Bottone - dal francese medioevale bouton, che a sua volta deriva dal germanico botan, originariamente, germoglio, bocciolo.
Piccolo dischetto o pomolo di materiale vario che cucito a un lembo di un capo di vestiario viene infilato nell'asola per tenere unita l'allacciatura (rare volte è usato solo come elemento decorativo, soprattutto negli abiti femminili). Ha subito nei tempi tutti i mutamenti della moda assumendo diverse fogge, a volte di forma importante e materiale prezioso, altre di piccole dimensioni e di materia povera. Bisogna fare molta attenzione nella scelta: se sono troppo pesanti rispetto al tessuto possono tirarlo. Per stoffe di peso leggero o medio è meglio usare modelli leggeri e piatti.
I bottoni possono essere di materiali diversi, e sono lavorati con una tecnica speciale per ognuno di essi (tornitura, stampatura, foratura, ecc.). Molto importanti risultano le finiture che possono essere differenti anche sullo stesso articolo (esempio: centro opaco e bordo lucido). Le incisioni laser in superficie concorrono alla personalizzazione dell'articolo che, con questa tecnica, s'impreziosisce del logo o di un motivo a richiesta del cliente. Il laser rappresenta proprio una delle tecnologie più recenti che ha una resa di altissimo livello specialmente su materiali naturali (corozo, madreperla, ecc.), galalite, metallo.
🇫🇷 Francese: Bouton
🇬🇧 Inglese: Button
🇩🇪 Tedesco: Knopf
🇪🇸 Spagnolo: Boton
🇬🇧 Inglese: Button
🇩🇪 Tedesco: Knopf
🇪🇸 Spagnolo: Boton
Si dividono in:
Bottoni naturali - Animali: avorio, osso, corno, unghia, madreperla, trocas, tartaruga, corallo, ambra, cuoio (tassativamente sui loden), ecc.; Vegetali: ebano, mogano, tek, corozo, palma dum, tessuti, cartoni pressati, gavazzo o legno fossile, ecc.; Minerali: oro, argento, rame, bronzo, peltro, platino, alluminio, ottone, alpacca, zama, tombacco, similoro, vermelle, latta, acciaio inossidabile, pietre dure, semipreziose, vetro, cristallo, porcellana, ecc.
Bottoni sintetici (resine) - Il bottone sintetico è quello con la maggiore diffusione sul mercato, e permette di imitare qualsiasi tipo di superficie da quelli naturali fino a quelle fantasia con giochi di colore ed effetti grafici. Si tratta di materiali che presentano una straordinaria predisposizione a una produzione in serie (meccanizzazione della manifattura), facili anche da tingere. I materiali di base vengono preparati in lastre o barre, che sono le basi del ciclo di lavorazione. In seguito dalle lastre e dalle barre vengono tagliate le rondelle o dischetti di vario diametro (semilavorato) e infine si arriva al bottone finito. Il principale materiale è il poliestere, la galalite, resine uriche, ABS nylon, acrilico, ecc. Molti di questi materiali hanno un costo medio-basso.
I bottoni piatti sono spesso forati (2 o 4 fori) per permettere il passaggio del filo con cui vengono cuciti all'indumento. Quelli di metallo sono provvisti di un gambo in cui passa il filo.
Altri tipi di bottone sono:
- Bottone da passamaneria - Hanno un fondello interno (in metallo stampato o in legno ritagliato e tornito) ricoperto di stoffa.
🇫🇷 Francese: Bouton revetu de tissu
🇬🇧 Inglese: Fabric convered button
🇩🇪 Tedesco: Stoffbezogener knopf
🇪🇸 Spagnolo: Boton forrado de tela
🇬🇧 Inglese: Fabric convered button
🇩🇪 Tedesco: Stoffbezogener knopf
🇪🇸 Spagnolo: Boton forrado de tela
- Bottone a pressione - Consiste in due sezioni: la parte esterna del bottone (ovvero la testa dello stesso, che è quello sulla calotta e che si presta alla personalizzazione) si fissa con l'occhiello; la parte interna penetra nel tessuto dall'interno del vestito e viene fissato nel gambo del bottone per mezzo di una macchina speciale. Non ci sono fili che si disfano o vengono abrasi e la larga base di tenuta distribuisce il carico che viene posto al bottone quando viene usato. Le due parti possono essere di ottone o acciaio e il bottone può avere un disegno decorativo o logotipo, ma deve resistere alla ruggine. Una volta attaccati al capo, non possono essere spostati e così è importante che il posizionamento sia molto accurato. Il tessuto del vestito deve essere sufficientemente forte per sostenere lo stress al quale un simile bottone sarà soggetto, con l'aggiunta di un rinforzo se necessario. È realizzato con i materiali più diversi, dal classico ottone, alla zama, dalla plastica all'alluminio; l'acciaio inox si utilizza invece sui capi da lavoro (esempio: personale ospedaliero, addetti all'industria chimica).
🇫🇷 Francese: Bouton à pression
🇬🇧 Inglese: Snap fastener | Spring button
🇩🇪 Tedesco: Druckknopf
🇪🇸 Spagnolo: Corchete a presion | Boton a presion
🇬🇧 Inglese: Snap fastener | Spring button
🇩🇪 Tedesco: Druckknopf
🇪🇸 Spagnolo: Corchete a presion | Boton a presion
- Bottone automatico - Gli automatici o borchie sono disponibili in una varietà di forme, ma tutte sono composte da quattro elementi: un cappuccio e uno zoccolo che si adattano l'un l'altro e formano la parte esterna della chiusura, denominata «femmina», poi un bottoncino e un sostegno che formano la parte interna della chiusura, denominata «maschio», che normalmente non si vede quando il vestito è chiuso. Il cappuccio e il sostegno possono consistere anche di anelli dentati, quando questa chiusura viene usata in abiti di peso leggero, per applicazioni non decorative. Le chiusure ad anello sono le uniche adatte per essere usate sui tessuti a maglia. Questi tipi sono usate nella pelletteria, biancheria per la casa, ma anche in abbinamento ad alcuni tipi di indumenti per l'infanzia (tutine per bambini e pigiami), soprattutto per la rapidità, praticità e sicurezza del tipo di allacciatura, e sono progettati per evitare di forare il tessuto con grandi fori. Le rotture di solito si verificano per il metodo di applicazione piuttosto che per i difetti del bottone automatico. Essi non dovrebbero mai essere attaccati attraverso un solo strato di materiale, ma bisognerebbe usare un tessuto di rinforzo sul rovescio, specialmente con i tessuti a maglia. La misura usata deve essere adatta allo spessore e al peso del tessuto.
🇫🇷 Francese: Bouton brevet
🇬🇧 Inglese: patent button
🇩🇪 Tedesco: Pateniknopf
🇪🇸 Spagnolo: boton automatico
🇬🇧 Inglese: patent button
🇩🇪 Tedesco: Pateniknopf
🇪🇸 Spagnolo: boton automatico
Jeremy Scott per Moschino - stagione P/E 2015 |
L'unità di misura di questi accessori è il lineato (deriva dalla parola francese ligne, che indica il diametro interno d'uno stoppino rotondo appiattito), che si riferisce al diametro del bottone, e la sua unità di misura internazionale è il quarantesimo di pollice (0,63525 mm) ed è espresso in mm (un lineato 40 sarà quindi un bottone dal diametro di un pollice esatto, e cioè 25,41 mm). I bottonifici tedeschi la usavano come misura di riferimento agli inizi del XVIII secolo e oggi è diventata lo standard internazionale. I bottoni possono essere di tutte le dimensioni, da un minimo di 4 mm a veri propri maxi ricordando nelle misure quelli dei "piatti da tavola". I modelli a due o quattro fori e le misure standard permisero la meccanizzazione del processo di applicazione dei bottoni e della cucitura delle asole, abbassando i costi e velocizzando la produzione.
Misure comuni dei bottoni
Lineato (Lin.) | Ø mm.
Lineato (Lin.) | Ø mm.
14 | 8,9 - 16 | 10,2 - 18 | 11,4 - 20 | 12,7 - 22 | 14 - 24 | 15,3 - 28 | 17,8 - 30 | 19 - 32 | 20,3 - 34 | 21
36 | 22,9 - 40 | 25,4 - 44 | 27,9 - 60 | 38
36 | 22,9 - 40 | 25,4 - 44 | 27,9 - 60 | 38
L'unità di misura di confezione dei bottoni è la grossa equivalente a 144 bottoni.
I bottoni al fondo manica delle giacche sono a volte cuciti leggermente sovrapposti, secondo i dettami della sartoria più raffinata.
Sono equiparabili ai bottoni i gemelli, costituiti da due parti, piatte o tondeggianti, che si infilano nell'asola dei polsini della camicia per tenerli ravvicinati.
STORIA - Ignoti nell'antichità classica se non come ornamenti, i bottoni nella loro attuale funzione, appaiono nel XIII sec. insieme con gli abiti attillati. Furono dapprima di materie preziose, ma anche di ottone e di rame. Manifatture di bottoni sorsero in Inghilterra alla fine del XVII sec., soprattutto quelli in lega metallica. Le divise militari si sono sempre fregiate di bottoni di metallo. Il secolo d'oro del bottone è il Settecento. Gli storici del costume hanno individuato tra la seconda metà dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento un periodo particolarmente vivace e fortunato per il bottone, le cui forme e applicazioni, grazie ai progressi tecnologici intervenuti nel settore, furono soggette a ulteriore incremento.¹
La moda aveva parallelamente contribuito a incentivare una maggiore declinazione del prodotto al femminile. Prima il bottone ha riguardato quasi esclusivamente l'abbigliamento maschile, che se ne fregiava in lunghe file sia in corrispondenza delle aperture anteriori delle marsine, sia sulle maniche, sia sulle tasche, fino, talora, a superare il numero di ventiquattro esemplari su un solo capo, mentre alle donne, cui i bottoni erano in molti casi proibiti, erano riservati lacci e ganci per chiudere le vesti. Nasce in questo periodo la distinzione fra le abbottonature per la donna e quelle per l'uomo, che viene così codificata: per l'uomo, infatti per una questione di comodità, che doveva sempre e in ogni caso avere la mano destra libera per ogni evenienza difensiva e offensiva, l'abbottonatura si usa ancora sormontata da sinistra, mentre per la donna, che aveva comunque le mani libere da impegni d'arme, si allaccia da destra a sinistra.²
Tra la seconda metà dell'Ottocento e nel corso del Novecento la manifattura italiana di questi prodotti raggiunge un primato d'eccellenza, affermandosi nettamente sul mercato internazionale. In Italia oggi la produzione è concentrata nel centro-nord, soprattutto nel cosiddetto «distretto del bottone», localizzato tra le provincie di Brescia e Bergamo, che però negli ultimi decenni del Novecento ha perso il primato della quantità per la concorrenza esercitata dai paesi orientali su alcuni tipi di prodotto, in particolare su quelli a basso valore aggiunto. Nel corso degli ultimi vent'anni si è registrato un ridimensionamento nel numero delle attività volte alla produzione di accessori di allacciatura all'interno del distretto.
₁ Barbara Bettoni - Da gioielli ad accessori alla moda; op. cit. p. 145
₂ Vittoria de Buzzaccarini | Isabella Zotti Minici - Bottoni & bottoni; op. cit., p. 29
La moda aveva parallelamente contribuito a incentivare una maggiore declinazione del prodotto al femminile. Prima il bottone ha riguardato quasi esclusivamente l'abbigliamento maschile, che se ne fregiava in lunghe file sia in corrispondenza delle aperture anteriori delle marsine, sia sulle maniche, sia sulle tasche, fino, talora, a superare il numero di ventiquattro esemplari su un solo capo, mentre alle donne, cui i bottoni erano in molti casi proibiti, erano riservati lacci e ganci per chiudere le vesti. Nasce in questo periodo la distinzione fra le abbottonature per la donna e quelle per l'uomo, che viene così codificata: per l'uomo, infatti per una questione di comodità, che doveva sempre e in ogni caso avere la mano destra libera per ogni evenienza difensiva e offensiva, l'abbottonatura si usa ancora sormontata da sinistra, mentre per la donna, che aveva comunque le mani libere da impegni d'arme, si allaccia da destra a sinistra.²
Tra la seconda metà dell'Ottocento e nel corso del Novecento la manifattura italiana di questi prodotti raggiunge un primato d'eccellenza, affermandosi nettamente sul mercato internazionale. In Italia oggi la produzione è concentrata nel centro-nord, soprattutto nel cosiddetto «distretto del bottone», localizzato tra le provincie di Brescia e Bergamo, che però negli ultimi decenni del Novecento ha perso il primato della quantità per la concorrenza esercitata dai paesi orientali su alcuni tipi di prodotto, in particolare su quelli a basso valore aggiunto. Nel corso degli ultimi vent'anni si è registrato un ridimensionamento nel numero delle attività volte alla produzione di accessori di allacciatura all'interno del distretto.
₁ Barbara Bettoni - Da gioielli ad accessori alla moda; op. cit. p. 145
₂ Vittoria de Buzzaccarini | Isabella Zotti Minici - Bottoni & bottoni; op. cit., p. 29
CURIOSITÀ - Il collezionismo di bottoni è tradizionalmente una prerogativa del mondo anglosassone. Si conoscono bottoni che rappresentano paesaggi e figure, talora dipinti da illustri pittori, che non disdegnavano questa attività come mezzo di sostentamento; altri in metallo e pietre preziose che li rendono simili a gioielli, altri in strass, malto o porcellana. Vi sono bottoni che rappresentano figure classiche, eseguiti nei materiali più vari, dalla ceramica alle conchiglie, alle pietre dure. Alcuni bottoni hanno immagini che sono veri e propri manifesti politici, come quelli che inneggiano ai personaggi del Risorgimento italiano.
LETTERATURA - La prima registrazione scritta risale al XX secolo, nella Chanson de Roland, che cita testualmente conseils d'orgueil ne vaut nie un boton, laddove si ricorda che nel Medioevo il bottone stava a significare cosa piccola e di minimo valore.
I futuristi si occupano molto di moda, e nel manifesto Il vestito antineutrale di Giacomo Balla il bottone ne è assoluto protagonista.
Bibliografia:
- Vittoria de Buzzaccarini | Isabella Zotti Minici - Bottoni & bottoni; Ed. Zanfi, 1995
- Giorgio Gallavotti - Bottoni: arte, moda, costume, società, seduzione, storia; Ed. Maggioli, 2006
- Barbara Bettoni - Da gioielli ad accessori alla moda. Tradizione e innovazione nella manifattura del bottone in Italia dal tardo Medioevo a oggi; Ed. Marsilio, 2013
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