Il Manifesto per la trasformazione dell'abbigliamento maschile viene a proporre fantasiosamente tutta una svariatissima gamma di modelli da produrre per un radicale rinnovamento del vestiario da uomo, reclamando per questo «quella libertà nel vestire già da tempo raggiunta dalla donna».
Fortunato Depero, Abiti da uomo (1945)
L'intenzione espressa dal manifesto è quella di realizzare un «vestiario sintetico», cioè «comodo ed insieme estetico», un «abbigliamento sportivo», liberato da ogni «infagottatura e costrizione», ma da usare nella vita quotidiana in ogni ambiente, lavoro, occupazione e situazione. E per questo propone nuovi «capi» contraddistinti da bizzarri nuovi nomi, come «il toraco», «maglietta senza maniche»; «il camitto», «sorta di camicia anti-inceppante»; «il corsante», «copri-torace»; «i femorali», «copri cosce»; «i conici», «copri gamba»; «calzari e calzilli», «copri piede di vario taglio»; «aeroscarpa», «sorta di scarpa leggerissima»; «la scafa», «scarpa massiccia e lucida»; «la spiova», «copricapo invernale»; «l'asole», «zuccotto estivo leggero»; «il paravista», «visiera da aggiungersi all'asole»; «il radiotelfo», «sorta di casco leggero per viaggio»; «la luca», «sorta di mantello invernale»; e «il trifermo», «sopratoraco con maniche tubolari fino ai polsi». Come si vede, con giocosa immaginazione, una gamma completa di vestiario maschile, nuovissimo, e che sfida lo spirito della libertà raggiunta nella moda giovanile dei nostri ultimi anni.
E questa esemplificazione del «nuovo vestiario sintetico futurista», che i firmatari auspicano sarà lanciato quando compreso dalle case di confezione italiane, è l'ultimo messaggio di Thayaht sull'abbigliamento futurista.¹
Giacomo Balla, Bozzetto di vestito da uomo (1914)
tempera su carta, cm 36 x 24
MANIFESTO PER LA TRASFORMAZIONE
DELL'ABBIGLIAMENTO MASCHILE
Già da molti anni la moda femminile si è sviluppata da basi estetiche ed igieniche, semplificando le vesti e liberando la donna dalle complicazioni passatiste. Concentriamo perciò la nostra attenzione sul problema dell'abbigliamento maschile che reclama radicali trasformazioni.
1°) Reclamiamo per l'uomo quella libertà nel vestire già da tempo raggiunta dalla donna.
2°) Per ottenere questa libertà dobbiamo anzitutto sradicare il preconcetto passatista che l'uomo, per essere ben vestito, debba avere addosso i seguenti indumenti:
Camiciola - mutande - calzini e giarrettiere - scarpe - camicia - goletto - cravatta - polsini con relativi gemelli o bottoni - pantaloni con quattro tasche - rovesce - cintura - cinturini e bretelle - gilet con altri quattro taschini - e con altro cinturino - giacca con tasche interne ed esterne - risvolte - filze di bottoni con occhielli falsi alle maniche - cappello di feltro o paglia con relativo nastro assortito - fodere di seta e marocchino in cuoio - impermeabile o pastrano - guanti - sciarpa al collo - ombrello o canna da passeggio secondo le stagioni.
3°) Dobbiamo INCORAGGIARE il gusto giovanile già esistente, ottimista e sportivo per un vestiario sintetico, arioso e fresco, non solo per l'uso in campagna o al mare, ma anche nella vita quotidiana di città. È necessario un ABBIGLIAMENTO SINTETICO specialmente per coloro che lavorano negli uffici, nei negozi, nelle banche e negli stabilimenti, in modo da agevolare i loro movimenti, beneficare la loro condizione fisica e liberarli dalla imposizione di abiti costosi, scomodi e anti-igienici.
4°) Dobbiamo abolire il cliché tipografico bianco e nero dell'abito da sera e tutti gli abiti a taglio anglosassone e puritano, nordico e antimediterraneo. È da condannare in modo particolare tutto ciò che è INFAGOTTATURA e COSTRIZIONE. Dobbiamo eliminare perciò: goletti, polsini, cinture, cinturini, cignole, bretelle, giarrettiere e tutti i simboli di schiavitù che impediscono la regolare circolazione del sangue e la libertà dei movimenti (spesso cause inavvertite di disappetenza, malesseri, malumori e conseguenti litigi o attriti familiari). Dobbiamo eliminare: fodere, tasche inutili e filze di bottoni irragionevoli, risvolte, falde, gonnelle, martingale, baveri, imbottiture e simili residui antiquati, goffi e antisportivi, raccoglitori di sudicio e di sudore.
5°) Dobbiamo ridurre al minimo necessario il numero dei capi di vestiario simultaneamente indossati, per le varie stagioni.
Dobbiamo ridurre al minimo necessario il PESO SPECIFICO DI OGNI CAPO DI ABBIGLIAMENTO, in proporzione alle condizioni climateriche.
Dobbiamo ridurre al minimo necessario il PESO SPECIFICO DI OGNI CAPO DI ABBIGLIAMENTO, in proporzione alle condizioni climateriche.
Dobbiamo ridurre al minimo necessario le costure, gli orli e gli occhielli (in altre parole la fattura) in ogni parte del vestiario, per facilitarne la confezione, la lavatura, la stiratura, la ripiegatura e conseguentemente diminuire il costo di produzione e aumentare sia lo smercio, sia la possibilità ad ogni singolo cittadino di mutarsi più spesso.
6°) Questo ABBIGLIAMENTO SINTETICO a cui dobbiamo arrivare, oltre all'essere economico e igienico, deve risultare comodo ed estetico:
a) COMODO: deve cioè seguire ogni movimento del corpo ed essere, piuttosto che un impiccio, uno stimolo e una facilitazione all'azione. Dev'essere di rapida indossatura e proteggere dalla pioggia, dal freddo e dal vento quanto dal caldo, dalla polvere e dal sole.
b) ESTETICO: deve cioè mettere in rilievo le linee più belle e caratteristiche del corpo maschile, in contrasto con quelle femminili; dev'essere, se possibile, più splendente di colore di qualsiasi abbigliamento della donna (legge manifesta negli animali).
7°) Dobbiamo creare dei nuovi capi per l'abbigliamento maschile, con nuovi nomi ad essi corrispondenti, e trasformare opportunamente quei capi già esistenti il cui uso meglio corrisponda all'esigenze della vita d'oggi.
8°) Nel 1918 creammo e lanciammo a Firenze LA TUTA. Fra breve lanceremo con un'esposizione clamorosa una serie completa di modelli di nostra creazione, ai quali abbiamo dato i nomi seguenti:
1 - IL TORACO: Maglietta senza maniche, scollata, senza bottoni, a taglio rettilineo, tessuto di cotone, lana o seta, per l'inverno come camiciola, per l'estate per il bagno o l'atletica; bianco e colori lavabili.
2 - IL CAMITTO: Sorta di camicia anti-inceppante, senza tasche, a taglio quasi aderente, in tessuto elastico di cotone o lino, due soli bottoni, bianco e colori chiarissimi, lavabili.
3 - IL COSANTE: Copri-torace, con mezze maniche, due tasche, un solo bottone, tessuto in lana, seta, cuoio, gomma, secondo le stagioni, zone di vario colore.
4 - I FEMORALI: Copri cosce, ampi e non aderenti, fermati sotto al ginocchio, quattro tasche, tre bottoni, tessuto opaco morbido in tela di lana, cotone, lino, seta, colori intensi, uniti o a disegni geometrici.
5 - I CONICI: Copri gamba a taglio rettilineo conico, tre bottoni, due tasche, tessuto pettinato o lucido, leggerissimi per l'estate, in tinte fredde; lanosi per l'inverno, tinte calde.
6 - GLI ANCALI: Copri anche, a taglio sportivo, succinto, chiusura a fibbia, due tasche, tessuto di cotone a colori vivaci, per spiaggia, bagno, allenamenti.
7 - LA TUBARIA: Copri gamba ampio, chiuso alla caviglia, tessuto impermeabile, resistente, costura unica, due tasche, auto-chiusura.
8 - CALZARI E CALZILLI: Copri piede di vario taglio, tessuto a maglia, da portarsi senza giarrettiera, bianchi o assortiti ai conici o ai femorali.
9 - AEROSCARPA: Sorta di scarpa leggerissima, elastica, costruita in modo da aerare il piede, colori chiari e opachi per estate.
10 - LA SCAFA: Scarpa massiccia e lucida, impermeabile in cuoio o gomma, ottone e alluminio, autochiusura.
11 - LA SPIOVA: Copricapo invernale, con paracqua estensibile sulle spalle, tessuti lucidi colorati impermeabili.
12 - L'ASOLE: Zuccotto estivo leggero, con paraluce orientabile, in carta, tela, paglia, alluminio, celluloide, bianco, verde chiaro e azzurro elettrico.
13 - IL PARAVISTA: Visiera da aggiungersi all'ASOLE, per proteggere gli occhi dal riflesso della strada o del cielo.
14 - IL RADIOTELFO: Sorta di casco leggero per viaggio, munito di apparecchio radio-ricevente con auricolari snodati.
15 - LA LUCA: Sorta di mantello invernale, lungo fino ai ginocchi, una sola manica, una tasca, senza bottoni, due costure, tessuto impermeabilizzato a doppia faccia, morbido, leggero, colori cupi e forti.
16 - IL TRIFERMO: Sopratoraco con maniche tubolari fino ai polsi, golettone rovesciabile, tre bottoni, tasche interne, chiuso alla vita, tessuto fitto, sostenuto, colori neutri o misti.
16 - IL TRIFERMO: Sopratoraco con maniche tubolari fino ai polsi, golettone rovesciabile, tre bottoni, tasche interne, chiuso alla vita, tessuto fitto, sostenuto, colori neutri o misti.
Tullio Crali, Giacca sintetica maschile (1932)
Dieci studi di vestiti completi²
acquarello su carta, cm 29 x 34
Tutti i nostri modelli saranno depositati e protetti secondo le leggi vigenti, in modo da assicurarne l'esclusività di confezione e di vendita.
Dalle case di confezione italiane, che comprenderanno l'importanza di questa nostra iniziativa ricca di possibilità commerciali, attendiamo un'intelligente ed effettiva adesione per realizzare e lanciare su vasta scala il nuovo VESTIARIO SINTETICO FUTURISTA.
Ernesto THAYAHT
Ruggero MICHAHELLES
Tonfano
Forte dei Marmi, 20 settembre 1932
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₁ Enrico Crispoli, Il Futurismo e la moda, Ed. Marsilio, 1986, p. 136
₂ Per Tullio Crali all'inizio degli anni trenta il vestito da uomo è immaginato molto sintetico. La giacca senza collo, ha un unico grande «revers» uniformemente (ma diversamente) colorato, che si ripiega a destra, coprendo un taschino portamatite. Il vestito va dalla tinta unita alla doppia tinta, fra pantaloni e giacca. Ma la giacca stessa, in qualche caso, ha maniche diversamente colorate. Sotto la giacca, una camicia chiusa, con un collo a taglio basso, trattenuto da un gemello. Un effetto di grande semplicità e compattezza, e certamente praticità. È un modello di vestito assolutamente quotidiano e comune, che attenua la autorappresentatività polemica, a favore di un coefficiente immaginativo entro una tipologia d'uso corrente. (Enrico Crispoli, Il Futurismo e la moda, Ed. Marsilio, 1986).
a cura di Rames Gaiba
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