Utensile per stirare. Oggi è un apparecchio elettrico costruito essenzialmente da una piastra in acciaio smaltato forellato e da un manico isolante, a cui può essere abbinata una caldaia (per l'acqua). In taluni casi, per quando è caldo, è posato su un supporto chiamato posaferro. Collegando l'apparecchio alla rete elettrica, la resistenza scalda sia l'acqua inserita nella caldaia, sia la piastra in acciaio. Attraverso l'utilizzo del manico lo si appoggia sul tessuto da stirare e si percorre su e giù, al fine di appianare le grinze che si formano durante il lavaggio e l'asciugatura. L'acqua contenuta nella caldaia si trasforma in vapore grazie al calore della resistenza, agevolando notevolmente le operazioni di stiratura. I ferri da stiro moderni posseggono una serie di programmi che regolano la temperatura e l'intensità (uscita) del vapore a seconda del tipo di tessuto.
Italiano: Ferro da stiro - Francese: Fer à repasser - Inglese: Iron - Tedesco: Bügeleisen - Spagnolo: Plancha
Italiano: Ferro a vapore - Francese: Fer à repasser à vapeur - Inglese: Steam iron - Tedesco: Dampfbügeleisen - Spagnolo: Prensa planchadora con vapor
STORIA - L'antenato dei ferri da stiro sono i lisciatoi. Per dominare i primi rudimentali tessuti, che specialmente dopo la lavatura in acqua e l'esposizione al sole assumevano forme scomposte e grinzose, fu quella di individuare dei materiali duri e pesanti, ben levigati nella parte inferiore, che passati e ripassati sui tessuti potessero "lisciare" le asperità. Presumibilmente i primi strumenti furono fatti con pietre: pezzi pesanti con la base liscia e con la parte superiore impugnabile. Successivamente furono impiegati altri materiali come il legno duro, la creta cotta e più tardi anche il vetro. I lisciatoi a freddo subirono un'evoluzione attraverso i tempi e l'opera di "lisciatura" si arricchì con l'impiego di sostanze collanti che aiutavano a tenere tese le fibre dei tessuti.
Ma la svolta decisiva per vincere la resistenza delle fibre avvenne quando si scoprì che il calore, trasmesso da un corpo, agiva in moda determinante sul tessuto inumidito. È la nascita dei ferri riscaldati. Alcune antiche civiltà utilizzarono il calore per "stirare" i tessuti impiegando piastre di bronzo riscaldato. Già dal 1500 a.C. nell'antico Egitto si faceva uso di piastre di bronzo pesantissime (circa 18 kg.) munite di lunghissimo manico (circa 80 cm.) che venivano messe direttamente in forno e una volta riscaldate venivano fatte scivolare sul piano da stiratura, situato in basso, non lontano dal forno. Anche gli antichi Romani avevano in uso piastre di bronzo con lunghi manici che venivano riscaldate e poi passate sulle toghe e sulle tuniche. L'antica Cina nel VII secolo utilizzava dei recipienti in bronzo, ricavati dai bruciatori di profumo, con un lungo manico in legno, che contenevano carboni accesi. Alla giusta temperatura, venivano fatti scorrere velocemente sui tessuti di seta che invece di essere appoggiati a piani di stiratura, erano tenuti sospesi dai lati da abili artigiani.
I veri progenitori del ferro per stirare sono i primi modelli del secolo XIII in alcuni Paesi del nord Europa (i primi a farne uso sono i sarti olandesi). Da allora fu una continua ricerca per trovare il modo migliore di mantenere il più a lungo possibile il calore nella piastra e contemporaneamente rendere il manico più funzionale senza scottare la mano di chi lo doveva usare. Le piastre furono costruite in misure diverse con forme appuntite e i manici assunsero forme più ampie per favorirne l'impugnatura. Solo successivamente appare il manico in legno che si appoggia a due montanti laterali. Nel XIV secolo, si ha la fusione del ferro da colare in stampi, che fece fare un passo avanti anche alla fabbricazione dei ferri da stiro. Così, a partire dal secolo XV in avanti, si supera la produzione in ferro battuto, e si afferma quella in ferro fuso che consente la realizzazione di nuove forme ed un deciso miglioramento di quelli esistenti. Con il giungere del 1800 si hanno nuovi sistemi di riscaldamento, per risolvere il problema di riscaldamento della piastra. Si afferma la forma a barchetta svuotata, capace di contenere un lingotto riscaldato, intercambiabile, che permette un continuo ricambio di nuovo calore. Il lingotto viene introdotto dalla parte posteriore e la chiusura è costituita da uno sportellino scorrevole in verticale, definito, proprio per la sua caratteristica, "a ghigliottina".
Il nuovo slogan (1998) *
Gely Korzhev (Mosca, Russia, 1915-2012)
olio su tela, cm 200 x 150
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Nuove tecniche si affermano all'inizio del XIX secolo. Vengono proposti dei ferri con riscaldamento a petrolio o ad alcol: hanno, collocato nel retro, un piccolo serbatoio ed un regolatore di fiamma in modo che questa riscaldi in continuità la piastra stirante.
Ferro a petrolio del 1920 circa 2*
2* Questo ferro a petrolio disponeva di un serbatoio sferico e di un regolatore di flusso sistemati nel retro della piastra. All'interno aveva il fornello di combustione e per questo sul “battello” c'erano numerose feritoie per il passaggio dell'aria.
Si producono tipi di ferro ad acqua calda per tessuti più delicati. Arrivano poi i ferri a gas, dotati di un fornello speciale collegato col tubo del gas. Il ferro veniva posto in verticale sul fornello in modo che la fiamma si spingesse fino alla piastra. Alcuni modelli avevano il fornello interno ed erano collegati direttamente al tubo del gas. I ferri da gas, anche per la loro pulizia, risultarono i più pratici e vennero adottati nelle famiglie in sostituzione di quelli a carbone che sviluppavano esalazioni nocive e richiedevano una manutenzione più faticosa. Questa scelta era però vincolata alla distribuzione del gas che nelle campagne non arrivava. Ciò obbligava per forza maggiore molte famiglie non residenti in città, a conservare l'uso del ferro tradizionale.
Ferro a gas del 1910/1920 3*
3* Uno dei primi ferri a gas con fornello inserito all'interno del battello. Si notano le forature per garantire la combustione e il beccuccio di entrata al quale veniva collegato il tubo del gas. Il manico è smontabile con un dispositivo a “baionetta”.
Il 6 giugno 1882 un inventore americano, Henry W. Seeley, depositò il brevetto di un oggetto domestico utilizzato per l'operazione forse più comune nel campo dei lavori casalinghi destinato a un successo clamoroso, accelerato dalla nascita e dallo sviluppo della distribuzione dell'energia elettrica nelle case: nasce il ferro da stiro elettrico. Il primo, datato appunto 1882, pesava ben sette chili. La prima produzione industriale arriva intorno al 1910 quando viene fabbricato il primo ferro elettrico che, sfruttando il riscaldamento di una resistenza (legge di Joule sul calore prodotto dalla corrente elettrica), saprà dare con continuità il calore alla piastra. Nel 1930 circa escono anche i primi esemplari di ferri elettrici a vapore.
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Bibliografia:
Laura Palla, I ferri da stiro, BE-MA Editrice, 1987
Rames Gaiba
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