Kimono - voce giapponese, 着物 letteralmente ki significa "abito" e mono "cosa" (da indossare). Termine appartenente al linguaggio internazionale dell'abbigliamento.
1. Abito tradizionale giapponese, femminile e maschile, costituito da una lunga veste generalmente di seta leggera, oppure in broccati sempre in seta però più pesanti (questi sono usati per le cerimonie) o cotone, ricamata o stampata a colori, stretto alla vita da un alta cintura annodata dietro. Tra le varie tipologie di kimono (ne esistono decine, ognuna con la sua specifica funzione, la sua stagionalità e le sue regole) ve ne sono tre principali che si differenziano soltanto nell'attaccatura e nell'ampiezza delle maniche: il kosode ha la manica stretta, l'hirosode ha le maniche ampie e il fuorisode (振袖) è il tipo più formale di kimono (escludendo il jūnihitoe), fatto di seta molto pregiata e colorata, e ha le maniche ampie le maniche che pendono.
Il kimono estivo è chiamato katabira.
Una parte importante del kimono è rappresentata dall'obi cioè la fascia con cui si chiude il kimono.
La struttura del kimono è estremamente semplice: 4 lunghe strisce rettangolari di tessuto cucite insieme in verticale. La semplicità di questa forma fa si che il kimono ma anche l'obi possono essere piegati lungo le cuciture in forme rettangolari perfette. I modelli di kimono variano a seconda del sesso, della classe sociale e della cerimonia a cui si partecipa. Vengono decorati a seconda delle stagioni (ad esempio: in primavera vi saranno rappresentati degli uccellini in mezzo al verde; in inverno potrebbe essere rappresentato un paesaggio invernale; nei periodi festivi prevalgono disegni di bambù, di pini e di fiori del pruno perché considerati segni di prosperità e di buona fortuna).
Kimono di seta. Periodo Taisho (1911-1927), Giappone.
Kimono donna (1923)
Romain de Tirtoff, in russo Роман Петрович Тыртов, detto Erté (1892-1990)
Romain de Tirtoff, in russo Роман Петрович Тыртов, detto Erté (1892-1990)
Furisode in seta, parzialmente ricamato, con obi.
Giappone circa 1940-1960
Giappone circa 1940-1960
Shéhérazade * Kimono
Christian Dior Haute Couture by John Galliano
Primavera Estate 1998
* Questo kimono è ispirato al balletto “Shéhérazade” delle “Mille e una notte”.
Christian Dior Haute Couture by John Galliano
Primavera Estate 1998
* Questo kimono è ispirato al balletto “Shéhérazade” delle “Mille e una notte”.
Il kimono è una veste estremamente versatile e comprende tutte le componenti di questo abito tradizionale, che può essere composto da una a sei vesti indossate una sopra l'altra. Per un kimono possono servire anche 14 m di tessuto a seconda del modello. Gli eccessi del tessuto, durante la realizzazione del kimono non vengono mai tagliati, bensì lasciati dentro ripiegati, così se dovesse essere necessario allungare si può fare.
Sopra al kimono si può indossare l'uchikake, una veste aperta ed imbottita che ricade sulle spalle come una stola.
Sopra al kimono si può indossare l'uchikake, una veste aperta ed imbottita che ricade sulle spalle come una stola.
2. Anche tipico indumento indossato da chi pratica lo judo. È costituito da pantaloni in cotone chiamati zubon, questi sono ampi e robusti, non hanno ne bottoni ne zip in quanto sono sostenuti da un cordone che passa in una cinturina lungo la vita. La casacca, sempre in cotone, più robusto di quello dei pantaloni, anch'essa priva di oggetti metallici e di bottoni; sulle zone più a rischio di strappi cioè il collo e le spalle, vi è un ulteriore rinforzo di tessuto. La cintura chiamata "obi" è sempre in cotone e può essere di diversi colori a seconda del grado (capacità) dell'atleta.
3. Il termine, dall'inizio del XX secolo, è anche usato per indicare nell'abbigliamento occidentale una manica ampia e senza cuciture sulle spalle.
Rames Gaiba
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