28 giugno 2015

DIZIONARIO DELLA MODA: N




NABUK
Pelle molto pregiata, di origine bobina o ovina (mucca, vitello, montone, cervo, ed altri animali), ottenuta lavorando la parte esterna della pelle dell'animale, ovvero il fiore, conciata al cromo o al vegetale, la cui superficie è stata levigata e smerigliata attraverso degli appositi macchinari con lo scopo di ottenere una superficie morbida e vellutata al tatto, ma è anche abbastanza delicata e deve essere manutenuta con cura. È uno dei pellami più costosi in quanto richiede un pellame grezzo di qualità elevata per essere prodotto. Usata per scarpe di tutti i tipi, dalle sneaker agli scarponi e oggetti di pelletteria.

Inglese: Nubuck.

Da non confondersi con la pelle
scamosciata che viene ottenuta lavorando l'interno della pelle dell'animale, cioè la crosta (o lato carne). Per distinguere le due tipologie (pelle Nabuk e pelle scamosciata) è  necessario osservare attentamente la superficie esterna del Nabuk che  presenta generalmente piccole imperfezioni e segni che sono caratteristiche dell'epidermide dell'animale (come piccole venature e pori) che la pelle scamosciata invece non ha mai.

NACRÉ  
Termine francese, propriamente "madreperlaceo". Velluto con effetto iridescente, tipico della madreperla, ottenuto con un filo di pelo d'un colore e un filo di fondo di altro colore contrastante.

NAFTALINA
Idrocarburo aromatico in cristalli bianchi dal caratteristico odore, ottenuto dal catrame di carbon fossile, usato nell'industria chimica e tradizionalmente come tarmicida (antitarme), anche se il suo uso è in declino per la concorrenza di prodotti più efficaci.

NAINSOOK
Tessuto leggero di cotone pettinato ad armatura tela, fine ma un po' più pesante del batista, spesso mercerizzato. 1a. Nella versione inglese ha un finissaggio morbido; 1b. Nella versione francese è calandrato per apparire lucido. Viene usato per l'abbigliamento infantile, per biancheria intima e per blusette.

NAPPA  
Dal latino mappa, salvietta, drappo. 1. Denominazione di pelli a pieno fiore di agnello, capretto e montone e più raramente di bovino, un tempo concimate all'allume, oggi con sali di cromo, dalla mano particolarmente morbida, che vengono utilizzati per la confezione di soprabiti, giacche, tailleur, nonché per alcuni articoli di pelletteria (guanti), oltre che si presta anche a lavorazioni speciali come intrecci e plissettature. 2. Fiocco formato da un mazzetto di fili, usato come ornamento di uniformi militari, paramenti liturgici, tende, ecc. 3. Sferoide di panno imbottito o di fili a raggiera, nel quale gli alpini tengono infilata la penna (tutti i vecchi chepì avevano la nappa con il numero di reggimento).

NAPPATRICE
Macchina che serve per aprire i cascami di seta; consiste essenzialmente di due rulli alimentatori e di un grosso tamburo muniti di punte d'acciaio che afferrano e districano le fibre formando una ovatta che viene utilizzata per le successive lavorazioni.

NAPPINA
Ornamento di più fili uniti in modo da formare un fiocco.

NASTRARE  
Da nastro. Ricoprire o rivestire con nastro, per lo più a scopo di rinforzo o di isolante. È una operazione che si fa su alcuni capi sportivi o tecnici o su tessuti utilizzati per particolari prestazioni (tende da campeggio, gommoni, aquiloni, ecc.).

NASTRATE 
Lo si dice di cuciture ricoperte con nastro, allo scopo di rinforzo o isolante. L'operazione è detta nastrare.

NASTRI PER INTERNI
I nastri per interni, in genere sono adesivi con resina spalmata su un lato, di piccolo spessore e larghi da pochi mm. a parecchi cm., e possono essere tagliati in dritto filo o sbieco (generalmente a 45°) o essere perforati ad 1, 2 o 3 fustelle, al fine di permettere di seguire esattamente la linea di piegatura del tessuto. Per poter unire le tasche laterali senza rifinirle manualmente, talora, si usano dei nastri fustellati, in genere in non tessuto, che hanno da ambo i lati delle fustelle che permettono di rifinire correttamente l'apertura delle tasche stesse. I nastri possono essere anche sagomati quando la forma delle cinture di gonne e pantaloni da donna non è diritta (l'anatomia del corpo umano porta ad una diminuzione della circonferenza tra il bacino e la vita). Esistono anche nastri con tutte e due i lati adesivi, detti perciò biadesivo o a doppio adesivo (veli di resina).

Italiano: nastro termoadesivo - Francese: Band thermocollant - Inglese: Thermo adhesive tape; fusibile tape - Tedesco: Thermofixierband - Spagnolo: Cinta termoadhesiva

NASTRO 
Tessuto liscio o operato sottile, solitamente di piccola altezza (ma comunque non superiore ai 18 cm) e di lunghezza indeterminata, oggi si fanno con tutte le fibre tessili (naturali o artificiali), fabbricato con particolari telai. Possono essere cerati, marezzati, rasati. Vengono usati per guarnizioni, orlature e legature; per essere applicati in disegno. Da soli compongono una cintura o una fascia. Sono anche usati sul cappello a grande tesa, o per portare al collo un pendente, o un medaglione, o per legare i cappelli.

NATTÉ  
Voce francese. Armatura panama (derivata dalla tela), molto sciolta, in cui lavorano appaiati più fili sia in trama che in ordito, presentando quadrati più o meno grandi alternativamente in catena e in trama. I grossi natté sono simili a stuoie e vengono usati in laneria per tailleurs e cappotti.

NATURAL SHOULDERS  
Locuzione inglese, che significa «spalle naturali»Profilo di giacca in cui l'imbottitura delle spalle è ridotta al minimo, se non eliminata del tutto.

NAVETTA (telaio tessile)
Nel telaio tessile è un elemento di forma allungata, con un incavo in cui è alloggiata la spola, con il filo di trama, avente la funzione di formare l'intreccio inserendo con un moto di va e vieni il filo di trama attraverso il passo dei fili di ordito. Le navette, oltre che di legno (a volte si appesantiva la parte posteriore della navetta, facilitandone l'aderenza al pettine durante la corsa: l'appesantimento è ottenuto con aggiunte di metallo alla parte posteriore della navetta), sono di acciaio e di materiale sintetico; la loro forma, misura (la lunghezza può variare tra i 30 cm e i 60 cm) e il loro peso variano a seconda del tipo di telaio, del filato utilizzato e del tessuto da produrre; l'adozione di una navetta più o meno grande è subordinata alla qualità della trama e allo sforzo cui deve sottostare l'ordito nel tessuto da fabbricare: se l'ordito è debole e se è passato numerosi licci, la grossezza della navetta deve essere limitata e in relazione alla corsa del battente, per non provocare rotture di fili con una bocca troppo ampia.  Si chiama invece spola la bobina (cannello) posta all'interno della navetta per tessere, sul quale è avvolto il filo di trama; nell'uso comune, anche se impropriamente, è definita spola l'insieme della navetta e del cannello.
Oggi, nei telai moderni, a partire dagli anni '60 è stata sostituita da apposite pinze che trascina il filo o da un getto d'aria compressa o di acqua. Questo consente di lavorare ad una velocità superiore alle 500 battute al minuto.

NAVETTA
1.
Pezzo metallico di alcuni tipi di macchine per cucire e da ricamo.
2. Lav. domestico - Piccola spola di galalite, osso o altro materiale con cui si esegue il pizzo chiacchierino, detto tatting in inglese.


Ne
Sigla internazionale che indica il titolo, cioè il rapporto tra la lunghezza e il peso, del filati di cotone o di fibre artificiali e sintetiche filate con sistema cotoniero.

NEAR RESHORING 
Locuzione inglese; da "near", vicino e  "re-shoring", ricollocazione.È un fenomeno che consiste nel riavvicinarsi al Paese di provenienza, spinte per lo più da esigenze di qualità e controllo di prodotto e servizio. Costi e tempi logistici, effetto “made in”, servizio al cliente: sono i principali fattori che motivano il reshoring, in questi anni di crisi, tra le imprese commerciali. Vi è inoltre l'attenzione crescente da parte dei consumatori al tema del produrre sostenibile: valutazione economica, ambientale e sociale orientano sempre di più le aziende a produrre più vicino al consumatore in fabbriche green ad alta robotizzazione. Per esempio, un'azienda italiana che ha aperto uno stabilimento in Cina decide di lasciare l'Asia e senza ritornare in Italia, per vari motivi, si insedia, per esempio nell'Europa dell'Est o comunque paesi vicini. Questa tendenza può essere utile anche per l'Italia, in quanto aziende straniere potrebbero scegliere di fare near reshoring nel nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda la fornitura di prodotti di qualità.

Il rientro della produzione in madrepatria è chiamato back-reshoring. Il controesodo riguarda, almeno per l’economia italiana, soprattutto aziende di qualità che necessitano di valorizzare il marchio Made in Italy”, e di posizionare i propri prodotti verso l’alto di gamma. Il settore moda e fashion è quello fra i più favoriti dal reshoring.
È l'opposto al offshoring, ossia la delocalizzazione di lavorazioni che inizialmente venivano svolte all'interno del territorio domestico in cui è situata l'impresa per soddisfare il mercato globale. Nell'attuare tale pratica si deve distinguere ulteriormente tra offshore insourcing, se l'attività viene svolta nel paese estero tramite stabilimenti di proprietà dell'azienda e offshore outsourcing, quando invece ci si avvale di fornitori stranieri.
 NÉGLIGÉ
Voce francese, participio passato di négliger "trascurare",  propriamente "negletto", con il significato di "vestito di negligenza". 1. Nella terminologia della moda, elegante vestaglia femminile, da indossare sopra la camicia da notte o la biancheria intima (dopo essersi alzati o prima di andare a letto), o anche come vestito da casa, costituito da una sopravveste lunga e con maniche lunghe o trequarti, ampia e comoda, aperta sul davanti e talvolta trattenuta da una cintura. Altri sinonimi sono: matinée o vestaglia. 2. All'origine (1700) fu il nome dato ad un abito da donna, molto semplice, caratterizzato dalla mancanza di taglio in vita, ed adatto ai viaggi.

NEMAKI  
Termine giapponese. Kimono di cotone usato come indumento notturno.

NEPS  
Termine inglese, che significa "nodi di bottoni". Sono gli ingrossamenti sferici, piccoli grovigli di fibre irregolari, di peluria, che aderiscono al filato deformandolo, da cui il filato fantasia Boutonnè. Spesso trattandosi di fibre immature o morte non assumano la tintura rimanendo chiari.

NERVATURA 
Minutissima piega, di circa 2 mm, cucita in rilievo, sul lato esterno del tessuto. Serve per sottolineare la linea di un abito, per disegnare un colletto, per sagomare una camicia. È un motivo decorativo e sartoriale allo stesso tempo. Si fa con la macchina da cucire, usando un piedino speciale e un ago doppio, oppure con tagliacuci. In maglieria si ottiene partendo da una maglia unita lavorando più giri in rasato su una delle due fronture ottenendo un effetto in rilievo che può avere una valenza sia decorativa (balze, punti in rilievo) che strutturale. Il tessuto maglia che si ricava con questa lavorazione risulta essere meno elastico.

I
nglese: Ribbing

NETSUKE
Termine giapponese; da ne, "legna", e tsuke, "bottone". Accessorio decorativo giapponese, in materiali pregiati, di solito in avorio o in legno, concepito fondamentalmente come piccolo contenitore in quanto i kimono giapponesi non avevano le tasche, così i piccoli oggetti o cose che le persone si portavano appresso venivano messi in dei contenitori (inro) appeso  a una cintura chiamata obi di seta tramite una corda (himo), e per evitare che questi contenitori scivolassero via, all'estremità opposta della corda veniva attaccato il netsuke. Queste piccole sculture (generalmente di tre o quattro centimetri) erano forate da due buchi per i quali passava un cordoncino in seta ed erano destinate a fissare alla cintura del kimono piccoli oggetti (esempio, la scatoletta delle medicine, o la scatola del tabacco, o l'astuccio della pipa tradizionale giapponese). Un accessorio che è dunque nato come oggetto funzionale ai bisogni del vivere comune e che è sempre stato destinato all'uso concreto e quotidiano anche quando di pregevole fattura e di materiale prezioso.

NewCell®
È una nuova generazione di fili continui cellulosici, di origine naturale, con proprietà eccezionali, destinati all'industria tessile. A seconda del tipo di prodotto finale NewCell è ottenibile sia parallelo sia con una torsione protettiva di 100/200 giri (ideale nelle macchine circolari in maglieria). Se necessario può essere intelacciato per migliorarne le prestazioni. Utilizzando fili con media o alta torsione, si ottengono mani "sabbiose" o tipo crepe. Per variazioni sugli effetti di mano può essere utilizzato il tipo testurizzato. Può essere fornito lucido (offrendo effetti serici) o opaco (caratteristica importante nella calzetteria), oppure mischiato a fili opachi (fornendo elementi di contrasto ottico). Viene prodotto con un processo innovativo che salvaguarda l'ambiente, sposa la superiorità funzionale dei fili sintetici con la carica emotiva delle fibre naturali. Appartiene al gruppo delle fibre LyocellCaratteristiche: Ha un livello di assorbimento di umidità doppio del cotone e una tenacità pari al poliammide. In particolare nell'intimo non è più necessario rinforzare il filo cellulosico con fili sintetici come il poliammide, in quanto in condizione asciutta la tenacità è doppia rispetto ad un tradizionale filo cellulosico, mentre in condizione umida essa è addirittura 3 volte tanto. NewCell offre un comfort particolarmente elevato specie nella stagione estiva. Ottimi risultati sia per la lavorabilità che per il raffinato aspetto si hanno ricoprendo un filo di elastomero con NewCell. Ottima resistenza al lavaggio in lavatrice; con opportuni finissaggi è possibile ottenere una elevata stabilità dimensionale perfino ai lavaggi in lavatrice domestica a 60° C . NewCell può essere mischiato ad altri materiali; solo con percentuali molto elevate di lana è necessario utilizzare particolari sistemi di finissaggio, in quanto la lana è molto sensibile ai trattamenti alcalini. Impieghi: confezione (abbigliamento femminile), maglieria, lingerie, calzetteria, ecc.

NEW LOOK  
Locuzione angloamericana; propriamente "nuovo aspetto". Espressione con cui viene definito dagli Americani il nuovo stile lanciato da Christian Dior nel 1947. La novità consisteva nella creazione di una linea più morbidamente femminile che aderiva alle curve naturali del corpo con spalle rotonde, vita sottile, petto e fianchi in risalto. Essa comportò anche un notevole allungamento delle gonne (24 cm da terra).

NICKY
Voce inglese, derivato dal nome proprio femminile Nicky, cambio del campo semantico per ragioni poco chiare; termine appartenente al linguaggio internazionale dell'abbigliamento. Maglietta sportiva per il tempo libero sia femminile che maschile a maniche lunghe, girocollo, dal taglio semplice e dritto, talvolta con cappuccio, confezionata in cotone felpato.

NIDO D'APE  Passaggio del campo semantico per la somiglianza del diritto del tessuto e del ricamo a un favo. 1. Disegno geometrico a righe in rilievo alternate ad incavi incrociati diagonalmente, che formano cellette simili a quelle di un favo. 2. Per estensione tessuto di cotone, lino, ma anche di lana fabbricato a telaio con un armatura che crea nel tessuto un disegno geometrico tale da ricordare l'alveare delle api. La struttura favorisce l'assorbimento d'acqua e quindi in cotone è usato anche per fare asciugamani, accappatoi, strofinacci. 3. Punto a ricamo che arriccia il tessuto, ottenendo piccoli rettangoli o rombi. Spesso viene cucito, sul rovescio, con un filo elasticizzato per renderlo più morbido e garantire così una maggiore vestibilità. Classico per gli abiti bon ton delle bambine, viene solitamente ricamato sul corpino.

I
nglese: Nest

NIQAB 
Velo, solitamente di colore nero, usato, nei luoghi pubblici, dalle donne musulmane, che copre interamente la testa e il viso ad eccezione degli occhi, spesso molto raffinato ed elegante. Spesso usato insieme a una sciarpa per il capo e a un'ampia veste per il resto del corpo. Lo si trova in Medio Oriente (molto diffuso tra le donne dell'Arabia Saudita), nell'Africa settentrionale (se ne porta una versione "a metà", spesso legata o tenuta a mano, e con un diverso tipo di tessuto dagli occhi in giù), nel Sud-Est asiatico e nel sub-continente indiano. 

Nm
Sigla internazionale che indica il titolo, cioè il rapporto tra la lunghezza e il peso, dei filati di lana o di fibre artificiali e sintetiche filate con sistema laniero.

NOBILITAZIONE 
Indica tutte le operazioni eseguite sui tessuti e filati prima dell'uso finale, che migliorano o modificano l'aspetto, il tatto ed il comportamento degli stessi. Le principali operazioni di nobilitazione sono: il lavaggio (o purga); il candeggio; la mercerizzazione; la tintura; la stampa; le finiture chimiche (applicazione di resine per migliorare la stabilità dimensionale, di appretti impermeabilizzanti, antifiamma, ecc.) e quelle fisiche (calandratura, termofissaggio, garzatura, cimatura, bruciapelo, ecc.).

NODI (difetti tessuti)
Nodi o piccole ingrossature di certi fili di catena o di trama, che guastano il diritto del tessuto. Metodo di controllo - Valutazione visiva dei difetti che sarebbero inaccettabili su il prodotto che si deve fare.

NODI D'AMORE 
Fiocco di nastro con due cocche e due bande.

NODO  
Dal latino nodusLegatura di filo, nastro o simili fatta per stringere o formare. In tessitura serve per unire due orditi o due trame rotte, usando i vari tipi di nodi che esistono, come quello "comune" o "da tessitore".

NO-IRON  
Voce inglese. Letteralmente "niente ferro". Stoffe e dei capi che non occorre stirare.

NON TESSUTI 
Materiali e stoffe ottenuti con procedimento diverso dalla tessitura, privi di ordito e trama, costruiti con fibre artificiali o sintetiche (nell'abbigliamento le fibre più usate sono poliammide, poliestere e viscosa), oppure una mischia di esse. Si parte dalle fibre in fiocco, a lunghezza variabile che vengono disposte in un vello, che costituisce la struttura; ci sono poi dei tipi nei quali la formazione del vello si compie da bava continua: essi sono chiamati spund-bonded.

Il vello una volta prodotto non ha sufficienti proprietà meccaniche per restare unito, e quindi occorre legare tra loro le fibre per avere un prodotto resistente alla trazione. Le fibre vengono unite in tre modi:
  • utilizzando collanti chimici
  • legandole fra loro a caldo (termosaldate)
  • intrecciandole meccanicamente (i sistemi sono più di uno)
I non-tessuti vengono impropriamente chiamati Fliselina®, che è il nome commerciale da attribuirsi al non tessuto fabbricato dalla "Freudenberg" (Azienda tedesca).

Nell'abbigliamento sono usati come rinforzi (interfodera), soprattutto nelle versioni termoadesive , o come base per alcuni tessuti spalmati.

Inglese: No-woven

Altri tipi di non tessuti sono: feltro, agugliati, ovatta, foam, veli di resina

NORFOLK 
Giacca sportiva maschile, in homespun, donegal o tweed, con tasche applicate, martingala e pieghe a soffietto sulla schiena. Si indossa con i knickerbockers, pantaloni fermati al ginocchio.

NORVEGESE
Scarpa del tipo derby, con i gambaletti cuciti sopra la mascherina, linguetta, allacciatura a stringhe sul davanti e inoltre, tipica per questo modello, la punta divisa nel mezzo in due da una doppia cucitura.  

NOTA DI TESSIMENTO 
Tabellina in cui si iscrivono i colori, i titoli e la natura dei filati di trama nell'ordine in cui devono venire inseriti attraverso l'ordito.

NOVEDECIMI  
Dicesi di lunghezza soprattutto di indumenti femminili, ottenuta dividendo la lunghezza di un capo fino a terra in dieci parti e togliendone l'ultima (esempio: cappotto novedecimi in montone)

NUANCE [nuas]  
Termine francese. Sfumatura, gradazione, tonalità di colore, tinta.

NUDE LOOK  
Locuzione inglese. Tipo di abbigliamento o abito da donna che lascia intravedere il corpo e/o che utilizza i tessuti semitrasparenti, indossati senza biancheria intima, grandi scollature, spacchi e tagli che scoprono tutto, o quasi tutto del corpo femminile.

NUMERO METRICO (Nm)
Unità di misura (rapporto tra la lunghezza in km e il peso in kg del filo) più comunemente usata nei filati per definire il titolo del filato. Più il numero metrico è alto più sottile è il filato. 



Rames Gaiba
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