19 giugno 2017

VISCOSA


Viscosa - da viscoso.

Fibra artificiale detta raion-viscosa. In filo continuo (di aspetto serico) e in fiocco (simile al cotone). È ottenuta dalla cellulosa molto pura. La sua materia prima è il legno (alberi di "pino del sud", a crescita veloce), o è costituita dai linters di cotone, trattata con soda caustica (processo di mercerizzazione) che trasforma la cellulosa in una specie di "sale", detto alcali cellulosa, che viene addizionato con solfuro di carbonio; si forma così lo xantogenato di cellulosa, una sostanza solubile in una soluzione di idrato sodico. In questo modo la cellulosa, insolubile in acqua, è stata trasformata in una sostanza solubile in acqua: la soluzione viene fatta passare attraverso un disco con sottili fori (estrusione); i filamenti liquidi che escono dalla filiera passano attraverso una soluzione di acido solforico che scompone lo xantogenato di cellulosa sotto forma di sottili fibre.

CARATTERISTICHE: mano dolce e aspetto serico (eccellenti caratteristiche estetiche per proprietà di brillantezza e drappeggio), comfort tipico delle fibre vegetali, buona resistenza all'usura (allo stato asciutto), elevata capacità di assorbimento dell'umidità , ottime proprietà di traspirabilità, antistaticità. Ha un eccellente mischiabilità con tutte le fibre naturali, artificiali e sintetiche; ha facilità di tintura e stampa, con risultati di solidità tinte al massimo livello. È biodegradabile.

IMPIEGHI: Sia nel campo dell'abbigliamento (in filo continuo per tessuti serici o foderame; come fiocco per tessuti di tipo cotoniero) che dell'arredamento.

CODICE TESSILE: VI (EURATEX)

Inglese: Viscose - Francese: Viscose - Tedesco: Viskose - Spagnolo: Viscosa


STORIA - Punto di partenza è l'acquisizione della conoscenza del fatto che tutte le fibre vegetali hanno in comune un unico elemento costituente, la cellulosa. Nell'anno 1839 il francese Payen riuscì ad isolare per la prima volta cellulosa da un albero. Per fare questo fu necessario separare la cellulosa dal secondo elemento costituente del legno, la lignina. Questa separazione della cellulosa dalla lignina è di particolare importanza per la produzione industriale della viscosa. All'Esposizione Universale di Parigi del 1889 il francese Conte Chardonnet presentò una piccola macchina per filatura che realizzava dei fili lucidi da una sostanza allo stato liquido: la nitrocellulosa. Chardonnet aveva presentato domanda di brevetto della sua invenzione già 5 anni prima. La sua richiesta di brevetto portava il titolo «materiale tessile artificiale simile alla seta». Era nato il concetto di seta artificiale. A parte i successi iniziali non si affermò mai sul mercato: era facilmente infiammabile. Purtuttavia Chardonnet ebbe, con il suo brevetto, un'influenza decisiva sugli ulteriori sviluppi. Il chimico dr. Max Fremery di Colonia e l'ing. Johannes Urban di origine austriaca dal 1891 producevano, nel piccolo villaggio renano di Oberbruch, lampadine a incandescenza. Nella ricerca di un materiale per i filamenti incandescenti essi riuscirono a rendere solubile la cellulosa naturale del cotone in cuproammonio ed a filare da questa soluzione un filamento per lampadine di caratteristiche migliori e di durata notevolmente maggiore. Però essi ebbero anche l'intuizione che questo nuovo filo, se lo si stirava in modo da renderlo molto fine, avrebbe potuto avere importanza per il settore tessile. In particolare non possedeva la caratteristica negativa della seta alla nitrocellulosa del Conte Chardonnet e cioè di essere facilmente infiammabile. Nasce la seta artificiale al cuproammonio (denominata a causa del suo aspetto lucente «Glanzstoff» = materiale brillante) che alcuni anni dopo portò alla fondazione della Vereinigte Glanzstoff-Fabriken. Negli anni dal 1892 al 1897 il procedimento fu così perfezionato che il 1° dicembre 1897 poté essere presentata domanda di brevetto. Due anni più tardi, il 19 settembre 1899 Fremery e Urban fondarono a Elberfeld la Vereinigte Glanzstoff-Fabriken. 

CURIOSITA' - Durante il ventennio fascista la paludosa e malarica zona intorno al piccolo paese di Tor Zuin, nella bassa friulana (siamo nella provincia di Udine) fu bonificata e divenne sede di una delle più importanti industrie di produzione di fibre di cellulosa. La SNIA Viscosa associò una parte del nome alla nuova cittadina che ora si chiama appunto Torviscosa, costruita tra il 1937 e il 1942, che tutt'ora resta uno dei centri più interessanti di archeologia industriale. A seguito della politica autarchica del fascismo e degli esiti della crisi del 1929 l'industrializzazione del nostro paese si trovò nella necessità di approvvigionarsi di fonti primarie. Tra queste vi era il legname per la produzione di cellulosa. La scarsità e l'importazione spinsero i tecnici dei laboratori SNIA a mettere a punto un procedimento di produzione della cellulosa partendo dalla “canna gentile” (Arundo donax), di cui fu depositato il brevetto nel 1935. La fabbrica fu inaugurata il 2 settembre 1938 da Benito Mussolini. Ora questo importante sito di archeologia industriale è curato dalla Fondazione di Torviscosa, ed è legata al nome di una grande azienda italiana, la Snia Viscosa, che nel 1937 scelse questo sito per un importante insediamento agricolo e industriale per la produzione di fibre vegetali da cui ricavare la cellulosa. Il vero protagonista fu Franco Marinotti, allora amministratore delegato di Snia. Uomo poliedrico e imprenditore energico, Marinotti, decise le strategie industriali e finanziarie, scelse l’architetto che avrebbe progettato la nuova città e gli artisti che la dovevano arricchire di monumenti. Gli storici di architettura e di urbanistica hanno coniato per questi centri la formula, “città di fondazione” per sottolineare le peculiarità, nel contesto urbano italiano, di queste tipologie edilizie caratterizzate da architetture di regime.


Mussolini all'inaugurazione fabbrica il 2 settembre 1938
Immagine dell'epoca (anni '40) di Torviscosa

Torviscosa (Udine)
stabilimento centrale - viale principale



Bibliografia
  • a cura della Akzo, Viscosa. Una Storia naturale, Ed. Akzo, s.d. ma 1998 (libro pubblicato per i cento anni della prima fabbrica Enka a Oberbruch, in Germania).


  Rames Gaiba
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