«Raggiungere l'armonia tramite l'equilibrio dei rapporti fra linee, colori e superfici.
Solo in modo più nitido e più forte»
Piet Mondrian
Il fascino che i brand della moda subiscono dal mondo dell'arte è noto, con continue contaminazioni anche nelle collezioni odierne. Riferimenti continui a pittori e movimenti artistici di qualsiasi epoca sono riscontrabili in collezioni di alta moda così come in marchi streetstyle e low cost, in particolare, Piet Mondrian (vero nome Pieter Cornelis Mondriaan - Amersfoort, Olanda, 1872 - New York, 1944), importante esponente del movimento De Stijl ("lo stile", in olandese) e il suo Neo-Plasticismo (come è chiamato da lui) sono temi ricorrenti nell'industria dell'abbigliamento, e ai designer piace ispirarsi a quelle geometrie fatte di colori primari.
L'astrattismo di Mondrian, che inizia nel 1920, si fonda su un doppio principio quello della dimensione della figura geometrica ortagonale con l'utilizzo di linee orizzontali e verticali, escludendo la diagonale e dell'uso esclusivo dei colori primari, giallo, rosso, blu, e del bianco e nero (non colori).
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Mondrian "day dress", autunno 1965 - Yves Saint-Laurent jersey di lana in blocchi di colore bianco, rosso, blu, nero e giallo The Metropolitan Museum of Art - New York |
Primo su tutti Yves Saint-Laurent, che a metà degli anni '60 stampa su un abito in jersey di lana dal taglio ad A le geometrie artistiche di Mondrian. Il miniabito diventa un simbolo della griffe e di un'intera generazione di appassionate di moda. Nel 1965 costava 133.000 Lire italiane.
Questa è la foto di David Bailey apparsa sulla covers della rivista Vogue Paris, edita nel Settembre 1965.
Lo stilista ha poi riproposto quegli abiti nel 2002.
Lo stilista ha poi riproposto quegli abiti nel 2002.
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2002 - Yves Saint-Laurent |
Nelle collezioni Autunno Inverno 2011-2012 anche Narciso Rodriguez (1961 - stilista statunitense, di origini cubane), Chanel, Prada, Costume National (casa di moda italiana) prendono ispirazione da questo grande artista.
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Prada |
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Costume National |
Non c'è segmento di prodotto del fashion che non sia stato attratto dalla magia delle linee di Mondrian, qui di seguito documentate con alcune illustrazioni.
Iniziamo questo viaggio dalle scarpe "Dunk" della Nike, prodotte nel 2008 in tiratura limitata, sono liberamente ispirate al suo quadro più famoso.
Iniziamo questo viaggio dalle scarpe "Dunk" della Nike, prodotte nel 2008 in tiratura limitata, sono liberamente ispirate al suo quadro più famoso.
Le Dunk sono scarpe da basket che nascono nel 1985. Prodotte in una miriade di colori (praticamente si potevano abbinare ai colori di quasi tutte le squadre), con doppio paio di lacci abbinato. Negli anni novanta diventano le scarpe più apprezzate dagli skaters di tutto il mondo.
Anche Christian Louboutin (stilista calzaturiero francese, uno dei più esclusivi nell'ambito dell'alta moda) non ha voluto sottrarsi ad ispirarsi a Mondrian, con le sue meravigliose scarpe femminili.
Altrettanto Dolce & Gabbana, nel 2005
Andrea Pfister stilista italiano (1942-2018) di calzature, alcune delle sue creazioni più belle sono custodite a Vigevano presso il Museo della Calzatura.
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1974 |
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2009 |
Ruth Davis, designer e creatore americano.
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2009 |
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Judith Leiber |
Vans non è da meno: ha di recente lanciato uno dei suoi modelli più classici, le Authentic, liberamente ispirate all’opera più famosa del pittore, Composition with Yellow, Blue and Red (olio su tela, cm 91.5 x 92 che si trova nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma).
Ultimo è questo originale, di impatto, geometrica, costume da bagno. È la Capsule Mondrian Swimwear Collection (2010) disegnata da Sarah Scofield, talentuosa fashion designer austrialiana. Il giallo con il rosso, il bianco con il blu e il nero, costumi interi o a fascia, per una collezione che si vuole ispirare allo stile famoso in tutto il mondo delle operre d'arte di questo grande pittore.
Modus Videndi - collezione Autunno/Inverno 2015-16
Foto di: Gavin Harrison
Modello: Phillip Sharp
È proprio il caso di dire quando la moda si incontra con l'arte!
Mondrian e L'Oréal (1980)
Mondrian e L'Oréal (1980)
L'arte pubblicitaria molte volte si è ispirata a grandi artisti. Nel 1980, L'Oréal ha riutilizzato lo stile Mondrian nella sua gamma di prodotti "Look Cycle". I riquadri sono su sfondo bianco e hanno quadrati di colori primari. Il marchio di cosmetici L'Oréal ha già una forte immagine di marca, il riuso di opere d'arte ha aggiunto ai suoi prodotti una forma di prestigio.
Essere Mondrian / Enrico Maria Davoli
“Lo stile neoplasticista del Mondrian maturo, a base di barre nere e parallelogrammi bianchi, grigi, blu, rossi e gialli, il tutto rigorosamente regolato secondo orizzontali, verticali e perpendicolari, si è profondamente infiltrato nell’immaginario collettivo del secolo XX. Con le sue strutture primarie, minimali, esso ha rappresentato non solo un punto di riferimento nell’ambito delle arti pittoriche e plastiche in senso stretto, ma ha anche colonizzato aree assai più ampie ed eterogenee: dall’architettura alla moda, dalla grafica alla pubblicità, dal design alla scenografia per il teatro e il cinema. In altre parole, Mondrian ha fornito al ‘900 – secolo iconoclasta, critico verso ogni forma di decoro e di decorazione – una serie di opzioni semplici, adattabili ad ogni contesto ambientale e sociale, potendo così surrogare ed aggirare quelle pratiche ornamentali, ereditate dal passato, che le avanguardie avevano rigettato.”
“Lo stile neoplasticista del Mondrian maturo, a base di barre nere e parallelogrammi bianchi, grigi, blu, rossi e gialli, il tutto rigorosamente regolato secondo orizzontali, verticali e perpendicolari, si è profondamente infiltrato nell’immaginario collettivo del secolo XX. Con le sue strutture primarie, minimali, esso ha rappresentato non solo un punto di riferimento nell’ambito delle arti pittoriche e plastiche in senso stretto, ma ha anche colonizzato aree assai più ampie ed eterogenee: dall’architettura alla moda, dalla grafica alla pubblicità, dal design alla scenografia per il teatro e il cinema. In altre parole, Mondrian ha fornito al ‘900 – secolo iconoclasta, critico verso ogni forma di decoro e di decorazione – una serie di opzioni semplici, adattabili ad ogni contesto ambientale e sociale, potendo così surrogare ed aggirare quelle pratiche ornamentali, ereditate dal passato, che le avanguardie avevano rigettato.”
Enrico Maria Davoli¹
₁ Enrico Maria Davoli (Reggio Emilia 1959) si occupa di storia dell’arte moderna e contemporanea con specifico riferimento alle vicende del Simbolismo, del Divisionismo, dell’Art Nouveau, delle Avanguardie Storiche, e di temi e problemi relativi alla decorazione e all’ornatistica sia storiche sia contemporanee. Ha all’attivo una ricca attività pubblicistica. Dirige il bimestrale online Fare Decorazione, Rivista online di discussione sui temi del decoro in arte.
Rames Gaiba
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