del millesimo numero).
[4] Gabriella di Robilant (1900-1999) fondatrice nel 1932 della griffe Gabriellasport. Nata dai conti de Bosdari, di Robilant era il cognome.
[3] La rivista Domus, che si occupa di architettura e design, fu fondata dall'architetto Giò Ponti nel 1928, ed è tutt'ora pubblicata (nel 2016 è stato celebrato l'uscita del millesimo numero).
[4] Gabriella di Robilant (1900-1999) fondatrice nel 1932 della griffe Gabriellasport. Nata dai conti de Bosdari, di Robilant era il cognome.
[5] Brunetta Moretti (1904-1988) pittrice e illustratrice di moda.
[6] Maria Pezzi (1908-2006) giornalista, ha debuttato a Fili Moda, spinta da René Gruau a scrivere e disegnare schizzi di moda.
Rames Gaiba
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