19 luglio 2024

GALALITE

Galalite - dal greco antico γάλα (gala) «latte» e λίθος (lithos) «pietra» + suffisso “ite”, proprio dei minerali.

Nome commerciale di resina artificiale ottenuta per azione chimica dell'aldeide formica (formaldeide), che serve come agente coagulante sulla caseina (materia derivante dalla lavorazione del latte), un materiale che oggi chiameremo biopolimero.

Di base di colore bianco latte è facilmente tingibile grazie alla sua porosità in tinte ed a imitazioni di materiali naturali come la tartaruga, il corno e l'avorio, legno, ecc. La compattezza e la levigatezza del bottone di galalite permettono anche l'intaglio alla decorazione successiva,
ed è una delle prime materie plastiche che sono state inventate.

Data la facile lavorabilità (è malleabile in quanto si indurisce al calore), ha una buona resistenza a graffi ed urti. Evidenti sono i suoi pregi. La galalite, ininfiammabile nelle normali condizioni di temperatura e pressione, è un polimero ipoallergenico, antistatico e biodegradabile. Lavabile a secco.


IMPIEGHI - Serve come succedaneo dell'osso per la fabbricazione di bottoni, fibbie, e piccoli oggetti ornamentali, ricavati da lastre o bastoni (può essere estrusa nei diametri voluti), senza problemi di spessori e dimensioni.

È detta anche galatite; conosciuta anche come “ambra di celluloide”. La galalite veniva chiamata anche “avoriolina”, per il suo colore biancastro, “Erinoid” in Inghilterra, oppure, in modo più diffuso e popolare, “pietra di latte”.


🇫🇷 Francese: Galatithe 🇬🇧 Inglese: Galalith 🇩🇪 Tedesco: Galalitih 🇪🇸 Spagnolo: Galalita

immagine
© Bottonificio VE.DA.



STORIA - Nel 1897 viene inventata ed è brevettata nel 1899 in Germania per la galalite (Galalith) a nome di Wilhelm Krische (proprietario di una fabbrica con sede ad Hannover)  con Friedrich Adolph Spitteler (1846-1940), imprenditore e chimico svizzero. Il brevetto fu poi sviluppato negli Stati Uniti dalla Morrel Corporation per la fabbricazione di fibbie e bottoni.



L’Esposizione Universale di Parigi del 1900 scopre una nuova materia plastica simile all’avorio o al corno che trova una sua collocazione, anche sotto forma di bottoni, fermagli per cinture o pettini, e presta le ali alla creatività degli stilisti di moda e gioielli, che vogliono gioielli graziosi, accattivanti, spiritosi, non troppo costosi e spesso scambiabili. In questo modo la galalite si presta a divenire l’ideale per la produzione di bigiotteria, unitamente anche ad altri materiali.

Subito dopo la prima guerra mondiale, la Internatinale Galalith Gesellschaft di Amburgo (Germania) si specializzò nella produzione di lastre e di barre di una particolare sintesi chimica, la casein-formaldeide, da cui ricavare bottoni anche a sfera o mezza sfera, torniti o stampati a caldo approfittando della malleabilità plastica del materiale ancora in pasta, che in quello stadio viene anche tinto con tonalità di colore e screziature svariatissime.¹
La galalite, richiedendo la caseina tempi lunghi di stagionatura nei bagni di formaldeide, era un materiale che, tuttavia andava incontro a difficoltà di ampliamento del mercato.²

Dagli anni 1915 / '20 fino agli anni '80 è stata la materia prima più adoperata dalle ditte che erano di riferimento nel campo della produzione di bottoni per il suo aspetto caldo e compatto.
Questo materiale si prestava particolarmente bene a essere intagliato, inciso e plasmato in forme diverse, offrendo un’ampia varietà di possibilità creative. Gli artigiani potevano trasformarlo in pezzi unici e personalizzati, rendendo ogni oggetto di galalite un vero e proprio gioiello di design. Inoltre, la galalite era disponibile in una vasta gamma di colori, che andavano dai toni naturali alle tinte vivaci e audaci. Questa caratteristica permise ai designer di sperimentare con diverse combinazioni cromatiche e di creare accessori che si adattavano perfettamente alle tendenze e ai gusti dell’epoca.

    
1. Design all'avanguardia dei primi anni '30: sospensione rotonda in galalite nebulosa,
metallo giallo e pietra di vetro sfaccettata
2. Componente centrale accuratamente lavorato di una collana incentrata sulla fredda natura metallica dell'ottone cromato e la sfera di galalite come elemento decorativo
3. Collana in filo spirale con inseriti dischi di galalite

Wilhelm Krische 
Disegni dal catalogo di modelli della fabbrica di gioielli Jacob Bengel del 1932/33
Deutsches Museum - Monaco di Baviera
Immagini coperte da
© copyright
 

Tuttavia, l’ascesa della galalite fu interrotta dalla Seconda Guerra Mondiale. Durante il conflitto, le materie prime necessarie per produrre la galalite scarseggiarono e il materiale cadde in declino.³ Inoltre, con l’avvento di materiali sintetici più economici e resistenti, come la plastica, la galalite perse gradualmente la sua popolarità nel dopoguerra. Poi, piano piano, sostituita dal poliestere, materiale che deriva dalla lavorazione del petrolio con un costo decisamente inferiore alla galalite.
Ancora oggi, però, alcuni designer che operano nel campo della moda apprezzano la bellezza e l’eleganza di questo materiale “vintage”, che conserva e valorizza una creazione (prodotto) che non fu solo testimonianza di un’epoca di creatività e raffinatezza.


CURIOSITÀ - La galalite, negli anni '30 fu usata anche per realizzare i tasti bianchi del pianoforte, sostituendo il molto più costoso avorio, ma anche per la produzione di penne stilografiche.


Vittoria de Bizzaccarini | Isabella Zotti Minici - Bottoni & bottoni; Ed. Zanfi, 1995, p. 52
Barbara Bettoni - Da gioielli ad accessori alla moda; Ed. Marsilio, 2013, p. 156
Poco prima della seconda guerra mondiale la produzione della galalite per scopi di gioielleria fu inizialmente limitata e poi addirittura vietata. Allo scoppio della guerra il latte serviva soprattutto per il fabbisogno nutrizionale quotidiano, mentre la produzione residua della galalite era destinata soprattutto a scopi elettrotecnici.


Rames Gaiba
© Riproduzione riservata

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