15 agosto 2018

MUSEO DEL TESSUTO E DELLA TAPPEZZERIA “VITTORIO ZIRONI” - BOLOGNA



Il museo¹
è presso un luogo storico bolognese di grande fascino quale è Villa Spada² il cui aspetto attuale è della fine del 1700 circa. È attorniata da un piccolo giardino all'italiana che svolgeva la funzione di raccordo tra la villa e il parco³: la sua terrazza principale è infatti raggiungibile attraverso le vetrate della sala della Meridiana, posta tra il primo e il secondo piano.

Il museo con circa 2.500 manufatti esposti comprende oltre 8.000 pezzi. La parte principale sono tessuti italiani ed europei: damaschi, lampassi, broccati, velluti, tele bandiera, broccatelli, taffetas, liseré, ecc. Tessuti orientali ed asiatici: copti (Egitto), turchi, caucasici, persiani, indiani, giapponesi.

Sono, inoltre, esposti:  Abiti, corredi liturgici, caftani ottomani, cappelli, zeppe; pizzi e ricami Aemilia Ars (Bologna), oltre che manufatti tessili provenienti dalla Scuola di Ricami Ranieri di Sorbello (operante in provincia di Perugia).

È un po' anche museo della moda
in quanto raccoglie abiti realizzati da manifatture locali, attraverso le quali è possibile ripercorrere la breve storia della moda del XX secolo.

Trine e ricami. Passamanerie: frange e fiocchi. Paramenti sacri. Abiti e costumi. Bandiere e stendardi. Pelli e stampi. Telai per tessuti e passamanerie. Messe in carta e campionari di tessuti. Accessori e attrezzi per tappezzieri.

Brevemente la disposizione del Museo nei diversi piani di Villa Spada, attraverso venti sale, il percorso espositivo si articola in diverse sezioni:

Piano Terra - Entrando nell’elegante loggia a T sono messe in vista, fra l’altro, bandiere e stendardi. Sono presenti gli stendardi delle antiche corporazioni bolognesi che ornavano Piazza Maggiore, dati in deposito dal Comune di Bologna.




Nella sala a sinistra entrando vi è una macchina copiatrice di disegni jacquard del 1920/30.

Nelle tre sale, a destra entrando, sono esposti velluti, broccati e lampassi.



  1. Manifattura italiana - tessuto moiré in seta (sec. XVII) 
  2. Tessitura Luigi Bevilacqua - velluto controtagliato laminato in lino e seta (1875)
  3. Manifattura di Zoagli - velluto cesellato  in seta e lino (sec. XIX)
  4. Seterie Vittorio Ferrari - Raso di seta verde con trame broccate policrome (secc. XIX / XX, 1892 - 1950)

    © foto: PAT ER Patrimonio culturale dell'Emilia-Romagna
L'Annunciazione - frammento di tessuto sciamito del 1300-1400,
eseguito con la tecnica del lampasso, in lino e seta, di origine umbro-toscana

Le manifatture italiane di epoca rinascimentale sono riunite nella seconda sala, dove sono esposti pregiati velluti di Genova e Zoagli, capitali europee della lavorazione di velluti lisci cesellati con decorazioni arabescate, animate da alberi, uccelli e altre forme zoomorfe. Tra i pezzi di maggiore pregio allestiti in questa sezione si distinguono inoltre tre tessuti decorati con disegni di Mariano Fortuny y Madrazo, figura di eclettico genio che all'inizio del XX secolo fondò a Venezia un'officina per la stampa su seta di motivi originali divenuta celebre in tutto il mondo.



Piano Primo - Nella prima sala entrando abbiamo fra l’alto due mezzari (di metà e fine sec. XVIII). Si passa poi ad altre sale fra cui la sala dei damaschi bolognesi; in questa sala è esposto un telaio funzionante del 1700, trasformato nel 1800 in telaio jacquard. In altra sala abbiamo una macchina in ferro per tessere velo e calze (Italia 1890); in un'altra sala un telaio per passamanerie (bordi) del 1800, con il primo sistema jacquard poi modificato con impianto elettrico, legno, ferro, ghisa (altezza 3,72 m – larghezza 1,60 m). In bacheca una veste battesimale del 1867. 


Telaio lombardo del 1700, trasformato con il sistema Jacquard nel 1801

Piano Secondo - Subito alla destra entrando notiamo una macchina per stirare della fine del 1800 in ferro, legno e ghisa (mis. 1,05 x 1,33 m). Immettendosi nella prima sala, in due bacheche, sono esposti una collezione di trine e merletti dalla fine del 1700 ai primi del 1900. In questa sala si nota un tripode porta rullo per lavorazione tombolo, della fine del 1800, girevole, regolabile nell’altezza, con vano con sportello per conservare aghi e cotoni e cartoni con disegno, in legno di noce (altezza da cm 120 a 146). Segue una sala di accessori (anelli e fiocchi, forbici per stuoia, aghi a lunetta, tiracinghie, chiodi, carrucole per tende, borchie, ecc.). Si entra in una sala che in teche mostra una importante collezione di 64 frammenti di tessuti copti (antico Egitto) dal III sec. d.C. al VII sec. d.C.

In questa sala è esposto fra l’altro un velario della Mecca di origine egiziana, in cotone, seta e metallo, del 1700 (mis. 2,90 x 2,30 m).


Sala del Medioriente con una collezione di caftani ottomani del XVIII secolo



Vesti e i corredi liturgici: molto preziosi perché spesso i tessuti più pregiati erano lavorati con fili d’oro e d’argento


In altra sala abbiamo un telaio per galloni, in legno, funzionante del 1370

foto: © Galeotti Monica


un telaietto regolabile per ricamare del 1880 (lunghezza 67 cm – altezza 35 cm); in bacheche 5 ombrelli della metà/fine ‘800;

Camicetta in lino (1908) - sartoria di Firenze
foto:
© Galeotti Monica


passamanerie, ecc. In altre sale cuoio e pelli.


foto: © Galeotti Monica


All'interno del Museo vi è una biblioteca specializzata in tessili (posta al piano terra), una tessuteca di oltre 1.150 volumi e diverse collezioni di riviste e periodici oltre a documenti tra cui l'archivio integrale della Società di mutuo soccorso tappezzieri e materassai di Bologna (dal 1939 al 1947). Vi è anche un laboratorio di restauro di tessuti antichi, dotato di apparecchiature all'avanguardia, una particolare e meritoria eccellenza in questo settore.  


foto: © Museo del Tessuto e Tappezzeria “Vittorio Zironi”
tratte dalle loro pagine Facebook e Instagram


CURIOSITÀ - Vi è inoltre (piano terra) esposta una piccola raccolta di francobolli, divisa per aree geografiche: Europa (costumi regionali e nazionali, arazzi e tappeti, artigianato), Africa (costumi tradizionali, tappeti, artigianato), Asia (costumi tradizionali), Australia ed Oceania (costumi, artigianato), Stati Uniti (artigianato, costumi).




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DOVE: Villa Spada - Via di Casaglia, 3 - 40135 Bologna

L’accesso principale del parco si affaccia su via Saragozza poco prima che, partendo dal centro cittadino, questo incontri il Portico del Meloncello. Vi è, inoltre, un ulteriore accesso su via di Casaglia, che porta direttamente alla entrata (facciata meridionale) del Museo.




Sito Web: Ministero della Cultura - Museo del tessuto e della tappezzeria "Vittorio Zironi"

Museo del Tessuto e della Tappezzeria "Vittorio Zironi" **

** Museo temporaneamente chiuso (dal settembre 2018)
Firma qui la petizione su Change.org
Ripristiniamo Villa Spada e il Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi”

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Il Museo - L'idea del tappezziere bolognese Vittorio Zironi (1916-1999) nacque in un campo di prigionia tedesco. Fu lì che, chiacchierando con un sorvegliante, anche lui tappezziere nella vita civile, venne a sapere che a Berlino era andato in fiamme lo storico Museo del Tessuto. Da quel momento decise di farlo lui a Bologna: girò i mercati e recuperò in campagna tutte quelle attrezzature che il progresso stava mandando in pensione. La raccolta iniziata nel 1946 si è in seguito estesa, fino a divenire una collezione di livello internazionale. Ha inoltre ricevuto donazioni da privati e da enti pubblici. È allestito a Villa Spada dal 1990. A febbraio 2016 è stato donato dalla famiglia Zironi al Comune di Bologna.
Villa Spada - La villa in stile neoclassico fu riedificata su incarico della famiglia Zambeccari (del marchese Giacomo) alla fine del '700 (presenti in città fino al 1811), che intese aggiornare il suo casino di caccia per farne una elegante dimora di villeggiatura e svago. Il progetto è attribuito a Giovan Battista Martinetti, presente a Bologna a partire dal 1774, che disegnò anche il piccolo giardino all'italiana terrazzato e adorno di vasi e sculture. Entro il 1795 il marchese fece aggiungere anche la Sala della Meridiana, e tra il piano terra e quello interrato è situata l'affascinante ghiacciaia settecentesca, un ambiente absidato di forma circolare con copertura a volta, progettato come conserva di neve per il mantenimento delle derrate alimentari di cui spesso venivano dotate le ville nobiliari dell'epoca.  Fu poi acquistata nel 1820 dagli Spada, dei quali si può ancora ammirare sul frontone della facciata meridionale della villa lo stemma
dei principi Spada, Proprio in questo momento la villa assunse la denominazione con cui tutti noi oggi la conosciamo, e il parco venne ulteriormente allargato fino a congiungersi con via Saragozza, che correva già all’epoca ai lati dell’entrata principale. In epoca moderna la storia della villa ha visto altri passaggi di proprietà. All’incirca nel 1920 venne acquistata dalla famiglia Pisa, una famiglia di industriali molto attivi nella zona di Bologna, che in quel momento stava vivendo un grande periodo di crescita ed espansione. Villa Spada (villa-parco) rimarrà di loro proprietà fino agli anni ‘60, quando venne acquistata nel 1964 dal Comune di Bologna.
Il Parco -  Si estende per circa 6 ettari all'estremità della stretta dorsale tra il rio Meloncello e il Ravone. Macchie di alberi e prati si alternano lungo il pendio che dalla collina di Casaglia scende su via Saragozza. Dai punti più elevati (120 m) si godono begli scorci sul centro storico, incorniciato dalle chiome dei tanti sempreverdi mediterranei (lecci, cipressi, allori, pini domestici e marittimi, corbezzoli). Nella porzione subito a destra dell'ingresso principale cresce un boschetto seminaturale con specie tipiche della collina (orniello, carpino nero, acero campestre, ciavardello, biancospino). Nella vicina torretta stile medioevale, secondo la tradizione, venne rinchiuso prima della fucilazione il martire risorgimentale Ugo Bassi.
Sciamito (tessuto) - Eseguito con la tecnica del lampasso testimonia l'eccellente livello raggiunto dalle manifatture lucchesi per qualità di tessitura e ricchezza del modulo decorativo. Il motivo iconografico riprende la scena sacra dell'«Annunciazione» nell'esecuzione realizzata dal Ghirlandaio e rientra in una tradizione di produzione seriale destinata all'applicazione su paramenti ecclesiastici. Lo sciamito è un tessuto che tecnicamente ha un ordinamento basato su un rapporto di sei fili, in greco hexamitos, da cui deriva il suo nome. È formato da due orditi, uno di fondo - che crea il disegno - e uno di legatura, e da almeno due trame legate in senso obliquo. 


scheda a cura di: Rames Gaiba
© Riproduzione riservata

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