6 maggio 2017

ERMELLINO

Ermellino - probabilmente dal latino medioevale (mus) armeninus, (topo) dell'Armenia.

Pelliccia ricavata dall'omonimo mammifero dei Mustelidi, che vive soprattutto in Canada e C.S.I., ma anche in Europa ad eccezione delle regioni mediterranee, in Asia, Groenlandia, nel Nord degli Stati Uniti. Durante l'inverno questo animale cambia pelo e dal colore rosso-giallastra (dell'estate) acquista un colore bianco candido, tranne per la punta della coda che rimane sempre nera. La lunghezza di una pelle di ermellino è di ca. 20 cm e la larghezza di 8. L'indice di durata è di 6. L'ermellino è la pelliccia più nobile ed è utilizzata come fodera di re e principi, oltre che come risvolto del copricapo papale "camàuro". Oggi essa viene usata dall'Alta Moda per bordare le vesti, e meno per mantello da sera, dato anche il suo alto costo.

Francese: Hermine - Inglese: Ermine - Tedesco: Hermeline - Spagnolo: Armiño

STORIA - Severe leggi suntuarie ne proibirono l'uso; le donne seguitarono ad impiegarla facendola passare per pelle di agnellini lattanti detti «lattizzi» o conigli bianchi. Alla fine del 1400 Isabella d'Este Gonzaga richiedeva una bernia (ampio mantello) fatta con ottanta ermellini. Nel 1500 sarà solo per pochi privilegiati e spesso insegna di potere.



Dama con l'ermellino (1488-1490) - Leonardo
olio su tavola, cm 54.8 x 40.3
Cracovia, castello del Wawel

CURIOSITÀ - La pelliccia dell'ermellino, nel manto invernale, è anche straordinariamente spessa: ogni centimetro racchiude fino a 20 mila peli.

SIMBOLI, MITI E CREDENZE - L'ermellino trae il suo significato di purezza e di candore dal suo manto bianco come il latte ed immacolato. Esso entra per questa ragione a far parte dell'abbigliamento di certi religiosi, attestando il valore spirituale della loro persona e della loro funzione.

In araldica, designa una pelliccia bianca moscata di nero (lo stemma è composto di un campo d'argento seminato di fiocchetti di nero, in forma di trifoglio con il gambo tripartito ed allargato, che sono detti "mosche d'armellino" o "moscature"). Per ogni animale utilizzato nella confezione di un capo d'abbigliamento, la punta della coda, sempre nera, era separata dal resto della pelliccia e poi utilizzata per "moscare" (macchiettare) la veste ottenuta.


Armellino - moscature nere su fondo bianco


Sue varianti sono: il grand'armellino (con le moscature non seminate ma in numero), contrarmellino (che indica una pelliccia opposta, di nero seminato di moscature d'argento); l'armellinato (che - in Italia - designa qualunque pelliccia avente il disegno dell'armellino ma colori diversi dal bianco e nero. L'armellino è un simbolo comune nella iconografia bretone (regione del nord ovest della Francia).

Lo Zibellino, o falso armellino, è un seminato di moscature costituite solo dalla piccola coda (dunque senza i tre punti della testa).

Nella rappresentazione amerindiana (popolazione distribuita sulle coste e le isole costiere dell'Alaska e del Canada) delle costellazioni, l'Orsa Maggiore è talvolta paragonata ad un ermellino.

Ermellino moucheté - dal francese, col significato di macchiato, maculato.

Le code scure disposte in maniera simmetrica sulla pelliccia. Nelle vesti da cerimonia le code formeranno file varianti nel numero, in rapporto al rango di chi indossava il manto. Usati anche come manicotti.




Luigi XIV di Francia (1701) - Hyacinthe Rigaud
olio su tela, cm 277 x 194
Parigi, Musée du Louvre
 



STORIA - I primi ermellini moucheté sembra risalgano al tempo di Marco Polo e li troviamo ancora nel 1800.  

Meno comune è armellino, che indica l'animale e la pelliccia in genere, e che è termine tradizionalmente usato in araldica al posto di ermellino.


Rames Gaiba

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