21 giugno 2017

PILE (tessuto)

Pile [pail] - termine inglese.

Stoffa realizzata in tessitura, in maglia gettata e in maglia rasata. In quest'ultimo caso, si utilizza il jersey bouclé. Sulle due facce della stoffa vengono viene poi eseguita una spazzolatura finale (in inglese fleece) che serve a creare l’aspetto soffice e a pelo raso. Tessuto morbido e peloso, idrorepellente e isolante, caldissimo. Il pile è una fibra sintetica a base di poliestere, ottenuta da materiali quali il PET (polietilene tereftalato) in pratica, le bottiglie di plastica riciclate. Il PET viene frammentato in scaglie, chiamate "flake", delle dimensioni dei coriandoli. Per le applicazioni nel settore tessile le scaglie di PET vengono trasformate in batuffoli, simili a quelli del cotone, sottoposti a cardatura e raccolti in matasse di filato col quale verrà tessuto il pile. [1] Nella sua composizione, oltre al poliestere, possono essere aggiunte altre fibre, come poliammide, acrilico ed elastan.   Grazie alle sue qualità, tra cui la semplicità nel lavaggio (a 30°C o 40°C) e la rapida asciugatura senza stiratura (easy-care), la famiglia dei tessuti di pile si è a poco a poco arricchita di infinite varianti, con mano, pesi (dalla versione "peso seta" silkweight a quella loft progettata per attività outdoor in condizioni di freddo intenso), peculiarità e prestazioni diverse. Il marchio più conosciuto nel pile è il Polartec ® (fibra in poliestere). [2]


Oggi è possibile lavorare la superficie in modo da ottenere effetti speciali, a volte davvero glamour. Esiste anche un tipo di pile jacquard, prodotto di alta qualità, realizzabile con qualsiasi disegno, impiegato soprattutto dall'haute couture. Ecco allora il pile dall'aspetto tweed, l'effetto spina di pesce, le cordonature più o meno sottili e il look "lana tricot" o "lana vissuta", che si aggiungono ai già noti nido d'ape, costine e alla superficie che ricorda il piqué di cotone, o le varie spalmature. Fra le più recenti novità, ad alto tasso di tecnologia, c'è un pezzo-cult il Polartec Thermal Pro Biomimicry che imita (nel vero senso della parola) la pelliccia degli animali. Il suo punto di forza è il doppio manto, perché sotto al pelo lungo che lo caratterizza c'è un "sottomano" più fitto, morbido, vellutato. Per ogni singolo pelo di copertura ci sono 5-10 peluzzi esili e piumati, che formano una sorta di vestito aderente alla pelle, con il vantaggio (gli stessi che godono i gatti o gli orsi) che questo vello protegge perfettamente dal freddo e dalle intemperie e, in più, è sottile, leggerissimo, eccezionalmente traspirante.

IMPIEGHI: Utilizzato specialmente per indumenti sportivi o da montagna, ma anche per realizzare pigiami, T-shirt ed altri accessori abbigliamento, dai berretti ai guanti alle pantofole.


[1] Stefanella Sposito, Archivio tessile, ed. Ikon, 2014, voce Pile, p. 269
[2] Nel marchio Polartec il grado di isolamento termico è definito da un numero: Polartec 100, per sweater di peso medio e indumenti intimi molto leggeri; Polartec 200, fibra standard, calda e versatile, con cui si producono la maggior parte dei capi in commercio; Polartec 300, adatto alla realizzazione di capi tecnici.   

STORIA - Nasce nel 1979 dalla messa a punto di una fibra sintetica ricavata dal poliestere, da parte della ditta americana Malden Mills, che deposita il marchio Polartec.

CURIOSITÀ - Da ventidue bottiglie di scarto si produce un chilogrammo di ovatta poliestere. Una singola giacca di Polartec può essere realizzata con quindici bottiglie in PET da due litri. 


Rames Gaiba
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