27 ottobre 2017

STONE WASHED | STONE WASHING

Stone Washed - locuzione inglese, usata in italiano al maschile, composto dalle parole stone, "pietra" e washed, "lavare" (lavato da pietre), appartenente al linguaggio internazionale dell'abbigliamento.

Trattamento industriale, fra i più utilizzati, che si effettua sul tessuto di cotone in pezza o in capo confezionato (è uno dei trattamenti del jeans) per accelerare l'effetto di lavaggio e dare sul diritto ai capi un risultato originale e invecchiato, stinto, vissuto. Il trattamento, inoltre, rende il tessuto più morbido e confortevole e, al contempo, più ruvida la superficie esterna degli indumenti trattati. Nello Stone Washed le macchine da lavaggio sono caricate con chili di pietra pomice che rimangono nel cestello per tutto il ciclo del lavaggio, insieme al tessuto o capi nella centrifuga; si esegue un energico lavaggio a 55-60°C, per un tempo variabile da 60 a 120 o più minuti, in presenza di pietra abrasive che graffiano il tessuto denim (ma non solo), dandogli un colore molto più chiaro (l'arco temporale determina il grado di scoloritura finale del tessuto, a causa delle abrasioni causate dalla pomice sul tessuto. Tra le più comuni, si usano le pietre pomici naturali¹ e sintetiche che durante la fase di lavaggio abradono il tessuto, riducendo anche le tonalità. Si possono utilizzare pietre pomici naturali (pietre di origine vulcanica) o pietre pomici artificiali quali la "leca".² Il tessuto o capo viene poi risciacquato, ammorbidito e asciugato in tumbler (turbang)  o all'aria e nei jeans, in rari casi, appesi singolarmente per favorire le sbiaditure d'indaco naturale, che creano caratteristiche colature differenti su ciascun capo.   


                    


In sostituzione alla pietra pomice sono stati proposti mezzi abrasivi diversi a base di silicati e plastica.

Super Stone Washed - Simile al precedente, anche se il risultato è notevolmente più chiaro, quasi azzurro, con piccole tracce d'abrasione. 


STORIA - Fra i pionieri di questo effetto vintage vi sono Marithé e François Girbaud³ che insieme aprirono la loro ditta e il loro primo negozio a Parigi abbigliamento country & western, diventando i più ostinati innovatori del jeans system. I Girbaud furono fra i primi a sperimentare il cosiddetto stone washing, il lavaggio con le pietre, già a metà degli anni Sessanta. All'inizio, in effetti, si trattava semplicemente di un trattamento per ammorbidire la stoffa. In quegli anni infatti i produttori di denim avevano cominciato - per motivi industriali e commerciali - a produrre tessuti sempre più pesanti (le 14 once rappresentavano ormai la norma), dunque anche più rigidi. Da qui la necessità di ammorbidirli in qualche modo. In principio si era proceduto con tecniche di lavaggio  chimico (il cosiddetto bleaching) a base di ipoclorito di sodio, cioè varechina, o di perossido di idrogeno o di permanganato di potassio. Poi si era passati ad altri metodi, e lo stone washing era il più importante. Si trattava infatti di effettuare il lavaggio dei jeans aggiungendo - ad acqua e detergenti - anche ghiaia. Il movimento del cesto delle lavatrici  avrebbe comportato un continuo sfregamento fra sassi e tessuti, con un duplice esito: la rimozione dal filato di una parte della tintura, e dunque un inevitabile effetto schiarente, e l'abrasione sul tessuto stesso, con altrettanto effetto-usura. Marithé e François Girbaud avevano fatto i loro primi test in una normale lavanderia di Parigi, mentre altri produttori impiegavano lavatrici industriali o, addirittura, vecchie lavatrici ospedaliere modificate a uso tessile. Un grosso problema, però, era rappresentato dalla ghiaia stessa, visto che in effetti era un materiale troppo pesante, si depositava sul fondo del cestello e danneggiava sia gli indumenti sia le macchine. Ogni fabbricante di jeans si ingegnò così per trovare le soluzioni giuste. «Nelle lavatrici abbiamo provato a gettare di tutto», ha ammesso qualche anno fa un dirigente della Lee. «Palle da golf, pneumatici sbriciolati, tappini della Coca Cola, pezzi di legno, cordami. Alla fine abbiamo scelto la pietra pomice».





--------------------
La pietra pomice è un minerale leggero e poroso, che non si deposita eccessivamente sul fondo delle lavatrici, ma resta in sospensione ed esercita per ore (anche otto, per ogni singolo lavaggio) la sua azione abrasiva. La pomice - una pietra di origine vulcanica - viene di solito acquistata in Grecia e Turchia, anche se molti sono d'accordo nel considerare migliore quella estratta nelle Eolie, a Lipari.
Franco Corbani - Nobilitazione dei tessili; Ed. Prodigi, 2017, vol. terzo, p. 354-355
Non ci sono brevetti né prodotti registrati a dirci quale aziendaper prima abbia sperimentato il delavaggio del jeans con pietre. Si contendono il primato:
- Marithé Bachellerie (nata a Lione, Francia nel 1942) e Fran
çois Girbaud (nato a Mazamet, regione del Midi-Pirenei, nella Francia meridionale, zona di grande tradizione tessile, nel 1945) lavorarono insieme dai primi anni Sessanta quando, appena ventenni, cominciarono a importare a Parigi abbigliamento country & western. Secondo quanto emerge dalla storia della loro attività, i coniugi Girbaud avrebbero sperimentato lo stonewash autonomamente in una lavanderia a Saint-Germain des Pres (impiegavano questo lavaggio per trattare alcuni capi Wrangler da loro rivenduti nei magazzini);
- Edwin, storica azienda giapponese produttrice di denim.
Jeans! Le origini, il mito americano, il made in Italy; Ed. Maschietto, 2005; Catalogo della mostra tenuta a Prato, Museo del Tessuto, 22 giugno-30 novembre 2005 - Laura Fiesoli - Come si strapazza un jeans. Breve storia dei (mal)trattamenti in capo, p. 145
Remo Guerrini - Bleu de Gênes; Ed. Mursia, 2009, pp. 141-143


Rames Gaiba
© Riproduzione riservata

__________
Leggi anche:

Nessun commento:

Posta un commento

Per ogni richiesta rettifica o integrazione o segnalazione link non più attivi esterni (anche video) inviare a Rames Gaiba una
Email: rames.gaiba@gmail.com
-----
■ I commenti non potranno essere utilizzati e non è accettata la condivisione a fini pubblicitari di vendita prodotti o servizi o a scopo di lucro o su articoli/post di informazione politica.
■ Non saranno accettati i commenti:
(a) che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy.
(b) che contengano indirizzi internet (siti collegati, e-mail).
■ Vi invito a non usare nei vostri commenti i caratteri tutti in maiuscolo.
■ Non manterrò in memoria interventi e messaggi che, a mio insindacabile giudizio, riterrò superati, inutili o frivoli o di carattere personale (anche se di saluto o di apprezzamento di quel mio post), e dunque non di interesse generale.

Le chiedo di utilizzare la Sua identità reale o sulla Sua organizzazione, e di condividere soltanto informazioni veritiere e autentiche. Non saranno pubblicati e non avranno risposta commenti da autori anonimi o con nomi di fantasia.

⚠ La responsabilità per quanto scritto nell'area Discussioni rimane dei singoli.

È attiva la moderazione di tutti i commenti.

Grazie per l'attenzione.

Rames GAIBA