TUNICA - dal latino tunicum.
1. Oggi il termine indica una veste femminile corta e dritta o lunga, spesso senza maniche, dal taglio semplice, trattenuta o meno da una cintura alla vita. È una veste che arieggia le fogge classiche, o greche o romane.
Inglese: Tunic.
Abito a tunica © Maison Margiela, stagione Autunno-Inverno 2018-2019
La tradizionale tunica indiana è chiamata kameez, ed è manicata, varia nell'ampiezza e nella lunghezza, indossata su pantaloni (salwar) ampi alla coscia e stretti in fondo dove terminano con fasce applicate e decorate che cingono la caviglia.
Kameez, tradizionale tunica indiana
Grazioso il diminutivo tunichetta che indica, più propriamente, una blusa femminile dal taglio semplice, lunga fino a metà coscia, da indossare sopra la gonna o i pantaloni.
STORIA - È riapparsa nel XIX secolo in una versione simile al soprabito e indossata con lunghe gonne e abiti. All'inizio del XX secolo Poiret e altri stilisti l'hanno usata come elemento della silhouette sottile e allungata degli anni precedenti la prima guerra mondiale. La sua linea è stata nuovamente di moda negli anni '70 (sovente nelle collezioni Y. Saint Laurent), quando corti abiti erano indossati sopra indumenti leggermente più lunghi. Con cintura o senza, è stata anche portata sopra i pantaloni.
Tunica hippie, fine anni '60
2. Tunica da ginnastica, senza maniche, con uno sprone piatto sul busto lungo fino al ginocchio o al polpaccio e attraversato da profonde pieghe invertite o cannoni.
STORIA - A partire dall'inizio del Novecento è stata associata agli indumenti femminili per lo sport ed è stata indossata dalle studentesse inglesi nel corso del XX secolo.
3. Camice bianco indossato dal laico che esercita funzioni di lettore, cantore o ministrante durante le funzioni cattoliche.
4. Nel Medioevo, veste militare senza maniche, lunga fino al ginocchio e liscia, portata sotto l'armatura.
4. Nel Medioevo, veste militare senza maniche, lunga fino al ginocchio e liscia, portata sotto l'armatura.
5. Antica veste di lana o di lino a maniche corte, lunga fino al ginocchio, di linea dritta, trattenuta in vita da una cintura, indossata sia dagli uomini che dalle donne in epoca greco-romana.
STORIA - Le matrone romane la indossavano lunga e senza maniche, a imitazione del chitone greco, mentre l'uomo la usava come veste da casa. La donna portava sotto la tunica una fascia paragonabile all'odierno reggiseno senza coppe. Alla fine dell'Impero Romano, la tunica maschile aveva maniche lunghe ed era trattenuta da una cintura che formava uno sbuffo, mentre col passare del tempo si affermò la moda di indossare più tuniche una sull'altra, con manche lunghe, larghe o strette. Vi erano vari tipi di tunica, distinti da nomi diversi. Pretexta era la tunica listata di porpora, indossata dai fanciulli, mentre fino alla maggiore età indossavano la recta o regilla, che era indossata anche dalle giovani donne nel giorno delle nozze. La subucola veniva indossata direttamente sulla pelle e si usava anche la notte per dormire. La tunica intima dell'età repubblicana, era portata sotto la stola lunga a pieghe, mentre la tunica exterior era quella che si sovrapponeva a tutte le altre. La tunica palmata color porpora e ricamata in oro, veniva indossata sotto la toga picta. Troviamo l'uso di tuniche come la cotidiana, veste semplice da portare tutti i giorni, anche nel 1200.
Due coppie - Paride e Elena, Tristano e Isotta (anni '10 del XV sec.) *
Giovanni dal Ponte (Firenze, 1385-1438)
tempera e oro su legno, cm 33 x 78
Museo Czartoryski - Cracovia, Polonia
* Rappresenta un episodio della Divina Commedia - Inferno, Dante Alighieri.
Rames Gaiba
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