12 gennaio 2018

SFILATA

Sfilata - da sfilare, da fila.

Nella terminologia della moda è la sfilata attraverso cui avviene la presentazione dei modelli di una Casa di moda o sartoria; essa è al tempo stesso uno strumento di comunicazione in quanto, suo tramite, mercato ed addetti ai lavori (licenziatari, buyers e i media) vengono informati su una collezione, ma anche di promozione visto che viene data la possibilità ai compratori di convincersi per i loro acquisti. L'ambiente, la coreografia, la scenografia, la musica, il casting, la regia, la presentazione, l'organizzazione, le modelle e i modelli, i capi presentati sono tutti aspetti che supportano in maniera determinante questo veicolo comunicazionale-promozionale; è appunto sfilata dopo sfilata che stilisti ed imprese costruiscono la loro immagine presso il pubblico e si conquistano spazi nel mercato della moda.

Tradizionalmente le sfilate di moda avvengono due volte all'anno, in quanto la loro funzione principale è aprire, con circa sei mesi di anticipo, il nuovo ciclo stagionale: le collezioni per l'autunno/inverno si presentano a gennaio/febbraio, le collezioni per la primavera/estate si presentano a settembre/ottobre prima l'uomo e poi l donna; con questi tempi di presentazione delle collezioni i clienti avranno la possibilità di ordinarle, le imprese di produrle e consegnarle ai punti vendita, i consumatori d' acquistare.

Le sfilate normalmente vengono fatte in punti vendita, in alberghi, in appositi spazi durante le fiere o in occasione di riprese televisive, negli stessi showroom.

Si usa anche il corrispondente francese →defilé.

Francese
: Defilé de mode; Inglese: Fashion show; Tedesco: Modenschau; Spagnolo: Desfile de moda


défilé de moda à Hangzhou, Cina



Fashion show 13 - Steven Dag
olio su tela, cm 30 x 24 


STORIA - Le sfilate di moda sono un’invenzione degli ultimi decenni dell’Ottocento. Prima di allora, le ultime novità della moda circolavano in Europa attraverso la stampa specializzata, i figurini, i dipinti che ritraevano le nobildonne, e le bambole. Corredate di un guardaroba completo e talvolta realizzate a grandezza naturale, le pupe – così erano chiamate le bambole-indossatrici – erano lo strumento di cui le sartorie si servivano per esporre al pubblico le proprie creazioni o per farle “sfilare” all’interno dei propri atelier.

Nel 1858 Charles Frédéric Worth¹, sarto inglese trasferitosi a Parigi, sarà il primo a mostrare alle sue clienti abiti già pronti, facendoli indossare da giovani ragazze chiamate "sosie", sono le prime indossatrici. 

Già negli anni '30, nel periodo del Fascismo, abbiamo anche in Italia le prime sfilate dell'Alta Moda²; la storia delle sfilate in Italia, però, la si fa risalire, forse sottolineando un'apertura ad un pubblico internazionale, a1951 (il 12 febbraio) con la sfilata delle case d'alta moda italiana organizzata da Giovanni Battista Giorgini³ a Firenze nella sua residenza estiva a Villa Torregiani. In quella occasione erano presenti dieci atelier e sono stati presentati 180 modelli; in luglio la manifestazione si è ripetuta al Grand Hotel di Firenze e, nel gennaio 1952, nella Sala Bianca di Palazzo Pitti. 


Sfilata dell'alta moda tenutasi nel Salone del Palazzo del Podestà a Bologna (1934)²


Sfilata Alta Moda Italiana - Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze (1952)

 
₁ 
Charles Frédéric Worth (1825-1895) diviene il più celebrato e famoso sarto dell'occidente, riconosciuto come il fondatore della grande couture. Trasferito a Parigi dopo aver compiuto la sua formazione a Londra nei quartieri dedicati alla vendita dei prodotti di lusso, diventa in un primo momento un esperto venditore di tessuti, poi sarto. Il suo crescente interesse per la moda femminile e la volontà di mettersi in gioco, lo portano a Parigi, dove trova lavoro come assistente alle vendite presso Gagelin, una delle più grandi e note mercerie della città. All'interno di questo negozio, a diretto contatto con i fornitori degli accessori di moda e le clienti, Worth accumula esperienza e mette in pratica le sue competenze. [...] Si fa così portavoce di un gusto, che propone all'inizio inconsapevolmente, confezionando semplici abiti in mussola di cotone che altro non avevano, in origine, lo scopo di far risaltare i mantelli in vendita nel suo reparto. Tali abiti superano il successo degli stessi mantelli e lo convincono nel 1858 ad aprire una sartoria in società con Otto Bobergh. (Il sarto nella storia della moda. In La nascita della haute couture. - Artisti del quotidiano, ed. Clueb, op. cit., p, 26-27)
 
₂ Sfilata di modelli a cura delle Patronesse bolognesi del Comitato Nazionale della Moda, tenutasi nel Salone del Palazzo del Podestà a Bologna il 27 e 28 maggio 1934. La foto è pubblicata in Il Comune di Bologna. Rivista mensile municipale, anno XXI, n. 6 (giugno 1934), p. 54, Bologna, Biblioteca dell'Archiginnasio.   
₃ Giovanni Battista Giorgini (1899-1971) era il resident buyer per l'Italia di vari grandi magazzini americani per articoli d'arte, da regalo e complementi d'arredo. Come scrive Guido Vergani nel Dizionario della Moda (voce: Giorgini Giovanni Battista) era Segugio del bello, del raffinato e buyer, compratore su commissione.   


Bibliografia:
  • A. Fiorentini Capitani - Moda italiana anni Cinquanta e Sessanta - ed. Cantini, 1991
  • S. Gnoli - Un secolo di moda italiana - ed. Meltemi, 2005
  • E. Tosi Brandi (a cura di) - Artisti del quotidiano. Sarti e sartorie storiche in Emilia Romagna - ed. Clueb, 2009


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