Minigonna - composto dal prefisso mini, che assume il significato di «corto», + gonna; calco sull'inglese mini skirt (voce attestata dal 1965) riportata in italiano con il significato di «gonna corta».
Gonna molto corta, con un punto vita abbassato, che lascia scoperta la gamba almeno fin sopra al ginocchio (inizialmente 10-15 cm sopra al ginocchio, 3.94-5.91 pollici), e può arrivare fino a 20 cm (7.87 pollici); può essere in tessuto denim, in maglia, pelle; spesso si usano tessuti elasticizzati, e può essere completata da →calzamaglia o →collant o →fuseau (fuseaux) o leggins.
Altro sinonimo in italiano: →mini.
Le prime top model: Peggy Moffitt [1] e Twiggy [2] con minigonne a pieghe, 1966
Carnaby Street a Londra
è il luogo cult degli anni sessanta. Questo è il quartiere della moda
luogo preferito da coloro che portavano la minigonna di Twiggy.
Francese: Minijupe - Inglese: Miniskirt | Mini skirt | Mini - Tedesco: Minirock | Mini - Spagnolo: Minifalda - Portoghese: Mini-saia
STORIA - Lanciata in Gran Bretagna nel 1965 dalla creatrice di moda Mary Quant [4]. Chi, invece, abbia scoperto la minigonna - Quant oppure Courrèges - e chi abbia copiato è difficile da stabilire. Alla fine degli anni Cinquanta, Mary Quant confezionò le prime mini per le ragazze londinesi. Siccome la lunghezza delle gonne cambiava di continuo e niente era definitivo, non è possibile stabilire una data di nascita esatta della mini. Nello stesso periodo André e Coqueline Courrèges [5] idearono la loro casa di moda, dove le mini portate da modelle danzanti avrebbero conquistato l'haute couture (collezione Mod del 1965). Fu un fenomeno di costume fino agli anni '70. Nonostante sia stata osteggiata dalla Chiesa, e da molte istituzioni che la consideravano degradante dell'immagine femminile, la minigonna è sopravvissuta fino ai giorni nostri. Indossata anche dalla principessa Diana, la mini traghetta la sua immagine nei Novanta. [6] Attualmente ancora in auge come capo di abbigliamento casual, soprattutto fra le giovanissime. Dopo più di mezzo secolo la minigonna è molto più che un capitolo di storia del costume. È un mito.
[1] Peggy Moffit (1939). Indossatrice americana. Ha saputo mettersi in linea con le immagini anni '60 dell'arte e del cinema.
[2] Twiggy (1949). Indossatrice inglese. Nata Lesley Hornby, iniziò nel 1966, e il suo volto fu un simbolo di tutto il decennio.
[3] Carnaby Street è quel tratto di strada a ridosso della Regent Street, che da Piccadilly Circus conduce alla Oxford Street, le due estremità popolate della capitale britannica. Carnaby Street si distinse intorno agli anni sessanta dello scorso secolo, quando insieme alla vicina Wardour Street e all'intero quartiere di Soho, incominciò ad attirare folle entusiaste di giovani. Inizia da qui il mito di Londra, ed entrare questo quartiere, con le 12 vie pedonalizzate, nel circuito della moda internazionale.
[4] Mary Quant, stilista inglese (1934). Apre la sua prima boutique, Bazaar, a Kings Road nel 1955. Dopo poco comincia a disegnare e produrre abiti in proprio, diventando subito famosa per la sua moda giovane e a buon mercato, che contribuisce ad alimentare il mito della Londra dei Beatles e degli anni '60. La Quant ha reso popolari le gonne mini, i collant colorati, gli sknny ribs (maglie piccole e aderenti) e le cinture appoggiate ai fianchi.
[5] André Courrèges, stilista francese (1923-2016) che lavorò con sua moglie Coqueline Barrière. André Courrèges ha scioccato l'alta moda, portandola con la minigonna nel moderno. Questa è stata la sua rivoluzione.
[2] Twiggy (1949). Indossatrice inglese. Nata Lesley Hornby, iniziò nel 1966, e il suo volto fu un simbolo di tutto il decennio.
[3] Carnaby Street è quel tratto di strada a ridosso della Regent Street, che da Piccadilly Circus conduce alla Oxford Street, le due estremità popolate della capitale britannica. Carnaby Street si distinse intorno agli anni sessanta dello scorso secolo, quando insieme alla vicina Wardour Street e all'intero quartiere di Soho, incominciò ad attirare folle entusiaste di giovani. Inizia da qui il mito di Londra, ed entrare questo quartiere, con le 12 vie pedonalizzate, nel circuito della moda internazionale.
[4] Mary Quant, stilista inglese (1934). Apre la sua prima boutique, Bazaar, a Kings Road nel 1955. Dopo poco comincia a disegnare e produrre abiti in proprio, diventando subito famosa per la sua moda giovane e a buon mercato, che contribuisce ad alimentare il mito della Londra dei Beatles e degli anni '60. La Quant ha reso popolari le gonne mini, i collant colorati, gli sknny ribs (maglie piccole e aderenti) e le cinture appoggiate ai fianchi.
[5] André Courrèges, stilista francese (1923-2016) che lavorò con sua moglie Coqueline Barrière. André Courrèges ha scioccato l'alta moda, portandola con la minigonna nel moderno. Questa è stata la sua rivoluzione.
[6] Franca Sozzani, in un editoriale della rivista Vogue del 1 agosto 2011.
Brigitte Bardot a Londra durante una pausa delle riprese del film "Io, l'amore", 1966
Brigitte Bardot su una Harley Davidson e Serge Gainsbourg
per la direzione della sua canzone "Harley Davidson"
durante la trasmissione spettacolo realizzata da Francois Reichenbach.
foto: © Jean Adda, Parigi, novembre 1967
Swinging Londra.
stand al London Motor Show del 18 ottobre 1966.
stand al London Motor Show del 18 ottobre 1966.
foto: © Daily Herald
CURIOSITÀ - «Marx e la mini. Negli anni della fondazione della DDR, la moda veniva considerata come "tipico consumo di massa indotto" e la minigonna come la quintessenza della inciviltà capitalista. Dorothea Melis, caporedattrice dell'unico giornale di moda della Germania dell'Est, "Sybille", mostrò tuttavia a milioni di donne quello che desideravano - andando non di rado contro le regole. Così, nel 1967, per la prima volta diede spazio alla mini. Nonostante le autorità avessero allungato le gonne con un foto-ritocco, anche nell'Est il potenziale della moda giovanile si era rivelato. Dal 1968 il Partito comunista produsse e vendette moda per giovani attraverso le proprie industrie. In questo modo nel blocco sovietico la DDR divenne all'avanguardia nella moda e Angela Merkel fu una trend setter. Nell'ex URSS scioccò le sue ospiti, studentesse delle superiori, quando visitò in mini un cimitero dei soldati caduti.» (Bianca Lang - Tina Schraml - Lena Elster, La Minigonna. La rivoluzione, Gli stilisti, Le icone, ed. White Star, 2011, p. 48)
Bibliografia
- Bianca Lang - Tina Schraml - Lena Elster, La Minigonna. La rivoluzione, Gli stilisti, Le icone, ed. White Star, 2011
Rames Gaiba
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