Confezione - incrocio tra il latino confectio “esecuzione” e il francese confection “industria dell'abbigliamento”.
Nel campo della moda può indicare 1a. sia la produzione industriale di capi d'abbigliamento 1b. sia il singolo capo d'abbigliamento prodotto.
La produzione industriale richiede attrezzature sempre più sofisticate per eseguire un “lavoro in serie” il cui fine è produrre in tempi rapidi. Va però detto che entrare nell'industria dell'abbigliamento è relativamente facile. Un nuovo imprenditore deve avere, prima di tutto, dell'intuito per il design, deve aver scoperto una nicchia nel mercato, possedere un po' di capitale liquido, ma solo poco capitale fisso. La ragione di ciò è legata alla semplicità del procedimento di base nella produzione di capi d'abbigliamento. A parte un piccolo numero di passaggi dove possono essere usate delle macchine automatiche, le operazioni nella produzione di capi d'abbigliamento sono in gran parte controllate dall'uomo. Questo rapporto non si applica nella stessa proporzione alle fasi di taglio e stiratura. Il fatto che il reparto cucitura presuppone un alto impiego di manodopera limita, per ragioni di convenienza economica, la dimensione di una società. Sebbene le dimensioni siano variabili, soltanto un piccolo numero di fabbriche raggiunge le 500 persone, mentre le unità produttive che non superano le 150 persone sono le più comuni. [1] I quattro grandi “cicli” dell'industria della confezione sono: 1. Progettazione capo - 2. Taglio - 3. Cucito - 4. Stiratura.
La produzione industriale richiede attrezzature sempre più sofisticate per eseguire un “lavoro in serie” il cui fine è produrre in tempi rapidi. Va però detto che entrare nell'industria dell'abbigliamento è relativamente facile. Un nuovo imprenditore deve avere, prima di tutto, dell'intuito per il design, deve aver scoperto una nicchia nel mercato, possedere un po' di capitale liquido, ma solo poco capitale fisso. La ragione di ciò è legata alla semplicità del procedimento di base nella produzione di capi d'abbigliamento. A parte un piccolo numero di passaggi dove possono essere usate delle macchine automatiche, le operazioni nella produzione di capi d'abbigliamento sono in gran parte controllate dall'uomo. Questo rapporto non si applica nella stessa proporzione alle fasi di taglio e stiratura. Il fatto che il reparto cucitura presuppone un alto impiego di manodopera limita, per ragioni di convenienza economica, la dimensione di una società. Sebbene le dimensioni siano variabili, soltanto un piccolo numero di fabbriche raggiunge le 500 persone, mentre le unità produttive che non superano le 150 persone sono le più comuni. [1] I quattro grandi “cicli” dell'industria della confezione sono: 1. Progettazione capo - 2. Taglio - 3. Cucito - 4. Stiratura.
[1] Harol Carr - Barbara Latham, Manuale della confezione, Tecniche Nuove, 1990, pp. 3-5
Francese: confection / prẽt-à-porter - Inglese: ready-to-wear garments - Tedesco: Konfection / Fertigkleidung - Spagnolo: confección
Abiti fatti (1942)
Gianfilippo Usellini (Milano, 1903 - Arona, Novara, 1971)
tempera su tavola, cm 150 x 85
STORIA - La confezione sartoriale su misura un tempo era l'unica forma di sartoria ed era affidata ad artigiani che eseguivano a mano gran parte delle cuciture. Oggi anche le piccole sartorie usano mezzi avanzati di cucitura a macchina e tecniche che permettono di confezionare i capi in poco tempo, pur mantenendo alcune lavorazioni manuali. La produzione industriale ha inizio circa nel 1850 con i primi confezionisti in serie nell'America settentrionale. L'industria delle confezioni si affermò in molte nazioni: in Italia, ma soprattutto in Francia, ebbe un considerevole sviluppo con l'avvento dei “grandi magazzini”. Si deve al couturier Pierre Parissot una prima razionalizzazione del lavoro con il sistema di far eseguire il taglio a materasso. La diffusione e il perfezionamento nel corso del secolo, del sistema delle taglie e dei cartamodelli, l'introduzione delle macchine da cucire su vasta scala portarono alla produzione dei vestiti confezionati in serie.
Rames Gaiba
© Riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento
Per ogni richiesta rettifica o integrazione o segnalazione link non più attivi esterni (anche video) inviare a Rames Gaiba una
Email: rames.gaiba@gmail.com
-----
■ I commenti non potranno essere utilizzati e non è accettata la condivisione a fini pubblicitari di vendita prodotti o servizi o a scopo di lucro o su articoli/post di informazione politica.
■ Non saranno accettati i commenti:
(a) che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy.
(b) che contengano indirizzi internet (siti collegati, e-mail).
■ Vi invito a non usare nei vostri commenti i caratteri tutti in maiuscolo.
■ Non manterrò in memoria interventi e messaggi che, a mio insindacabile giudizio, riterrò superati, inutili o frivoli o di carattere personale (anche se di saluto o di apprezzamento di quel mio post), e dunque non di interesse generale.
Le chiedo di utilizzare la Sua identità reale o sulla Sua organizzazione, e di condividere soltanto informazioni veritiere e autentiche. Non saranno pubblicati e non avranno risposta commenti da autori anonimi o con nomi di fantasia.
⚠ La responsabilità per quanto scritto nell'area Discussioni rimane dei singoli.
È attiva la moderazione di tutti i commenti.
Grazie per l'attenzione.
Rames GAIBA