Navétta - dal francese navette, propriamente piccola nave.
Si chiama invece →spola la bobina (cannello) posta all'interno della navetta per tessere, sul quale è avvolto il filo di trama; nell'uso comune, anche se impropriamente, è definita spola l'insieme della navetta e del cannello.
Italiano: navetta per tessitura - 🇫🇷 Francese: Navette de tissage 🇬🇧 Inglese: Weaving shuttle 🇩🇪 Tedesco: Webschūtzen 🇪🇸 Spagnolo: Lanzadera (de tejedura)
STORIA - Vari tipi di arnese erano anticamente impiegati per l'inserimento della trama nell'ordito: stecche in legno e in osso, fusi di legno ancora oggi usati in alcune regioni per la fabbricazione di tappeti e stuoie. Nei telai impiegati in Europa nel XII sec. la navetta, che presentava un incavo centrale attraversato da un fuso su cui si infilava la spola col tubetto o il rocchettino di trama, veniva inserita a mano nel passo dell'ordito del tessitore. Il primo disegno di un telaio meccanico e di una navetta passata nell'ordito è stato realizzato nel 1495-96 da Leonardo da Vinci ed è contenuto nel Codice Atlantico, a pagina 985r¹. Tale procedimento rendeva assai difficoltosa la tessitura delle stoffe alte; per ovviare a questo inconveniente John Kay (1733) apportò modifiche al telaio e ideò le brevettò la navetta volante, munita di rotelle per facilitare lo scorrimento della navetta stessa sulla soglia del battente. Con l'avvento del telaio meccanico (1785) la navetta fu munita alle due estremità di punte d'acciaio che la proteggevano dai colpi impartiti dai tacchetti. Con l'introduzione del cambio automatico della spola nel telaio meccanico (1889) anche la navetta fu modificata: il fuso interno venne sostituito con una molla in acciaio a pinza che trattiene la spola a una estremità e fu eliminato il fondo della navetta stessa per consentire il ricambio della spola esaurita con quella carica. Il successivo passaggio avviene intorno al 1950 con l'arrivo dei primi telai senza navetta, a nastro. Il salto di qualità è enorme: il filo viene portato da una pinza che lo guida fino a metà del tessuto, mentre una seconda pinza completa l'opera, dalla parte opposta. Il telaio, che prima doveva essere fermato ogni volta che finiva la spola, adesso non conosce più soste, e si arriva a 100-120 battute al minuto. Oggi, nei telai moderni, a partire dagli anni '60 è stata sostituita da apposite pinze che trascina il filo o da un getto d'aria compressa o di acqua.² Questo consente di lavorare ad una velocità superiore alle 500 battute al minuto.
__________
₁ È conservato presso la Biblioteca Ambrosiana a Milano.
1. È un elemento di forma allungata (simile ad un parallelepipedo), con un incavo in cui è alloggiata la spola, con il filo di trama, avente la funzione di formare l'intreccio inserendo con un moto di va e vieni il filo di trama attraverso il passo dei fili di ordito. Le navette, oltre che di legno duro (a volte si appesantiva la parte posteriore della navetta, facilitandone l'aderenza al pettine durante la corsa: l'appesantimento è ottenuto con aggiunte di metallo alla parte posteriore della navetta), sono di acciaio e di materiale sintetico; la loro forma, misura (la lunghezza può variare tra i 30 cm e i 60 cm) e il loro peso variano a seconda del tipo di telaio, del filato utilizzato e del tessuto da produrre; l'adozione di una navetta più o meno grande è subordinata alla qualità della trama e allo sforzo cui deve sottostare l'ordito nel tessuto da fabbricare: se l'ordito è debole e se è passato numerosi licci, la grossezza della navetta deve essere limitata e in relazione alla corsa del battente, per non provocare rotture di fili con una bocca troppo ampia.
Si chiama invece →spola la bobina (cannello) posta all'interno della navetta per tessere, sul quale è avvolto il filo di trama; nell'uso comune, anche se impropriamente, è definita spola l'insieme della navetta e del cannello.
Navetta per telaio a mano
STORIA - Vari tipi di arnese erano anticamente impiegati per l'inserimento della trama nell'ordito: stecche in legno e in osso, fusi di legno ancora oggi usati in alcune regioni per la fabbricazione di tappeti e stuoie. Nei telai impiegati in Europa nel XII sec. la navetta, che presentava un incavo centrale attraversato da un fuso su cui si infilava la spola col tubetto o il rocchettino di trama, veniva inserita a mano nel passo dell'ordito del tessitore. Il primo disegno di un telaio meccanico e di una navetta passata nell'ordito è stato realizzato nel 1495-96 da Leonardo da Vinci ed è contenuto nel Codice Atlantico, a pagina 985r¹. Tale procedimento rendeva assai difficoltosa la tessitura delle stoffe alte; per ovviare a questo inconveniente John Kay (1733) apportò modifiche al telaio e ideò le brevettò la navetta volante, munita di rotelle per facilitare lo scorrimento della navetta stessa sulla soglia del battente. Con l'avvento del telaio meccanico (1785) la navetta fu munita alle due estremità di punte d'acciaio che la proteggevano dai colpi impartiti dai tacchetti. Con l'introduzione del cambio automatico della spola nel telaio meccanico (1889) anche la navetta fu modificata: il fuso interno venne sostituito con una molla in acciaio a pinza che trattiene la spola a una estremità e fu eliminato il fondo della navetta stessa per consentire il ricambio della spola esaurita con quella carica. Il successivo passaggio avviene intorno al 1950 con l'arrivo dei primi telai senza navetta, a nastro. Il salto di qualità è enorme: il filo viene portato da una pinza che lo guida fino a metà del tessuto, mentre una seconda pinza completa l'opera, dalla parte opposta. Il telaio, che prima doveva essere fermato ogni volta che finiva la spola, adesso non conosce più soste, e si arriva a 100-120 battute al minuto. Oggi, nei telai moderni, a partire dagli anni '60 è stata sostituita da apposite pinze che trascina il filo o da un getto d'aria compressa o di acqua.² Questo consente di lavorare ad una velocità superiore alle 500 battute al minuto.
__________
₁ È conservato presso la Biblioteca Ambrosiana a Milano.
₂ Il filo di trama è contenuto dentro rocchetti fissi e viene sparato da una specie di «proiettile» attraverso l’ordito (oppure si usa l’aria compressa). Quando il filo raggiunge l’estremità del tessuto, viene tagliato e ripiegato a formare la cimosa.
30 Novembre 2017
Rames Gaiba
© Riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento
Per ogni richiesta rettifica o integrazione o segnalazione link non più attivi esterni (anche video) inviare a Rames Gaiba una
Email: rames.gaiba@gmail.com
-----
■ I commenti non potranno essere utilizzati e non è accettata la condivisione a fini pubblicitari di vendita prodotti o servizi o a scopo di lucro o su articoli/post di informazione politica.
■ Non saranno accettati i commenti:
(a) che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy.
(b) che contengano indirizzi internet (siti collegati, e-mail).
■ Vi invito a non usare nei vostri commenti i caratteri tutti in maiuscolo.
■ Non manterrò in memoria interventi e messaggi che, a mio insindacabile giudizio, riterrò superati, inutili o frivoli o di carattere personale (anche se di saluto o di apprezzamento di quel mio post), e dunque non di interesse generale.
Le chiedo di utilizzare la Sua identità reale o sulla Sua organizzazione, e di condividere soltanto informazioni veritiere e autentiche. Non saranno pubblicati e non avranno risposta commenti da autori anonimi o con nomi di fantasia.
⚠ La responsabilità per quanto scritto nell'area Discussioni rimane dei singoli.
È attiva la moderazione di tutti i commenti.
Grazie per l'attenzione.
Rames GAIBA