15 marzo 2017

Macchina da cucire: storia di una piccola macchina


"Una delle poche cose utili che sia mai stata inventata" fu il commento del Mhatma Gandhi, mentre imparava a cucire, che la escluse dal boicottaggio delle macchine che il mondo occidentale andava sempre più realizzando.


Vecchia macchina Singer a manovella
(sulla destra, lateralmente, si nota il meccanismo
per la formazione del rocchetto per la spoletta)


1755 Il tedesco Karl Friedrik Wiesenthal brevetta il 24 (o 25) luglio una macchina per cucire, basata sul principio della cucitura fatta manualmente, tipo imbastitura, che lavorava con un ago a doppia punta con la cruna nel centro (lo stesso ago che avrebbe usato più tardi Joseph Madersperger); tuttavia non si hanno disegni, documentazione o prototipi.

1790 L'inglese Thomas Saint di Middlesex brevetta il 17 luglio una macchina per cucire a catenella che imita la lavorazione delle calzature. Il suo congegno conteneva gli elementi fondamentali delle future macchine: una lesina eseguiva i buchi o fori, un ago portava il filo, un meccanismo complicato alternava il movimento lesina - ago, cucendo per la prima volta un punto a catenella. La macchina non aveva né forma comoda né pratica e fu costruita in un unico prototipo conservata al Victoria and Albert Museum di Londra.

1800 Balthasar Krembs, un tedesco di Mayen nella Renania, inventa una macchina per cucire berretti e, per la prima volta, introduce l'ago con la cruna vicina alla punta; solo quella forma di ago, rese possibile, in seguito, l'invenzione della macchina per cucire a doppia impuntura. Per quei tempi la macchina doveva considerarsi perfetta: possedeva un trasporto della stoffa continuo, una barra d'ago comandata da una manovella e molti altri dispositivi veramente interessanti che troviamo, ovviamente migliorati, ancora oggi in macchine speciali.

1804 L'inglese Duncan inventa una macchina a più aghi uncinati che alimentati da un filo, dopo aver attraversato il tessuto, formano una serie di maglie. Il tipo di tecnologia anticipa quella delle macchine da ricamo.

Due inventori inglesi Thomas Stone e Joannes Henderson brevettarono una macchina, che nel libro "Arti e Mestieri" di Pitardi del 1883 viene così descritta: "La prima macchina di Tomaso Stone e di Giacomo Henderson, patentati già dal 1804, destinata alla cucitura degli abiti, con ago ordinario, preso e stretto da due pinzette e spinto attraverso la stoffa, e ricevuto e ritirato da un secondo paio di pinzette che lo fanno risalire di sopra all'orlo della stoffa stessa, e così di seguito, producendo in tal guisa un punto a sopraggitto. Queste macchine cucivano con un solo filo ed il loro meccanismo  era quasi simile in tutto. In seguito si evitò  la difficoltà del passaggio completo dell'ago attraverso la stoffa e ciò facendo fare all'ago un punto a catenella". Questa macchina però non ebbe successo.

1810-1814 Il sarto di Vienna, di origine tirolese, Joseph Madersperger sperimentò diversi tipi di macchine e modi di cucitura. Le prime erano con ago a doppia punta, con la cruna centrale simile a quella di Wiesenthal, ma avevano l'inconveniente che si doveva ricaricare ogni 160 punti con le gugliate di circa 60 cm, non avendo il filo continuo.

L'ultima sua invenzione nel 1814 consisteva in due aghi con la cruna in punta (già ideata da Krembs), con la quale riuscì per la prima volta a cucire un punto simile a quello annodato a doppia impuntura. Eseguiva, a seconda della stoffa, 150-200 punti al minuto; con questa invenzione Madersperger venne insignito di una medaglia di bronzo dell'Imperatore austriaco.




L'unico esemplare (foto sopra ed a fianco) di questa macchina è conservato presso il Museo della Tecnica di Vienna (Technisches Museum - Wien). 


1818 Il reverendo John A. Dodge di Monkton con l'aiuto di John Knowles, inventò una macchina con un ago simile a quello dei suoi predecessori, cioè con 2 punte e la cruna centrale; la differenza consisteva nel tipo di punto che eseguiva, detto "punto all'indietro" ed era alimentata automaticamente di filo. Essendo Dodge anche molto occupato nei doveri di pastore, e osteggiato per le proteste dei sarti e delle cucitrici, la macchina non venne mai brevettata, né riprodotta in altri esemplari. 

1826 (1827?) Lye presentò il primo brevetto in America di una macchina da cucire: purtroppo non si sa nulla di preciso perché un incendio distrusse gli archivi dell'ufficio e con questi anche il modello presentato. 

Sempre nel periodo 1820-1830 furono rilasciati, sia in Europa che in America, altri brevetti, ma nessuno fu di pratica utilizzazione.       

1830 Barthélemy Thimonnier, un modesto sarto di Saint Etienne, in Francia, il 17 luglio va a depositare il brevetto per "fabbricare e vendere con esclusiva in tutto il Regno macchine atte a confezionare cuciture dette a punto catenella su ogni tipo di tessuto". Il congegno è in legno e a filo continuo, esegue un punto a catenella e ha un certo successo. Dalla stampa di allora, citata nel testo "Arti e Mestieri" di Pitardi nel 1883 lo descriveva così: "Nel mese di luglio 1830 giorno 17 fu brevettata la prima macchina costruita su questo principio da Thimonnier con l'aiuto di Ferranden. Al di sotto della stoffa trovasi un ago ad uncino, ben levigato, attaccato ad una barra scuscettibile di un moto di va e vieni verticale; al di sotto c'è un piccolo pezzo  capace di girare concentricamente intorno all'ago nella posizione inferiore; il filo che proviene da un rocchetto  passa attraverso un occhiello di questo perno, la sbarra scende, l'ago passa attraverso la stoffa; il pezzo inferiore di cui si è detto gira e avvolge il filo intorno all'ago il quale tosto si innalza, e mediante il suo uncino, trae seco il filo a guisa di una fibbia. L'uncino dell'ago è di bel nuovo spinto attraverso quel cappio, in un punto della stoffa, un po' più avanti del suo precedente passaggio, poi di nuovo tirato in su sollevando un secondo cappio che passa attraverso il primo. Continuando ne risulta una specie di catena, ogni anello attraversa il precedente e perciò congiunge tra loro le due falde della stoffa". In sostanza Thimonnier aveva preso lo spunto, dal punto fatto all'uncinetto, solo che avveniva dalla parte superiore.

Nel 1831 apre a Parigi un laboratorio con 70-80 macchine per cucire in legno per la fabbricazione di divise militari (egli ne era socio ed anche direttore); quello stesso laboratorio viene assalito da una piccola folla "turba furente"  inferiocita di sarti a domicilio che vedevano in pericolo il loro lavoro, tanto è che riuscirono a bruciare il laboratorio distruggendo tutte le macchine.

1832 Walter Hunt (Stati Uniti), inventore della spilla da balia e del colletto inamidato in carta costruisce una macchina "a punto di spola" con due fili. È la prima macchina a navetta.

1834 John Fischer e James Gibbons inventano una macchina a due aghi, uno verticale e uno orizzontale. Walter Hunt inventa una macchina per cucire a catenella.

1836 L'inglese Alexander Slight costruisce una macchina "a pinze" per cucire le vele.

1844 Fischer e Gibbons brevettano il 7 dicembre una macchina a doppia impuntura con un rudimentale sistema per il trascinamento del tessuto in ogni direzione. B.W. Beau e De Rogers brevettano a New York un tipo di macchina in cui l'ago attraversa completamente la stoffa.

1845 Thimonnier apre a Villefranch una fabbrica di macchine per cucire a 300 punti al minuto, che brevetta sia in America che in Inghilterra. Tra il 1830 e il 1845 la macchina per cucire conquista il mondo occidentale. Solo tra Francia, Inghilterra ed America sono una trentina i brevetti che mettono a punto, di volta in volta, particolari più innovativi: in un secolo diventano un centinaio. Sebbene nasca in Europa, la macchina per cucire trova in America la sua più massiccia diffusione.

1848 Thimonnier brevetta una macchina cucitrice con ago girante che ricama su ogni tipo di tessuto alla velocità di 300 punti al minuto. Un modello perfezionato viene esibito all'Esposizione universale del 1851; purtroppo non è stato conservato il modello.

1849 Morey e Johnson brevettano una macchina ad ago e uncinetto per il punto a catenella. M. Seneechal brevetta una macchina a "point de surjet". Blodget e Lerow brevettano una macchina a spoletta circolare. John Bachelder (Boston) brevetta una macchina a cucitura continua. Wilson migliora la sua macchina per cucire con l'avanzamento automatico del tessuto.

1851 Isaac Merrit Singer, nato a Pittstown villaggio dello stato di New York (figlio di un mugnaio tedesco emigrato in America), possiamo definirlo il primo grande pioniere della macchina da cucire. All'inizio la sua vita fu sofferta e avventurosa, soprattutto per i lavori precari che esercitava per soppravvivere. Fece anche l'apprendista tornitore (per passare poi al teatro, sua grande passione, oltre a quella della meccanica e delle belle donne). Verso la fine dell'anno 1840, trovandosi sull'orlo di un naufragio senza speranza, il caso della vita gli fece trovare un appiglio di salvezza nel suo padrone di casa signor Orson Phelps. Quest'ultimo fabbricava, in una officina di Boston, macchine per cucire progettate da Blodgett, di buona fattura ma di non sempre buon funzionamento. Singer, con grande passione e abilissimo meccanico qual era, gli garantisce di migliorarla; alla fine però progetta un nuovo modello e trova nella persona di G.B. Ziebek il finanziatore, che gli anticipa 40 dollari a condizione di spartire gli eventuali utili, mentre Orson Phelps gli mette a disposizione il laboratorio. Non cercò principi nuovi di lavorazione, ma si sforzò di perfezionare, semplificare, combinare le diverse parti della macchina in modo da ottenere un complesso semplice di azione, sicura e poco costosa. I suoi predecessori, per quanto riguarda l'uso della spola, avevano stabilito i principi della lavorazione ma non erano riusciti a far lavorare le loro macchine in un modo veramente funzionale.


La macchina per cucire Singer del 1851


Nel 1850 realizza (il brevetto è del 1851) il prototipo di un modello veramente pratico, oltre che efficace: una macchina da cucire avente il braccio orizzontale parallelo al primo piano di lavoro ed alla cui estremità si muoveva verticalmente una barra con l'ago. Inoltre vi era un premistoffa a molla che permetteva l'adattamento a tessuti di diverso spessore. Lo stesso Singer prima di morire descrisse in un racconto come nacque la sua prima macchina: «Era il 1850 e, giusto in quell'epoca, avevo ottenuto il brevetto per una macchina da cucire e credo sia stato proprio Phelps che mi fece osservare che se fossi riuscito a costruire una più pratica, mi sarei procacciata una fortuna. La notte, riflettendo bene sull'affare mi convinsi che avrei potuto rendere la mia macchina praticamente applicabile ad ogni sorta di lavoro. Il giorno dopo mostrai a Phelps ed all'amico Ziebek uno schizzo rudimentale della macchina che mi proponevo di costruire. Essa si componeva di un tavolo per sostenere orizzontalmente la stoffa, invece dell'apparecchio verticale di Blodgett, di un compressore verticale per tenere fermo il tessuto e di un braccio per reggere il compressore ed il supporto dell'ago. Phelps e Ziebek si convinsero della riuscita del mio progetto; Ziebek mi offrì 40 dollari per costruire il modello della macchina, Phelps di aiutarmi con tutti i mezzi del suo laboratorio a condizione che se la prova riuscisse ne avremmo diviso in parti uguali gli utili. Allora mi posi all'opera, lavorando giorno e notte, dormendo solo 3 o 4 ore sulle 24 e mangiando una sola volta al giorno, poiché sapevo che la macchina doveva compiersi con i 40 dollari oppure smettere di costruirla. In capo ad undici giorni essa era compiuta. La sera, verso le nove, assemblati tutti i pezzi, la provammo. Ahimè essa non cuciva! Gli operai, sfiniti dal lavoro pressoché incessante, dichiararono la mia macchina un fiasco e l'uno dopo l'altro mi abbandonarono. Ziebek ed io, scoraggiati, verso mezzanotte, partimmo per tornarcene a casa, e per strada ci sedemmo su una catasta di sassi. Discorrendo, Ziebek, mi fece osservare che le maglie aperte del filo rimanevano al di sotto della stoffa. Ciò mi ricordò che avevamo dimenticato di aggiustare la tensione del filo. Tornammo indietro e provammo la macchina che questa volta cucì cinque punti perfettamente, poi il filo si spezzò. Ciò però bastava».

L'anno seguente realizzo l'invenzione della macchina a pedale montata su un tavolino con basamento in fusione di ghisa.

Ormai il processo di industrializzazione si era innescato: tra il 1851 ed il 1861 furono prodotti più di 20.000 esemplari con il marchio Singer. 


Tipica macchina da cucire, uso domestico, Singer


1856, a Philadelfia, Isaac Merrit Singer costruisce la prima macchina a pedali e, 30 anni dopo, anche la prima elettrica.

1857 James E. A. Gibbs, di Milipoint in Virginia, dallo spunto di Thimonnier del 1831, cioè il punto a catenella con un solo filo, inventò un geniale dispositivo, semplice ma veloce, che cuciva il punto a catenella mediate un gancio oscillante sotto il piano di lavoro. Era così celere che poteva cucire sei metri di tessuto al minuto senza saltare un punto.

1860 Lo stesso Gibbs, fondò tre anni dopo con Willcox una società, la Willcox e Gibbs, per la produzione di macchine a punto catenella semplice simile a quella in precedenza inventata dallo stesso Gibbs nel 1857, con la differenza che il gancio oscillante era sostituito da un gancio rotativo a doppio uncino velocizzando di più il lavoro. Questo funzionamento così semplice e pratico ancora oggi viene adoperato per le macchine giocattolo. L'unico inconveniente all'epoca di questa macchina era di consumare troppo filo.

1862 Gerog Michael Pfaff costruì e brevetto la sua macchina da cucire. Fu durante un soggiorno a Londra, nel 1861, che un sarto del posto gli portò una macchina da cucire difettosa e malfunzionante, pregandolo (lui che era un tornitore di strumenti a fiato in ottone) di aggiustargliela. Si risvegliò in lui quel fascino per la macchina da cucire e, uomo dotato di grande intelligenza e lungimiranza, con inclinazione particolare sulla tecnica, si impegnò nella soluzione del problema. Per accelerare i tempi per una buona e felice produzione, invio il figlio Giorgio in America per oltre due anni per fare esperienza nei più moderni processi di fabbricazione delle macchine da cucire. Nel 1870 G. Michael Pfaff abbondonò completamente la produzione di strumenti a fiato, per dedicarsi esclusivamente alle sue macchine per cucire, che tanto successo avrebbero ottenuto nel mondo intero.



  

1869 Brosser brevetta una macchina per la cucitura a doppia catenella per la realizzazione di guanti.

1878 House, sul principio della macchina di Wilson con moto rotatorio continuo e ago curvo, realizzò un modello che si basava invece sul moto vario e ago dritto. Il modello venne denominato "New Wheeler e Wilson", e nel 1906 la Singer ne rilevò il brevetto.

1879 Il tedesco Max Gritzner, sullo spinto della macchina di Wilson realizzò il crochet rotativo senza occhiale (spola oscillante), universalmente adottato, insieme al gancio rotativo, nella costruzione di macchine industriali. (La spola a moto alterno di Howe e Singer invece fu adottata esclusivamente sulle macchine di uso domestico).

1880 Parmentier presenta una macchina ove i punti, con due fili ricoprono i margini dei tessuti; nasce così il punto a sopraggitto.

1881 Virgilio Rimoldi inizia a Milano la costruzione di macchine a punto sopraggitto ad un filo.

1885 Philip Diehl, americano di origine tedesca, costruì la prima navetta oscillante a bobina centrale. Nel 1887 apportò una soluzione definitiva, adottata poi da tutti i costruttori: la spola incapsulata e infilata nel gancio a corsiera con movimento oscillante. Questi sistemi si sono dimostrati i più validi ancora oggi e vengono preferiti per la loro longevità e velocità.

1889 Georg Munsing brevetta una macchina con due aghi capace di effettuare una cucitura ornamentale.

1890-1900 In questo periodo più che parlare di invenzioni, possiamo parlare di perfezionamenti, modifiche di meccanica e di realizzazione di punti ornamentali. La macchina da cucire non era più una novità, ma fu decisamente migliorata: fra il 1842 e il 1895 furono concessi oltre 7.000 brevetti relativi alla macchina per cucire e accessori.

La macchina per cucire permise di incrementare significativamente la produttività industriale della confezione: alla Brooks Brothers il cappotto di prima qualità, che richiedeva sei giorni di lavoro con la cucitura a mano, dopo l'adozione della macchina per cucire veniva confezionato in soli tre giorni. La maggiore efficienza conseguita nella fase della cucitura, che era forse l'operazione più lenta del processo produttivo, spinse al rinnovamento delle lavorazioni che si trovavano sia prima che dopo la filiera produttiva. [1]   

 
Singer, un modello del 1900


Dal 1890 la Haid e Neu costruisce in Germania, a Karlsruhe, una macchina con navetta oscillante orizzontale a traiettoria curvilinea, a doppia impuntura, ricopiando i concetti di Howe, che ebbe grande successo sul mercato italiano sotto il nome di "Vera Originale Regina Margherita.

Sul finire dell'800 molte altre macchine vengono costruite in questo fine secolo in America ed in Europa; particolarmente in Francia ed in Inghilterra si costruivano macchine su licenza straniera. L'Italia, dove si producevano circa 200.000 pezzi all'anno, era presente con la Necchi, la Borletti, (la marca più famosa, quella dello slogan pubblicitario "punti perfetti"), la Rinaldo Rimoldi, con la Stucchi (raggiunse nei primi anni del XX secolo una produzione di 15.000 unità all'anno).


Singer - mod. 48K del 1900-1902


Singer - mod. 66-1  ad elettricità (1949)
e col comando della macchina che è dato da un interruttore 
che si schiaccia col piede


Oggi, le macchine per cucire, permettono la realizzazione di ricami e disegni personalizzati grazie all’utilizzo di software: è sufficiente connettere la macchina al personal computer e la creazione disegnata al PC viene realizzata in breve tempo su stoffa con poca fatica.

1975 Singer presenta la prima macchina da cucire elettronica al mondo (l'Athena 2000)


[1] C.M. Belfanti, Civiltà della moda, Ed. il Mulino (2008), p. 205


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Bibliografia:
  • Sebastiano Di Rienzo, Macchine per la moda / Machines for fashion, Ed. De Luca Editori d'arte, 2009
  • Harol Carr, Barbara Latham, Manuale della confezione, Ed. Tecniche nuove, 1990
  • Carla Leoni, Macchine per cucire / Sewing machines, Ed. BE-MA Edidrice, 1988
  • Carol Head, Old Sewing Machines. Ed. Shire Publications Ltd



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