MOLLETTA (da bucato) Diminutivo di molla, dal latino mòllis, molle, flessibile.
Piccolo utensile di uso comune a molla, come quelli adoperati per fermare i panni stesi ad asciugare, o in forma. È un meccanismo a leva, con forza di ritorno elastica, dovuto alla presenza di due rebbi interconnessi, di uguale lunghezza, tra in quali è nella versione "classica" posta una molla in prossimità del fulcro. Realizzate in materiali diversi, generalmente legno od oggi, più frequentemente, di plastica.
Piccolo utensile di uso comune a molla, come quelli adoperati per fermare i panni stesi ad asciugare, o in forma. È un meccanismo a leva, con forza di ritorno elastica, dovuto alla presenza di due rebbi interconnessi, di uguale lunghezza, tra in quali è nella versione "classica" posta una molla in prossimità del fulcro. Realizzate in materiali diversi, generalmente legno od oggi, più frequentemente, di plastica.
Ora questo piccolo oggetto si è evoluto e può avere forme diverse anche senza molla.
Knijper - molletta ergonomica disegnata dallo studio belga Enthoven Associates²
per Moerman, 2012
per Moerman, 2012
La maggior parte delle mollette sono ora assemblate a basso costo quasi esclusivamente in Cina o paesi asiatici (Vietnam, Cambogia, Laos, Birmania).
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₁ Molletta in polipropilene Sono mollette stampate, che escono dallo stampo in formazione “a corolla” composta di 12 pezzi. L’utente stacca i pezzi dalla corolla. Un prodotto interessante anche perché, non essendo prevista l’aggiunta di una molla metallica, ne dei passaggi industriali come il montaggio e assemblaggio, il costo del prodotto era molto vantaggioso. Giulio Iacchietti (1966 - ) è un designer di fama internazionale.
₂ La molletta Knijper è realizzata in materiale plastico e anche in questo caso, priva della
tradizionale molla in metallo. Questa molletta sfrutta un meccanismo a
balestra indeformabile, che ha sufficiente forza per sostenere il peso
del bucato, ma che al tempo stesso richiede un minimo sforzo da parte di
chi la usa. La molletta è rivestita all’esterno con un
materiale soft-touch, che la rende piacevole al tatto e migliora il
grip. Lo stesso materiale riveste anche l’ interno così non lascia
segni sul tessuto.
Entrambe le note (₁ e ₂) sono tratte da il sito web 'Arredativo' in un articolo a firma 'Laura', pubblicato il 30 marzo 2020.
Entrambe le note (₁ e ₂) sono tratte da il sito web 'Arredativo' in un articolo a firma 'Laura', pubblicato il 30 marzo 2020.
🇫🇷 Francese: Pince a linge (da épingle e linge, in quanto serve per fissare, come farebbe uno spillo (épingle), la biancheria (linge) che si vuole far asciugare)
🇬🇧 Inglese: Clothespin (da clothes = vestiti + pin = spillo) | Clothes peg
🇩🇪 Tedesco: Wäscheklammer (da wäsche = lavanderia + klammer = clip)
🇪🇸 Spagnolo: Pinza de roba (da pinza = pinza [dal francese pince]; e ropa = vestiti)
🇵🇹 Portoghese: Grampo
🇬🇧 Inglese: Clothespin (da clothes = vestiti + pin = spillo) | Clothes peg
🇩🇪 Tedesco: Wäscheklammer (da wäsche = lavanderia + klammer = clip)
🇪🇸 Spagnolo: Pinza de roba (da pinza = pinza [dal francese pince]; e ropa = vestiti)
🇵🇹 Portoghese: Grampo
STORIA - Significativo di un "costume" di sempre, anche se non certamente affascinante per bellezza della molletta da bucato è spesso stata attribuita alla setta religiosa degli Shakers, fondata negli Stati Uniti nel 1772 da Madre Ann Lee. Essi erano noti per essere dediti al celibato e anche per essere gli artefici di diversi pezzi di arredamento che ritenevano essere l’espressione materiale della loro fede. Per questo ogni oggetto da loro prodotto aveva come caratteristiche principali l’estrema semplicità ed essenzialità, eliminando ogni abbellimento o decorazione. Così hanno inventato la rastrelliera a pioli per appendere tutto: sedie, oggetti, vestiti; in modo da poter pulire il pavimento con maggiore facilità. Dalla mania di appendere gli Shakers inventarono anche la molletta da bucato: costituita da una forcella di legno priva della classica molla ma modellata in un unico pezzo con una fenditura nel mezzo.
Tra
il 1852 e il 1887 l'Ufficio Brevetti degli Stati Uniti accordò
altrettanti brevetti a ben 146 tipi di mollette, anche se pare quanto
meno verosimile che la maggior parte di esse si basasse sullo stesso
principio della molletta degli Shaker, formata da due rebbi.
La molletta classica sarà composta da due pezzettini di legno uniti da una molla di acciaio che li unisce saldamente uno all’altro e fu ideata nel 1853, da un certo David M. Smith, originario di Springfield nel Vermont, Stati Uniti. Un miglioramento di questa prima idea arrivo nel 1887. Pare si tratti di un’aggiunta di Solon E. Moore, il quale brevettò il “fulcro a spirale”. Quelle che usiamo oggi sono più frequentemente in plastica e sono da attribuirsi a Mario Maccaferri che nel 1944 produsse una versione plastificata e molto resistente della molletta di Smith, poiché una sera a casa, sua moglie si lamentò che tutte le mollette da bucato di legno erano rotte o erano marcite a causa dell’umidità dei panni.
CURIOSITÀ - Negli Stati Uniti, a Philadelphia vi è un monumento alla molletta, alta 13,7 metri in acciaio inossidabile. creata dall'artista Claes Oldenburg (lo stesso della scultura a Milano “Ago, Filo e Nodo”).
Rames Gaiba
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