Shibori - parola giapponese, (絞り) tratta dal verbo shiboru che significa torcere, strizzare, pressare.
1. Tradizionale tecnica giapponese di tintura a riserva (detta "fisica"), che è una tintura parziale applicata a tessuti e filati. Il tessuto è tinto in pezza, per immersione, dopo essere stato annodato, legato con assicelle in maniera simmetrica o piegato e impunturato (cucito), in modo da impedire la penetrazione della sostanza colorante, permettendo una volta rimossi i punti che "chiudevano" il tessuto di creare un effetto increspato ed un disegno formato dalle zone di tessuto tinte e non.
Esiste un'infinità di metodi con cui si può legare, cucire, piegare, attorcigliare o pressare il tessuto attraverso lo shibori e ognuno di essi restituisce un disegno diverso. Ciascuna tecnica non viene impiegata solo per realizzare una specifica trama, ma anche in base al tipo di stoffa che si lavora.
Esiste un'infinità di metodi con cui si può legare, cucire, piegare, attorcigliare o pressare il tessuto attraverso lo shibori e ognuno di essi restituisce un disegno diverso. Ciascuna tecnica non viene impiegata solo per realizzare una specifica trama, ma anche in base al tipo di stoffa che si lavora.
Come tutte le tinture naturali, il risultato è sempre unico nella gamma dei timbri e tonalità dei colori, così anche nella tecnica dello shibori il pattern di ogni tessuto non sarà mai uguale ad un altro, conferendone un risultato di unicità e preziosità; con questa consapevolezza il tintore shibori, lavorava in piena libertà espressiva, in quanto un margine di imprevisto nell’informità degli elementi poteva sempre accadere e spesso rendere ancora più sorprendente il risultato atteso.
Il procedimento è conosciuto anche come tie-dye, in India come Plangi e in Italia come Maltinto o Tintura a riserva.
STORIA - La tecnica dello shibori si diffuse dalla Cina in Giappone 1300 anni fa, e conobbe il periodo di massimo splendore durante l’era Edo (1608 – 1868), anche se è stato rinvenuto un kimono tinto con shibori appartenente all’Imperatore Shomu nel VIII secolo.
Inizialmente fu una tecnica riservata alle classi meno abbienti in quanto non potendo permettersi l’acquisto di costosi capi in seta o cotone, usavano ritingere i vecchi tessuti per dare l’apparenza che fossero nuovi. Durante la relativa pace e serenità del periodo Edo, in Giappone rifiorirono le arti, e si diffusero molteplici tecniche e tradizioni locali, in cui lo shibori fu utilizzato sia come tecnica artistica di decorazione dei kimoni in seta destinati all’alta società, che per un utilizzo più popolare. Ma più della metà delle tecniche conosciute sono originarie del Giappone.
Ancora oggi grazie alla moda ed alle scelte di Designer contemporanei possiamo ancora indossare abiti ed accessori tinti con questa tecnica.
2. Tessuto in seta ritorta: è utilizzato a volte come tessuto elastico in modo da modellare il corpo anche grazie al taglio sbieco. Con effetto shibori, sono anche i tessuti sintetici.¹
₁ Mariella Azzali, Dizionario di costume e moda, ed. m.e. architectural book and review, 2015, voce "shibori", p. 807
Rames Gaiba
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