16 marzo 2017

FARSETTO

Farsetto - dal latino farsus, farcito.

Corpetto maschile in uso nel '400 (Medioevo), imbottito, dalle maniche lunghe, confezionato come un giubbotto, veniva indossato sopra alla camicia. Era talmente corto da mostrare le gambe inguainate in aderenti calzamaglie. 

Col passare dei secoli cambia nome e forma: nel '500 si chiama giustacuore o giubbone, nel '600 perde le maniche e assomiglia sempre più al gilet.    


L'affresco è di Domenico Di Bortolo (1440-1444)
e si trova nel ex Ospedale di Santa Maria della Scala, Siena [1] 


[1] Il farsetto che indossa l'uomo sulla scala è un indumento maschile, imbottito è comunemente di tessuto bianco ("tela alba" o "buchiramo") e fascia strettamente la persona, allacciato da una fitta abbottonatura che permette di aprirlo interamente. Qui, nella parte inferiore, si intravedono le zarabulle, mutande aderenti e ridotte ai minimi termini come i moderni slip.


Giovani che giocano al civettino (databile a metà del XV sec., forse 1450?)
Scuola toscana
tempera su legno
Galleria degli Uffizi - Firenze [2]  


Quando si vogliono avere i movimenti liberi, si sta in farsetto e calze. Così si presentano questi giovani che giocano, lasciandoci osservare chiaramente i lacci che assicurano le calze al farsetto, e anche l'inconveniente, essendo questo cortissimo, della camicia che rimane in vista tra l'una e l'altra calza. Gli spettatori sono invece in sopravveste e cappuccio. (R. Levi Pizetzky, Storia del costume in Italia, vol. II, Istituto Editoriale Italiano, tav. 150, p. 321)   



Autoritratto in veste da cacciatore [presunto autoritratto], (1560-61)
Paolo Caliari, detto il Veronese (1528-1588)
 affresco - Villa Barbato - Maser, Treviso [3]



[3] Qui il Veronese si ritrae in veste da cacciatore con un farsetto e calzoni moderatamente ampi, senza altra veste.

STORIA - La Pizetsky sottolinea come il farsetto sia di probabile origine militare quando, nascosto sotto la cotta di maglia, era una giacchetta aderente che forse aiutava a parare i colpi o a rendere meno sgradevole il contatto con il metallo. A Firenze e in altre città esistevano le corporazioni dei farsettai, specializzate in quest'ultimo indumento che finì per trascendere la pratica bellica ed essere portato nell'uso civile. Nel '400 il farsetto non era solo un indumento popolare ma era indossato anche dai giovani benestanti, e verso la fine del periodo utilizzato con le calzebrache che mettevano completamente in mostra gambe e glutei. Grande lo scandalo dei benpensanti per questa esibizione della figura maschile. Gli uomini in età (per allora oltre i trent'anni) indossavano infatti vesti gravi, ossia lunghe fino al polpaccio e alla caviglia.

Farsetto in maglia

1a. Capo d'abbigliamento in lana, da indossarsi sopra la camicia. 1b. Può indicare un maglione che i militari indossano sopra la camicia.

RIF. LETTERARIO - "era un giorno fuor dell'ordinario, un giorno in cui le cappe si inchinavano ai farsetti" (Manzoni - Promessi Sposi - cap. 11), [s'intende, però, qui il farsetto in maglia]; nel significato di persone che indossano il solo farsetto, come indice di condizione sociale modesta.

     

Nel riminese vi era un detto "vesti strette per sotto e robe larghe per sopra", per indicare il modo in cui si portava detto abbigliamento.


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