17 luglio 2017

GINESTRA


Ginestra - dal latino genesta(m) o genista(m), di origine sconosciuta.

 
Fibra vegetale proveniente dal libro del "Cytisus scoparius" o "Spartium junceum"¹, estratta per macerazione della pianta omonima. Arbusto sempreverde a forma cespugliosa, alta fino a 5 metri e con rami giunchiformi color verde scuro. Si riesce ad estrarne circa il 20% in peso partendo dai ramoscelli secchi. La fibra è resistente all'acqua, alla luce, ai raggi ultavioletti e può essere miscelata con altre fibre quali lana, cotone, iuta, lino e cocco. È leggera, elastica e morbida, paragonabile a quella di canapa e lino.

L
a lavorazione presenta grandi difficoltà soprattutto perché i fasci fibrosi sono tenacemente saldati ai tessuti corticali. La fibra piuttosto grossolana e irregolare e con varie impurità, ha una lunghezza fra i 5 e 10 centimetri.² Oggi non esiste una filiera sviluppata della ginestra per la difficoltà di lavorazione industriale, che ne blocca la potenziale diffusione su larga scala.³




La sua coltivazione non richiede l'impiego di insetticidi ed anticrittogamici, al contrario di altre colture come quella del tra le quali il cotone. Non ha bisogno di terreni irrigati, ma cresce in zone anche piuttosto aride. E in più, difende i pendii dalle frane avendo radici molto lunghe e resistenti che penetrano a più di due metri di profondità.




Questa pianta cresce spontanea nell'area mediterranea.
In Italia la si trova in molti luoghi fra cui in Toscana, nell'Umbria, in Basilicata e nella Calabria.


In Calabria la ginestra è presente con le due varietà di Spartium Junceum (che cresce a quote inferiori a 800-900 metri)  e Cytisus Scoparius (tra gli 800 e 1500 metri) su almeno 2mila ettari del territorio regionale, in provincia di Cosenza, nel Reggino, nel Catanzarese, sulla Sila.

Nel  novembre 2021 Fendi ha esposto nella mostra "Hand in Hand" a Roma la sua borsa Baguette, disegnata nel 1997 dalla direttrice creativa Silvia Venturini Fendi, realizzata con la pianta calabrese.




IMPIEGHI: La fibra è impiegata raramente per la fabbricazione di filati, cordami, sacchi e tessuti per la casa (biancheria, tendaggi, tovagliati, copriletti, tappeti) e per abbigliamento artigianale fra cui anche borse, cinture e cappelli.

CODICE TESSILE: GI (EURATEX)

STORIA - È nota sin dall’antichità il suo impiego come pianta da fibra. Fenici, Cartaginesi, Greci e Romani la utilizzavano per la produzione di stuoie, corde e vari manufatti. L’industria “rurale del panno ginestrino che anche adesso si ritrova in varie regioni del mediterraneo, potrebbe indicare che tale usanza si sia tramandata sin dall’epoca greco-romana. La produzione di fibre di ginestra ha coinvolto ed è appannaggio di produzioni familiari legate all’autoconsumo, anche se dai primi del novecento, si riscontrano notizie su ginestrifici nel comune di Prato, Scandicci e Montelupo Fiorentino. In Italia la ginestra fu utlizzata in maniera massiccia negli anni '40 del secolo scorso quando si arrivò a produrre qrandi quantità a seguito dell'impossibilità  di importare tessuti e materie prime dall'estero. In particolare, il processo di lavorazione si sviluppò in Calabria.

CURIOSITA' -
Dai rametti nuovi, prima o durante la fioritura di alcune specie di ginestra (Ginestra africana, Genista tinctoria) si ricava un colorante giallo, molto resistente.

RIF. LETTERARIO -  Per dirla con le parole di Cesare Meano la ginestra è “entrata nella gloria per virtù d'uno dei più grandi poeti del mondo”, penultima lirica che chiude i Canti di Giacomo Leopardi «La ginestra» o fiore del deserto, scritta nella primavera del 1836 a Torre del Greco presso Napoli nella villa Ferrigni, ora denominata “Villa delle Ginestre, e pubblicata postuma nel 1845.
 
Qui su l'arida schiena / del formidabil monte / sterminator Vesevo, / la qual null'altro allegra arbor né fiore, / tuoi cespi solitari intorno spargi, / odorata ginestra, / contenta dei deserti

L'etimologia della parola greca spartos” sta a confermare la tradizionale utilizzazione della fibra nella produzione di stuoie, corde e manufatti vari. (Francesco De Simone, L'arte della tessitura a Longobucco - Ed. Ferrari, 2008, pp. 27-28).
Il nome Cytisus sembra derivare dal greco kytinos, che è l’antico nome della Medicago arborea, mentre il sinonimo Sarothamnus dalle parole greche “saros”= scopa e “thamnos”= arbusto. Il nome specifico si riferisce all’antico uso di rustica scopa adatta alla pulizia dei forni da pane, che veniva fatto con i suoi rami flessibili e difficilmente infiammabili.
Il nome volgare di ginestra dei carbonai proviene dall’uso che, grazie alla sua scarsa infiammabilità, veniva fatto dei suoi rami. Infatti venivano posti in cima alle carbonaie, per consentire alle cataste di legna, circondata dalla terra di bruciare lentamente e trasformarsi in carbone. Inoltre sempre i carbonai usavano i suoi rami per costruire il tetto delle loro capanne, nei boschi dove lavoravano, nel periodo estivo.
Mariella Azzali - Dizionario di Costume e Moda; Ed. m.e. architectural book and review, 2015, voce  “Ginestra odorosa”, p. 422
Michela Finaurini - La grammatica dei tessuti; Ed. Gribaudo, 2022, p. 84
Luisa Mosello - Dalle ginestre calabresi il tessuto a impatto zero - La Repubblica, 3 Gennaio 2022
Obiettivo del progetto è la valorizzazione dell’artigianato italiano legato ai territori, antiche tecniche e lavorazioni, trasmesse di generazione in generazione. Proprio come l’elaborazione del tessuto di ginestra, per cui la Fabbrica Tessile Bossio è stata selezionata a rappresentare l’artigianato tessile calabrese. Il tessuto di ginestra – progetto ideato dal Maestro tessitore Pasquale Filippelli – è stato realizzato dalla nostra azienda in tutte le sue fasi: raccolta, raccolta, bollitura, macero, scorticatura, sfibratura, battitura, cardatura, filatura e tessitura, fino alla colorazione naturale grazie ai gialli petali raccolti in piena fioritura. Una tecnica tradizionale, che rappresenta oggi un emblema della sostenibilità.
Cesare Meano - Commentario Dizionario Italiano della Moda;, Ed. Ente Nazionale della Moda, 1936, p. 180
Qui sulle aride pendici del temibile Vesuvio, portatore di sterminio, che nessun altro albero o fiore allieta col suo aspetto, spargi intorno i tuoi cespugli solitari, profumata ginestra, che ti accontenti di vivere in luoghi desertici.
In questa prima strofa, il poeta osserva la pianta della ginestra sulle pendici del Vesuvio. Essa è un fiore che nonostante cresca in un terreno vulcanico, poco favorevole alla vegetazione, si rigenera sempre.



Rames Gaiba
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