20 ottobre 2020

TINTO IN CAPO | TINTURA IN CAPO


Procedimento di tintura eseguito direttamente sul capo finito o sui teli prima della confezione. Tale processo si differenzia quindi dal metodo convenzionale, che implica la produzione di indumenti con tessuti già sottoposti a tintura. Offre il grande vantaggio di rinviare la scelta del colore al termine del ciclo produttivo; tutta la lavorazione viene eseguita in tessuto bianco o in greggio, su grandi lotti, con elevate economie di scala. La colorazione viene eseguita all'ultimo momento, eventualmente anche in relazione a specifiche richieste della clientela. L'aspetto del capo ne risulta, dopo il trattamento della tintura, con una patina vintage e un aspetto vissuto, essendo il colore polveroso e affatto lucido, e presentano una mano molto morbida.  Per accentuare tali caratteristiche, non di rado si procede sui capi con una speciale tintura, definita "tinura-old", oppure con un lavaggio stone-wahed o enzimatico.

Di seguito il video dove dall’interno dell’ azienda di C.P. Company si spiega e vi fa vedere com’è il procedimento del tinto in capo.




Impieghi - La tintura in capo si può impiegare per pantaloni, abiti, accappatoi, giubbotti, camicie di puro cotone o in mista, maglie di jersey di cotone, pullovers, t-shirt, maglie di lana, cashmere, lambswoll, angora e mohair da sole o in mista con cotone, seta, viscosa, modal ed altre fibre, calze, guanti, cerniere, pizzi, nastri, ecc. 

Tintura - Il tessuto destinato alla confezione deve essere un "pronto per tinta" (così chiamato in gergo tecnico), bene stabilizzato dimensionalmente (anche spianato, se necessario) e finito con prodotti facilitanti la cucitura. È però buona norma controllare la stabilità dimensionale prima di procedere al taglio, specialmente per impostare le taglie.  Il pre-rilassamento dei tessuti trama-ordito è opzionale e un restringimento, dopo le fasi di pretrattamento inferiori al 2-3% può essere accettato in confezione. I tessuti a maglia però, con un potenziale restringimento allo stato greggio piuttosto elevato e in entrambe le direzioni, possono creare problemi di cuciture, con grinze (specialmente se la parte in tessuto a maglia è unita al tessuto trama-ordito) e distorsioni sul capo finito.
È allora necessario effettuare il pretrattamento allo stato rilassato e fare seguire l'asciugamento con sovralimentazione del tessuto per avere un tessuto stabile dimensionalmente. Gli articoli di lana pettinata sono tinti ottimamente, a condizione che la fibra sia stata pretrattata irrestringibilmente. Gli articoli misti si prestano alla tintura "tono in tono" di tutte le fibre, oppure alla tintura di una sola fibra per produrre effetti mélange molto interessanti.¹

Allestimento capo - Il "capo" può essere allestito per la tintura allo stato finale, con bottoni, cerniere, etichette e altro. Ogni componente metallico non deve essere ferroso, meglio se di ottone placcato nichel, in quanto subisce meno l'azione chimica aggressiva delle sostanze presenti nel bagno di tintura. Bottoni di poliestere e cerniere entrambe chiare e colorate danno risultati soddisfacenti. Migliore è la tintura allo stato semi-confezionato e l'articolo viene poi completato.¹  

Tempi di produzione - Il tempo che intercorre per produrre un "capo confezionato" tinto, secondo i cicli di nobilitazione tradizionali è di gran lunga maggiore di quello richiesto dalla tintura su capo. In alternativa si possono produrre grandi quantitativi di capi greggi (anche con filati o tessuti pretrattati) e il tempo per approntare il prodotto finale è minore, circa due settimane o meno, per cui le consegne sono più tempestive in armonia con le pressanti dinamiche commerciali attuali.¹     


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₁ Franco Corbani - Nobilitazione dei tessuti (volume terzo) Parte IV E Capitolo/Paragrafo 1.3 - Tintura in capo - ed. Prodigi, 2017, pp. 350-351        


Pietra miliare nella storia di C.P.Company,
la tintura in capo ha anche definito un momento chiave  nella storia dello sportswear


🇫🇷 Francese: Vêtement teint 🇬🇧 Inglese: Garment dyed 🇩🇪 Tedesco: Fertigware eingefärbt
🇪🇸
Spagnolo
: Teñido en acabado

STORIA - Va premesso che la tintura in capo è una tecnica antica.
All'inizio degli anni '70, il designer di abbigliamento Massimo Osti, all’epoca in cui C.P. Company era ancora Chester Perry¹, inizia a sperimentare la tecnica della tintura in capo a livello industriale. La sua sperimentazione negli anni '80, portò a utilizzare non solo l'uso industriale della tintura in capo tradizionale (tintura di semplici indumenti di cotone o lana) ma, soprattutto, della tecnica della "tintura complessa in capo" che prevedeva la tintura di capi costruiti con più tipi di tessuto o fibra (ad esempio una giacca di nylon e cotone, o lino, nylon e cotone rivestito di poliuretano) nella stessa vasca da bagno.

Fino al suo sviluppo da parte di Massimo Osti (per il suo marchio di abbigliamento C.P. Company), questa tecnica non era mai stata applicata con successo industriale in nessun contesto. La complessità consisteva nello sviluppare una comprensione sia pratica che chimica di come ogni tessuto rispondeva in modo diverso alla tintura, quanto si sarebbe ridotto, quanto colore avrebbe assorbito, sviluppando forme completamente nuove di controllo qualità per verificare possibili difetti nel tessuto prima della tintura ecc. .

Nessuno prima di lui si era mai cimentato con una tecnica di tintura in capo di tale complessità. La buona riuscita dei suoi esperimenti gli permise di inventare una tecnica proprietaria che ancora oggi, data la sua difficoltà e i costi iniziali di investimento, viene impiegata nel mondo solo da pochi brand.

Questo è ciò che rende
CP Company un gruppo di moda diverso dagli altri, unico nel suo genere.

foto: © C.P.Company


Uno dei pionieri del tinto in capo
è Luciano Benetton, che sempre negli anni Sessanta, così rese possibile aggiustare in tempi brevissimi la produzione seguendo la domanda del mercato e realizzando forti economie nei costi di magazzino. 
Di ritorno da un viaggio in Scozia, dove ha studiato antichi metodi di lavorazione della lana, Luciano Benetton ha un’idea. Chiama Ado Montana, un coetaneo che viene da una famiglia di tintori, e gli chiede se è possibile colorare i maglioni dopo – e non prima – di averli realizzati
I due trascorrono mesi in un sottoscala a sperimentare con lane e tinte. Una notte, dalla vasca di tintoria emerge finalmente un maglione senza difetti. Per Benetton, produrre maglie in filato greggio e colorarle solo dopo in base agli ordini si traduce immediatamente in un enorme vantaggio commerciale.


macchinario per "tinto in capo"
foto: © Benetton


È l’origine del “tinto in capo”, che nei decenni successivi sarà adottato dalle più grandi aziende di abbigliamento del mondo.


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₁  I colossi inglesi dell'abbigliamento Chester Barry e Fred Perry iniziarono simultaneamente un’azione legale per l’uso del loro nominativo contro il designer bolognese Massimo Osti, che aveva da poco fondato il brand "Chester Perry", costringendolo pertanto a cambiare il nome del suo marchio: nacque così C.P. Company. Questo nome, più sintetico e maturo, inaugurò uno dei momenti creativi più esplosivi e più influenti nella storia della moda italiana, e trasformò rapidamente un possibile fallimento in un progetto che venne immediatamente considerato da artisti e intellettuali italiani come innovativo, tecnologico e con un gran futuro davanti; non si sbagliarono!


Rames GAIBA
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