22 maggio 2017

PONCHO (PONCIO)

Poncho - voce ispanoamericana, appartenente al linguaggio internazionale dell'abbigliamento.

Indumento, maschile e femminile, largamente usato come mantello, per ripararsi dal freddo, dalle popolazioni indigene dell'America Meridionale. Nella sua forma più nota è costituito da un grande telo di forma quadrata o rettangolare di lana, che copre completamente il tronco, con un'apertura al centro per infilarvi la testa. Aveva anche funzioni di coperta. E' confezionato con tessuti multicolore.

Il poncho messicano si differenzia in quanto è fatto con due pezzi rettangolari, che quando sono cuciti insieme, formano prima una "L" senza essere sovrapposti, poi una estremità viene unita all'altra con una cucitura oppure con ganci o bottoni.

Quando è in forma di mantello è indossato sopra le spalle e lasciato ricadere in morbide pieghe.


Ebbe una sua prima popolarità negli anni '40 negli Stati Uniti d'America. La moda etnica, in Europa, all'inizio degli anni '70, ne ha segnato il rilancio, e periodicamente viene riproposto. Si tratta infatti di un mantello di lana intrecciata in vari modi. In commercio si può trovare asimmetrico, a righe e a collo alto. I film del genere "spaghetti western" lo hanno reso popolare presso il pubblico occidentale.




Clint Eastwood in poncho




In italiano, impropriamente, è chiamato anche poncio.
In America Latina è chiamato anche:
  • Chamanto: tipo di poncho utilizzato nella parte centrale del Cile.
  • Gaban: tipico del Messico.
  • Jorongo: molto largo, utilizzato per occasioni speciali o nell'equitazione.
  • Poncho chilote: un poncho di lana molto pesante utilizzato nella penisola Chiloé, in Cile.
  • Ruana: diffuso nelle regioni fredde di Venezuela e Colombia.
  • Zarape (pronunica "sarape"): tipo di poncho nato nelle regioni nord-orientali del Messico.






Attualmente i poncho sono visti come accessori, non essendo progettati come abiti contro il freddo e la pioggia. I poncho, fatti di un materiale impermeabile, possono anche essere usati dai ciclisti come protezione dalla pioggia o in campo militare.

STORIA - Il poncho risale al XVII sec, e ha sostituito il mantello preispanico (regione andina, America meridionale), ed è stato l'indumento andino per eccellenza del XX secolo. Si ipotizza che il poncho sia l'evoluzione di una tunica preispanica che presentava spacchi laterali per facilitarne l'uso quando si cavalcava. All'epoca delle Guerre d'Indipendenza dalla Spagna, combattute agli inizi del XIX secolo, il poncho divenne ugualmente comune fra indios e creoli (nativi del Nuovo Mondo ma di sangue ispanico). L'indumento era ideale per i reggimenti di cavalleria, e tutti gli ufficiali creoli - fra i quali José de San Martín e Simón Bolívar - indossavano grandi poncho decorati con bande lungo i bordi e la linea mediana in cui figuravano blasoni militari e disegni floreali di gusto spagnolo. Le truppe ausiliarie indie adottarono rapidamente lo stesso stile, decorandolo con motivi tradizionali piuttosto che di ispirazione europea. [1]   Oltre che nelle popolazioni indigene dell'America Meridionale si ritrova in molte altre parti del mondo: in Polinesia, dove è fatto di tapa; in Indonesia (Borneo) ove è fabbricato con pelli di capra o gattopardo, ecc. E' stata sostenuta la teoria di una origine unica del poncho, che si sarebbe diffuso probabilmente dall'Asia insulare.

poncho offerto dal popolo Mapuche [2] a  José de San Martín
 Museo Histórico Nacional - Santiago del Cile

[1] Patricia Rieff Anawalt, Storia universale del costume, ed. Mondadori, 2008, p. 475
[2] I Mapuche (o Mapuce) sono un popolo amerindo originario del Cile centrale e meridionale e del sud dell'Argentina.  

RIF. LETTERARIO - In Italia divenne particolarmente noto perché indossato da Garibaldi «soleva egli addormentarsi nel suo poncio forato dai colpi di lancia e dal piombo delle carabine» (D'Annunzio).

Foto scattata nel 1860 all' "eroe dei due mondi"
Giuseppe Garibaldi


Il poncho e moltissimi altri effetti personali di Garibaldi (tra cui vestiti, rasoio, scarpe, pantofole, forbicette per unghie, la famosa camicia rossa), sono tutt’ora visibili all’interno della grande casa di Caprera, in Sardegna, dove il generale, insieme alla famiglia, trascorse gli ultimi 26 anni della sua vita.


Rames Gaiba
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