Voce inglese; usato in italiano come singolare maschile o singolare femminile (plurale le bandane o i bandana); variante meno comune di bandanna, derivato dal termine hindu (lingua sanscrito) bādhnū, , la cui traduzione è “panno legato”, nome di un sistema di tintura usato nella produzione originaria, che significa legare. Entrò nel dizionario inglese a metà del XVIII secolo.
Oggi abbigliamento dei giovani che lo usano allacciato intorno alla nuca per ripararsi dal sole e dal vento a trattenere vaporose capigliature, o portato anche intorno al collo o legato ai polsi, o come accessorio a completamento di un capo di abbigliamento.
🇫🇷 Francese: Bandana 🇬🇧 Inglese: Bandana 🇩🇪 Tedesco: Bandanos | Arabios 🇪🇸 Spagnolo: Pañuelo estampado
STORIA - La bandana, com’è comunemente conosciuta, fa risalire le sue origini alla fine del XVII secolo in Medio Oriente e nell'Asia meridionale. Fu in questa regione che emersero i primi processi di stampa, i quali implicavano la pressatura di blocchi preintagliati in piccoli pezzi di tessuto, infondendoli con i primi coloranti a base di piante e materiali indigeni.
Sebbene la bandana, in una forma o in un'altra, sia in uso da ormai parecchi secoli, all'inizio del Settecento esibire questo accessorio molto apprezzato dalle classi lavoratrici equivaleva ad autoproclamarsi un outsider, in particolare in Inghilterra, dove i Calico Acts del 1700 e del 1702 avevano bandito le importazioni di tessuti di cotone e ne avevano limitato l'utilizzo, finendo così con l'attribuire il marchio del ribelle a chi continuava a indossarla.¹
All'inizio dell'Ottocento era comune che i soldati americani ed europei diretti al fronte portassero con sé i propri effetti personali avvolti in una bandana di cotone, su cui spesso la loro innamorata aveva scritto, stampato o ricamato dei versi di incoraggiamento. Divenne poi una tradizione che i soldati al loro ritorno a casa riportassero in dono una bandana di seta.¹
La diffusione in Europa la si ha all'inizio del XIX secolo. L'Europa aveva iniziato a produrre le proprie bandane grazie alla commercializzazione di alcune compagnie, in particolare quella olandese e delle Indie Orientali. A Mulhouse, in Francia, i produttori di coloranti riuscirono a sviluppare una versione del “rosso Turchia”, il colore più comunemente associato alle bandane oggi. La tintura originale era composta da sterco di pecora, radice di robbia e olio d'oliva e applicata al tessuto attraverso un lungo processo che permetteva al colore di non sbiadire al sole o durante il lavaggio.
Nella Francia rivoluzionaria, le enormi bandane indossate a mo' di foulard da un gruppo di dandy anticonformisti noti come Les Incroyables (Gli incredibili) divennero un simbolo di sovversione politica.¹
Molto usato dai cowboy del West americano, portato ripiegato a triangolo per proteggere il naso dalla polvere o legato sul capo, annodato alla nuca. Negli anni '60 i “Figli dei fiori” ne fecero il tocco caratteristico del loro abbigliamento, che portavano posto aderente alla testa, in modo da cingere la fronte e, di solito, fermato con un nodo alla nuca.
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È con Brigitte Bardot che, negli anni '60, inizia a diventare un capo associato all'eleganza disimpegnata. |
Negli anni '70 e '80 è un accessorio molto amato dai cantanti rock. Si vede molto anche nelle isole mediterranee; periodicamente è riportato in voga da qualche stilista.
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© D&G (2011) Dolce&Gabbana tra fiori e frescure cercano e trovano l'effetto anni '70 |
“La bandana, però, ha rappresentato anche un accessorio identificativo di gruppi come la comunità gay che negli anni '70 l'aveva assunta a vero e proprio codice di riconoscimento o le gang americane dei Bloods e dei Crips che negli anni '80 mostravano la loro affiliazione indossando rispettivamente un fazzoletto rosso e blu”. (Silvia Zanella - Fondazione Fashion Research Italy - 14 gennaio 2020)
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© Fondo Emmanuel Schvili - Bologna presso Fondazione Fashion Research Italy |
₁ Josh Sims - Dettagli. Iconici accessori maschili; Ed. Luxury Books, 2022, voce "La Bandana", p. 57
CURIOSITÀ - Il ciclista Marco Pantani (vincitore del Giro d'Italia e del Tour nel 1988) aveva la consuetudine di gettare al vento la sua bandana (che gli dette il nome di "Pirata") quando si trovava prossimo alla vittoria.
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Marco Pantani, ciclista su strada (1970-2004) |
Alla Bandana è dedicato un museo The Elephant Brand Bandanna Museum, che si trova in Giappone a Kojimaogawacho, Kuraahiki, Okayama.
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foto: © The Elephant Brand Bandanna Museum |
Curatore: Rames Gaiba
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