27 aprile 2024

SFILATA

Sfilata - da "sfilare", da "fila",  nei significati di procedere in fila, uno dopo l'altro.

Nella terminologia della moda è la sfilata attraverso cui avviene la presentazione dei modelli di una Casa di moda o sartoria; essa è al tempo stesso uno strumento di comunicazione in quanto, suo tramite, mercato ed addetti ai lavori (licenziatari, buyers e i media) vengono informati su una collezione, ma anche di promozione visto che viene data la possibilità ai compratori di convincersi per i loro acquisti. L'ambiente, la coreografia, la scenografia, la musica, il casting, la regia, la presentazione, l'organizzazione, le modelle e i modelli, i capi presentati sono tutti aspetti che supportano in maniera determinante questo veicolo comunicazionale-promozionale; è appunto sfilata dopo sfilata che stilisti ed imprese costruiscono la loro immagine presso il pubblico e si conquistano spazi nel mercato della moda.

Strumento di pubblicità che sceglie il paradossale e il folle per comunicare un enorme apparato finanziario, la sfilata raduna l'assurdo sulle passerelle, proprio perché pura forma mediatica, spettacolo sociale di cui pochi secondi verranno trasmessi in tivù, molte parole verranno spese nei titoli dei quotidiani.¹


La sfilata di Valentino a Trinità dei Monti a Roma (8 luglio 2022)


video della sfilata, evento simbolico coreografia di Sadeck Waff


Tradizionalmente le sfilate di moda avvengono due volte all'anno, in quanto la loro funzione principale è aprire, con circa sei mesi di anticipo, il nuovo ciclo stagionale: le collezioni per l'autunno/inverno si presentano a gennaio/febbraio, le collezioni per la primavera/estate si presentano a settembre/ottobre prima l'uomo e poi l donna; con questi tempi di presentazione delle collezioni i clienti avranno la possibilità di ordinarle, le imprese di produrle e consegnarle ai punti vendita, i consumatori d' acquistare.

Le sfilate normalmente vengono fatte in punti vendita, in alberghi, in appositi spazi durante le fiere o in occasione di riprese televisive, negli stessi showroom.

Si usa anche il corrispondente francese défilé.

🇫🇷 Francese: Défilé de mode 🇬🇧 Inglese: Fashion show 🇩🇪 Tedesco: Modenschau 🇪🇸 Spagnolo: Desfile de moda


Défilé de moda à Hangzhou, Cina


Fashion show 13 - Steven Dag
olio su tela, 30 x 24 cm


STORIA - Le sfilate di moda sono un’invenzione degli ultimi decenni dell’Ottocento. Prima di allora, le ultime novità della moda circolavano in Europa attraverso disegni, campioni di tessuti, decori e ricami e solo in un secondo momento, una volta definiti il modello e i materiali, si produceva l'abito che veniva mostrato su un maichino in legno in scala uno a uno.²

Un'evoluzione così rapida che ha fatto quasi dimenticare come tutto sia nato semplicemente intorno a una bambola chiamata Pandora: un oggetto pensato non per soddisfare un atto ludico, ma utilizzato dai creatori di moda per inviare presso le corti europee le ultime novità in fatto di abbigliamento. [...] Le Pandora presentavano non solo gli ultimi “dettami” e le novità riguardanti i tagli, i colori e le decorazioni degli abiti, ma anche le acconciature, sempre più elaborate, i cappelli e gli accessori [...] Si realizzavano  dettagliatissimi guardaroba in miniatura. In questo modo si era creato un'espediente per poter risparmiare sui costi di produzione di quello che oggi si chiama campionario, consentendo, allo stesso tempo di poter personalizzare e variare il modello secondo il gusto e i desideri delle diverse clienti e, cosa ancor più importante, si riusciva a fornire una percezione tridimensionale dei vestiti, caratteristica fondamentale per la comprensione dell'artefatto di moda.³     

Corredate di un guardaroba completo la bambola-manichino (Pandora), talvolta realizzate a grandezza naturale, le pupe – così erano chiamate le bambole-indossatrici – erano lo strumento di cui le sartorie si servivano per esporre al pubblico le proprie creazioni o per farle “sfilare” all’interno dei propri atelier. Inizialmente in  legno, poi ne furono fabbricati splendidi esemplari in cera, cartapesta ed infine bisquit: erano completate di scarpe, gioielli, acconciature, cappelli, ecc.


Nel 1858 Charles Frédéric Worth, sarto inglese trasferitosi a Parigi, sarà il primo a mostrare alle sue clienti abiti già pronti, facendoli indossare da giovani ragazze chiamate "sosie", sono le prime indossatrici. 

Già negli anni '30, nel periodo del Fascismo, abbiamo anche in Italia le prime sfilate dell'Alta Moda;

Sfilata dell'alta moda tenutasi nel Salone del Palazzo del Podestà a Bologna (1934)


la storia delle sfilate in Italia, però, la si fa risalire, forse sottolineando un'apertura ad un pubblico internazionale, a1951 (il 12 febbraio) con la sfilata delle case d'alta moda italiana organizzata dal marchese Giovanni Battista Giorgini (“Bista” come amichevolmente molti lo chiamavano) a Firenze nella sua residenza estiva a Villa Torrigiani in via dei Serragli, subito dopo la fashion week parigina. Invita buyer e giornalisti americani a trattenersi in Europa un paio di giorni in più per assistere all'evento intitolato First Italian High Fashion Show. In quella occasione erano presenti 10 atelier e sono stati presentati 18 modelli; in luglio la manifestazione si è ripetuta al Grand Hotel di Firenze (oggi St. Regis) e, nel gennaio 1952, nella Sala Bianca di Palazzo Pitti. Il marchese ne diresse l’organizzazione fino al 1965, scoprendo importanti stilisti.


Sfilata nella Villa Torrigiani - 12 febbraio 1951
foto Archivio Giorgini



Sfilata Alta Moda Italiana - Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze (1952)


Sotto quegli 11 lampadari in cristallo di Boemia che illuminano i preziosi stucchi candidi del salone creato nel 1765 per il ballo d'insediamento del Granduca Pietro Leopoldo Asburgo-Lorena, se ne sono viste davvero di tutti i colori. Le sfilate in Sala Bianca ebbero un successo straordinario fin dalla prima edizione cui parteciparono con entusiasmo 300 compratori e moltissimi giornalisti di fama internazionale.

La prima sfilata maschile
coincise con la prima edizione del “Festival della Moda Maschile”, in scena al Casinò Municipale di Sanremo il 2 settembre del 1952. Per la prima volta venne istituita ufficialmente in Italia, con relativa contrattualizzazione, la figura del modello. Già prima, però, Angelo Litrico¹⁰, fece dei défilé di moda su navi, dirigibili ed hotel. Mise inoltre annunci suo giornali per ricercare uomini disposti a fare gli 'indossatori'.

CURIOSITÀ - Alla prima edizione della sfilata in Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze del 1952 era presente anche  una giovanissima Oriana Fallaci, inviata a riportarne la cronaca dal settimanale Epoca (n. 95 del 02/08/1952) che descrive Vincenzo Ferdinandi (1920 - 1990) passato alla storia come inventore del tailleur con queste parole:

“Viene da una famiglia di sarti napoletani di gloriosa tradizione ed è un sarto per davvero, non solo disegnatore, cuce da sé i suoi vestiti riservandosi sempre l'onore superstizioso di attaccare l'ultimo bottone e ha per il tailleur lo stesso culto che un coreografo russo può avere per la danza e un cuoco romano per la pastasciutta alla matriciana”.¹¹

Vincenzo Ferdinandi, a Palazzo Pitti nel 1952, sfidando le convenzioni dell’epoca, fece sfilare per primo su di una passerella internazionale di Alta Moda, una modella di colore, l’americana Dolores Francine Rhiney che gli costò polemiche e ostracismo.¹²


__________
Mancinelli Antonio - Moda; Ed. Sperling & Kupfer, 2006, p. 297
KawamuraY. - Fashion-ology. An Introduction to Fashion Studies; Bloomsbury Publishing, London, 2018, p. 83
Linfante Vittorio - Moda atto unico; Ed. Mimesis, 2024, pp. 25-27
Due le versioni: si pensa fosse a grandezza naturale la "Grande Pandora" che indossava abiti eleganti, toelette di gala, ecc. e la "Piccola Pandora, che faceva conoscere le ultime novità degli abiti da viaggio, da casa, biancheria intima. (Azzali Mariella - Dizionario di Costume e Moda; Ed. M.E. Architectural Book and Review, 2015, p. 638 voce "Pandora". 
Charles Frédéric Worth (1825-1895) diviene il più celebrato e famoso sarto dell'occidente, riconosciuto come il fondatore della grande couture. Trasferito a Parigi dopo aver compiuto la sua formazione a Londra nei quartieri dedicati alla vendita dei prodotti di lusso, diventa in un primo momento un esperto venditore di tessuti, poi sarto. Il suo crescente interesse per la moda femminile e la volontà di mettersi in gioco, lo portano a Parigi, dove trova lavoro come assistente alle vendite presso Gagelin, una delle più grandi e note mercerie della città. All'interno di questo negozio, a diretto contatto con i fornitori degli accessori di moda e le clienti, Worth accumula esperienza e mette in pratica le sue competenze. [...] Si fa così portavoce di un gusto, che propone all'inizio inconsapevolmente, confezionando semplici abiti in mussola di cotone che altro non avevano, in origine, lo scopo di far risaltare i mantelli in vendita nel suo reparto. Tali abiti superano il successo degli stessi mantelli e lo convincono nel 1858 ad aprire una sartoria in società con Otto Bobergh. (Il sarto nella storia della moda. In La nascita della haute couture. - Artisti del quotidiano; Ed. Clueb, op. cit., p, 26-27)
 
Sfilata di modelli a cura delle Patronesse bolognesi del Comitato Nazionale della Moda, tenutasi nel Salone del Palazzo del Podestà a Bologna il 27 e 28 maggio 1934. La foto è pubblicata in Il Comune di Bologna. Rivista mensile municipale, anno XXI, n. 6 (giugno 1934), p. 54, Bologna, Biblioteca dell'Archiginnasio.   
Giovanni Battista Giorgini (1899-1971) era il resident buyer per l'Italia di vari grandi magazzini americani per articoli d'arte, da regalo e complementi d'arredo. Come scrive Guido Vergani nel Dizionario della Moda (voce: Giorgini Giovanni Battista) era Segugio del bello, del raffinato e buyer, compratore su commissione.
Sono presenti sei potenti buyer americani e alcuni importanti giornalisti di moda tra cui Bridget Titchner di Vogue e Jerry Stunz di Glamour.
Come atelier erano presenti: la principessa Giovanna Caracciolo per Carosa, le Sorelle Fontana, Alberto Fabiani e Simonetta Colonna di Cesarò Visconti che poi ne diviene la moglie, Emilio Schuberth, le sartorie milanesi di Noberasko, Germana Marucelli e Jole Veneziani, l'autoctono marchese Emilio Pucci e la baronessa Clarerette Gallotti, più nota come La Tessistrice dell'Isola. La sfilata si tiene nel salone di casa, le modelle sono giovani dell'aistocrazia toscana. (Mancinelli Antonio - Moda; op. cit. p.17)
₁₀ Angelo Litrico (Catania, 1927 - Roma, 1986) fonda a Roma nel 1951 la Sartoria Litrico, sartoria per abiti da uomo, ribattezzando con il proprio cognome l'Atelier Marinelli, dove il sarto ha iniziato il suo apprendistato nel 1945 con un posto di “banco” per poi diventarne il proprietario. Negli anni'70 l'azienda ha molto lavorato per il cinema. In  quegli stessi anni Litrico lancia anche una linea femminile distribuita per Biagiotti. 
₁₁ Daniela Fedi - 12 febbraio 1951, Firenze. Così nacque il Made in Italy. In: il Giornale.it; 1 Giugno 2024
₁₂ Lynda Di Natale - Vincenzo Ferdinandi. In: Perfettamente Chic ~ La moda passa, lo stile resta; 19 Aprile 2020 


Bibliografia
  • Fiorentini Capitani A. - Moda italiana anni Cinquanta e Sessanta; Ed. Cantini, 1991
  • Gnoli S. - Un secolo di moda italiana; Ed. Meltemi, 2005
  • Tosi Brandi E. (a cura di) - Artisti del quotidiano. Sarti e sartorie storiche in Emilia Romagna; Ed. Clueb, 2009
  • Linfante V. - Moda atto unico. Le sfilate tra performance, comunicazione e nuove tecnologie; Ed. Mimesis, 2024 

Rames Gaiba
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