► ZAGANA
1. Treccia di lana o seta, usata per rifiniture di abiti femminili. 2. Orlatura con fili in argento e in oro.
► ZAGARELLA
Indicava, in passato, il nastro o fettuccia.
► ZAINO (ZAINETTO)
Sacca di tela robusta, di nylon, o di altri materiali, anche in pelle, munito di spallacci o di cinghie, per essere portato sulla schiena. Spesso fornito di tasche esterne, è accessorio di uso comune, ideale per il tempo libero e per gli studenti (ha sostituito la cartella), ma anche accessorio di moda, a partire dagli anni '80.
► ZAMA
► ZAMA
Lega metallica ad elevato contenuto di zinco e contenente piccole quantità di rame, alluminio e piombo, molto versatile nella lavorazione. È usata per bottoni.
► ZANELLA
Tessuto usato per la fabbricazione di ombrelli, fortemente serrato, su armatura saia, in cotone, raion o seta.
► ZAPPATÙRE
► ZAPPATÙRE
Ind. tess. - In cimatura (il termine si usa al plurale) s'intende un difetto di lavorazione costituito da disunitezza della superficie pelosa del tessuto. Anche zappettature.
► ZATTERONI
Calzature femminili estive dalla zeppa altissima in sughero o rivestita nello stesso materiale della tomaia, in tela, cuoio, pelle o camoscio, aperte sul dietro, di moda negli anni '70 e ciclicamente ricorrenti.
► ZARABULLE
Era indumento intimo maschile, di dimensioni ridottissime, portato a contatto con la pelle. Nel 1300 sopra le zarabulle venivano indossate mutande e sopra queste le brache.► ZATTERONI
Calzature femminili estive dalla zeppa altissima in sughero o rivestita nello stesso materiale della tomaia, in tela, cuoio, pelle o camoscio, aperte sul dietro, di moda negli anni '70 e ciclicamente ricorrenti.
► ZAZOUS
L'origine del termine è onomatopeica, derivando da un successo musicale degli anni '40: "Zaz Zuh Zaz" di Cabell Calloway. Corrente di pensiero attiva nel Nord della Francia agli inizi degli anni '40, durante l'occupazione tedesca. Cab Calloway, esponente dello swing jazz crea questo piccolo movimento alternativo che anticiperà l'esistenzialismo. Il nome deriva dall'americano zootsuit, vestito maschile, caratterizzato da grande giacca con spalle esasperate, pantaloni larghi in vita, stretti e corti alla caviglia, per evidenziare i calzini colorati. Per le ragazze: giacche simili aderenti, gonne al ginocchio e tacchi alti. Completo originario dell'America del Sud approda negli Stati Uniti e arriva in Europa conquistando addirittura Parigi e i suoi giovani alternativi.
► ZEBRATO
► ZEBRATO
Da zebra. 1. Si dice di un disegno con colori e striature trasversali e irregolari, chiare e scure o bianche e nere, a imitazione del mantello della zebra. 2. Per estensione, dicesi di ogni altro disegno a strisce trasversali chiare e scure alternate.
► ZEIGEIST
Voce tedesca, che significa "spirito del tempo". Usato in relazione alla moda per dire che i capi riflettono l'epoca in cui sono stati creati.
► ZENDALE (ZENDADO)
1. Finissimo velo di seta. 2. Ampio scialle nero, frangiato che le donne popolane del XVII secolo si appoggiavano sul capo, lasciandolo poi scendere libero sulle spalle e sul dorso per fermarlo poi in vita.
► ZENDALE (ZENDADO)
1. Finissimo velo di seta. 2. Ampio scialle nero, frangiato che le donne popolane del XVII secolo si appoggiavano sul capo, lasciandolo poi scendere libero sulle spalle e sul dorso per fermarlo poi in vita.
► ZEPHIR
Dal francese zephyr del vento leggero "zefiro" o "zeffiro" (la breccia leggera che soffia da ponente), dato al tessuto in quanto leggero. Tessuto di cotone, fine e leggero (160/180 grammi), a righe o quadrettini, in armatura tela, con qualche filo di ordito in più rispetto alla trama, fabbricato con filati ritorti a due capi, i fili sono disposti in modo poco compatto, così da rendere il tessuto particolarmente adatto alla stagione estiva. Il migliore è mercerizzato. Trova impiego nella camiceria. È chiamato anche zefir. Fu creato nel XIX secolo da David e John Anderson, che svilupparono una versione più raffinata del percalle.
► ZEPPA
Dal longobardo zeppa, «cuneo». Suola che percorre tutta la lunghezza della calzatura di diversa altezza e spessa in particolare sotto il tallone che davanti, usata per le calzature al posto del tacco. Può essere in legno, in sughero, in pelle, in paglia o altro materiale. Sono passate alla storia del costume quelle firmate da Salvatore Ferragamo.
► ZERO WASTE
Locuzione inglese. La filosofia dello o zero waste (“zero sprechi”) è uno stile di vita volto alla riduzione dell'impatto ambientale: si cerca di limitare il più possibile la produzione di rifiuti, fino diminuire sensibilmente l'utilizzo di discariche e inceneritori. Può capitare però che il solo riciclo non sia più sufficiente per ridurre l'impatto ambientale e mantenere in salute sia noi stessi che è il nostro Pianeta. Bea Johnson, pioniera del movimento Zero Waste e blogger, ha ideato le 5R, cinque concetti che in seguito sono diventati le colonne portanti della filosofia Rifiuti Zero in tutto il mondo. Ecco quali sono:
Dal longobardo zeppa, «cuneo». Suola che percorre tutta la lunghezza della calzatura di diversa altezza e spessa in particolare sotto il tallone che davanti, usata per le calzature al posto del tacco. Può essere in legno, in sughero, in pelle, in paglia o altro materiale. Sono passate alla storia del costume quelle firmate da Salvatore Ferragamo.
► ZERO WASTE
Locuzione inglese. La filosofia dello o zero waste (“zero sprechi”) è uno stile di vita volto alla riduzione dell'impatto ambientale: si cerca di limitare il più possibile la produzione di rifiuti, fino diminuire sensibilmente l'utilizzo di discariche e inceneritori. Può capitare però che il solo riciclo non sia più sufficiente per ridurre l'impatto ambientale e mantenere in salute sia noi stessi che è il nostro Pianeta. Bea Johnson, pioniera del movimento Zero Waste e blogger, ha ideato le 5R, cinque concetti che in seguito sono diventati le colonne portanti della filosofia Rifiuti Zero in tutto il mondo. Ecco quali sono:
- Refuse (rifiutare)
- Reduce (ridurre)
- Reuse (riutilizzare)
- Recycle (riciclare)
- Rot (ridurre in compost)
Tessuto in lana con ordito pettinato e trama in cardato, tinto in pezza su armatura spiga. La superficie ha un folto pelo ed un aspetto a riflessi lucidi, come quelli della pelliccia di martora zibellino.
► ZIBELLINA
Tessuto pregiato in lana cardata, mista a pelo d'angora.
Tessuto pregiato in lana cardata, mista a pelo d'angora.
► ZIBELLINO
Dal russo zobolj. Nome comune del piccolo mammifero (nome volgare: Martens Zibellina) appartenente alla famiglia dei mustelidi; originario della Russia e del Canada. È lungo dai 35 ai 55 cm esclusa la coda. L'aspetto del pelo è finissimo e molto lucente con parti brune, corrispondenti al dorso dell'animale, e parti castano chiaro, corrispondenti al collo ed ai fianchi. Se ne ricava una pelliccia, definita "oro morbido", molto usata nel XVIII secolo e all'inizio del Novecento, prima che l'animale omonimo, rischiasse l'estinzione.
Francese: Zibeline
Francese: Zibeline
► ZIGRINATURA
Da zigrinare. Nell'abbigliamento è il conferimento, attraverso una operazione meccanica, di un aspetto ruvido e granuloso o di un disegno ad una superficie (cuoio zigrino).
► ZIGRINO
Pelle animale conciata in modo da assomigliare a quella di alcuni pesci Selacei, ruvida e resistente, impiegata soprattutto per borse.
► ZIG-ZAG
Dal francese zig-zag o dal tedesco zick-zack, inserito in una serie onomatopeica del tipo tictac, viavai. 1. Cucitura a punto annodato, usata per fissare i margini delle cuciture per evitare sfilacciature, i cui punti invece di essere disposti su una linea retta, formano fra loro angoli alternativamente sporgenti e rientranti (detti appunto a zig-zag), oltre ciò conferisce alla cucitura una certa elasticità; usata a volte anche per dare un effetto ornamentale se visibile sul diritto di un capo. 2. Intreccio base della maglia in catena.
► ZIMARRA
1. Nel Cinquecento era un sopravveste, sia maschile e talora femminile, ampia e di lunghezza variabile, talvolta foderata di pelliccia, con collo per lo più a scialle e maniche larghe, riccamente guarnita da decori o ricami, fornita di bottoni per tutta la lunghezza, di solito lasciata aperta. Corrispondente alla Schaube tedesca. 2. Nel Settecento la parola indicava una veste da camera per uomini. 3. Nell'Ottocento indica un largo e lungo cappotto, pastrano, soprabito pesante e lungo.
► ZINALE (ZINNALE)
Il nome deriva da "seno" incrociato con "zinna". Grembiule da lavoro con la pettorina, lungo e ampio, usato prevalentemente dalle massaie e contadine e da alcuni artigiani.
► ZINGARA
► ZINALE (ZINNALE)
Il nome deriva da "seno" incrociato con "zinna". Grembiule da lavoro con la pettorina, lungo e ampio, usato prevalentemente dalle massaie e contadine e da alcuni artigiani.
► ZINGARA
Gonna lunga e larga ricca di balze dai colori vivaci, spesso sovrapposta ad altre, come usano indossare le gitane.
► ZIRPRO (Zirconium Process)
Trattamento antifiamma, a base di titanio e zirconio, che è applicato alla lana per renderla completamente refrattaria al fuoco. È adoperato non solo contro gli incendi ma anche contro venefiche esalazioni di fumo e gas tossici.
► ZOCCOLO
Calzatura scavata in un unico pezzo di legno o con suola di legno e la tomaia costituita da una o più strisce di cuoio, stoffa, ecc. Ci sono vari tipi di zoccoli: per esempio quelli giapponesi, con suole in legno che si allacciano con nastri neri; quelli a tacco alto in pelle impunturata con borchiette, che sono usati specialmente dai bagnanti sulle spiagge o come calzatura in casa da riposo, oltre che da alcuni ordini religiosi, che l'anno adottata fin dall'inizio come "calzatura povera".
Francese: Entrave - Inglese: Clog - Tedesco: Holzschuh - Spagnolo: Zueco
► ZHONGSHAN | ZHŌNGSHĀN ZHUĀNG (Abito di Mao)
Dal nome del generale Sun Yat-sen (Sun Zhongshan), fondatore della Cina moderna. Vestito, o meglio casacca o tunica, di cotone blu o verde militare che è una sorta di abito nazionale con distinte sfumature politiche; ha 4 tasche sul davanti ed un collo alla coreana. Dal 1949 il presidente del Partito Comunista Cinese Mao Tze-Dong lo impone come unico vestito per il popolo cinese. Il taglio dell'abito di Mao era influenzato dalla tunica staliniana allora prevalente tra i funzionari sovietici. Sebbene l'uso tra il grande pubblico sia diminuito negli anni '80 e '90 a causa della crescente importanza dell'abito da lavoro, è ancora comunemente indossato dai leader cinesi durante importanti cerimonie e funzioni statali. L'abito di Mao veniva indossato anche in Corea del Nord dalle élite del partito. Negli anni '60 e '70, l'abito di Mao divenne di moda tra i socialisti e gli intellettuali dell'Europa occidentale, australiani e neozelandesi. Amatissima da molti stilisi dell'Occidente, da Ferré ad Armani, la casacca alla Mao è stata da loro riproposta nelle collezioni dedicate all'Oriente, pronti anche a declinarla in lussuosissime uniformi a uso dei ricchi europei o americani.
Francese: Entrave - Inglese: Clog - Tedesco: Holzschuh - Spagnolo: Zueco
► ZHONGSHAN | ZHŌNGSHĀN ZHUĀNG (Abito di Mao)
Dal nome del generale Sun Yat-sen (Sun Zhongshan), fondatore della Cina moderna. Vestito, o meglio casacca o tunica, di cotone blu o verde militare che è una sorta di abito nazionale con distinte sfumature politiche; ha 4 tasche sul davanti ed un collo alla coreana. Dal 1949 il presidente del Partito Comunista Cinese Mao Tze-Dong lo impone come unico vestito per il popolo cinese. Il taglio dell'abito di Mao era influenzato dalla tunica staliniana allora prevalente tra i funzionari sovietici. Sebbene l'uso tra il grande pubblico sia diminuito negli anni '80 e '90 a causa della crescente importanza dell'abito da lavoro, è ancora comunemente indossato dai leader cinesi durante importanti cerimonie e funzioni statali. L'abito di Mao veniva indossato anche in Corea del Nord dalle élite del partito. Negli anni '60 e '70, l'abito di Mao divenne di moda tra i socialisti e gli intellettuali dell'Europa occidentale, australiani e neozelandesi. Amatissima da molti stilisi dell'Occidente, da Ferré ad Armani, la casacca alla Mao è stata da loro riproposta nelle collezioni dedicate all'Oriente, pronti anche a declinarla in lussuosissime uniformi a uso dei ricchi europei o americani.
► ZOOT-SUIT
Locuzione americana. La parola zoot è una distorsione grottesca di suit che significa abito completo. Questo per evidenziare il gusto eccessivo di questa moda. Completo da uomo, caratterizzato da giacca, spesso scozzese, lunga più del normale, di due o tre taglie più grande, con spalle larghe ed imbottite, svasata sul tronco. I pantaloni sono di taglio dritto, larghi ma che vanno a restringersi sul fondo. In voga negli Stati Uniti alla fine degli anni trenta principalmente da messicani “pachucos”, portoricani e afro-americani. Completava questo abbigliamento scarpe a punta, solitamente bianche e nere, cappello a larghe tese, accessori vistosissimi. Lo stile è stato ripreso negli anni '80.
► ZŌRI
Sandali tradizionali giapponesi, senza tacco, simili all'infradito occidentale, fatti di paglia di riso o altre fibre naturali, stoffa, legno laccato, pelle, gomma o altri materiali sintetici. Il tallone dovrebbe sporgere di circa 1/2 cm-1 cm dietro, e il mignolo non ha nulla su cui appoggiare. La stringa che tiene unito il piede alla calzatura è chiamata hanao. L'hanao, come nei → geta, è posto al centro della parte finale del sandalo, non c'è quindi distinzione tra scarpa destra e scarpa sinistra. Vengono indossati con indumenti tradizionali giapponesi come il formale kimono, mentre in abbinamento con la versione più informale di quest'ultimo, lo yukata, sono preferiti i geta, un altro tipo di sandalo tradizionale giapponese. Gli zōri sono indossati con degli appositi calzini (quando presenti, per occasioni più formali) chiamati tabi.
► ZUAVO
Abbigliamento ispirato dall'uniforme degli Zuavi (corpo creato in Algeria nel 1831 e composto di soldati francesi, algerini ed europei) composto da calzoni ampi e corti al ginocchio (pantaloni alla zuava) e da giubbotto corto che non oltrepassa i fianchi.
► ZUAVO
Abbigliamento ispirato dall'uniforme degli Zuavi (corpo creato in Algeria nel 1831 e composto di soldati francesi, algerini ed europei) composto da calzoni ampi e corti al ginocchio (pantaloni alla zuava) e da giubbotto corto che non oltrepassa i fianchi.
► ZUCCHETTO
Da zucca, in senso figurato. 1. Abb. eccl. - Copricapo adottato, fin dal sec. XIV, dagli ecclesiastici della Chiesa Cattolica Romana a forma di piccola calotta emisferica ad otto spicchi, aderente al capo, di colore diverso secondo il grado gerarchico (bianco per il papa, rosso per i cardinali, viola per i vescovi, nero per i semplici preti). È detto anche soli-Deo, cioè che si leva solo davanti a Dio, perché gli ecclesiastici se lo tolgono solo in determinate fasi delle celebrazioni liturgiche. 2. Nella moda è chiamato zucchetto un berretto, specialmente femminile, a forma di piccola calotta emisferica aderente al capo o con piccole tese risvoltate all'insù tutt'intorno, con un piccolo taglio da un lato che alleggerisce la linea. Di colori spesso vivaci o fantasia.
Rames GAIBA
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