8 novembre 2017

MOON BOOTS | MOON-BOOT

Moon Boots (Moon Boot) - locuzione inglese; composto da moon, "luna" e boots "stivale". Termine ormai entrato nell'uso internazionale del linguaggio della moda.

Stivali imbottiti e impermeabili, con suola alta e tomaia di materiale sintetico, voluminosi ed ingombranti ma caldissimi per la spessa imbottitura interna in una specie di gommapiuma (schiuma di poliuretano). La parte esterna è in materiale sintetico (nylon), lucido o opaco, a colori vivaci, oltre al classico bianco e al blu. Non mancano quelli rivestiti di pelo. Riconoscibili per la sagoma della tomaia, i lacci ed i rinforzi su punte e talloni. Ha la caratteristica di essere uno scarpone ambidestro e multitaglia.

Sono usati come scarpa doposcì (prima si usavano le pedule in pelle che però risultavano scomode perché si bagnavano subito) per passeggiare sulla neve.   



STORIA - Il primo modello entra in produzione nel 1970 ma è attorno al '72 che questi scarponi da sci vengono adottati anche in competizione dagli sciatori professionisti. Il modello fu ideato da Giancarlo Zanatta, imprenditore e produttore di un calzaturificio di Montebelluna (comune italiano della provincia di Treviso, in Veneto), che produceva scarpe anti-infortunistiche per i lavoratori delle Dolomiti, li ideò ispirandosi alla calzatura che portavano ai piedi gli astronauti della missione Apollo 11 sbarcati per la prima volta sulla luna.
L'azienda è nata nel 1960 come Calzaturificio Tecnica SpA.
(Tecnica produrrà con i tessuti Mectex¹ i primi Moon Boot). Oggi l'azienda si chiama Tecnica Group e riunisce altri marchi molti noti come Dolomite, Nordica e Rollerblade, ed è il più grande produttore europeo di scarpe outdoor; registrò il marchio nel 1978.


© Immagine: Moon Boot / Tecnica


Anno 1969, Giancarlo Zanatta è a New York per affari. Per 4 giorni consecutivi prende un treno in Grand Central per andare da un cliente in Connecticut. E per 4 giorni, mentre aspetta il treno, rimane incantato dalla gigantografia di un astronauta con un piede sulla luna. 
«Provavo un incredibile fascino per quell’impronta, per lo scafandro che indossava e per quella scritta “We are on the moon”».
Tornato in Italia, continua a essere tormentato da quello “scarpone”. Fa uno schizzo, un altro. Si confronta con un modellista, poi con un altro. Insegue quell’illuminazione. «Ma non avevo nulla»
Ma la mente che ha viaggiato continua a viaggiare, cosi Zanatta trova l’idea. «Ho immaginato fosse di nylon e che mettendo nello scarpone dei vellutini potevo creare uno spessore “comodo e ciccione”. L’ho pensato ambidestro e a calzata multipla»
In 50 anni ne vende 25 milioni di pezzi. Nella nevicata del 1984, 1 milione. Lo hanno indossato i Beatles, Carolina di Monaco. È in esposizione al Moma, alla Triennale.
«Bisnonno contadino, nonno che si inventa calzolaio, io tecnico modellista. Non avevo studiato ma ero curioso. E ci credevo. Con il mio inglese da marciapiede ho girato il mondo e aperto la mente. Ai giovani: siate curiosi». 
(Eleonora Chioda - Caporedattore di Milionaire, 8 Gennaio 2021) 

Alberto, figlio di Giancarlo Zanatta, così spiega questa creazione dell'ingegno made in Italy:

“Mio padre capisce che quello è il futuro ma si rende conto che la plastica è molto più scomoda della pelle, e che è dalla soluzione di questo problema che passa la possibilità di rendere questi nuovi scarponi un prodotto di massa. L'invenzione si chiama Tecnus ed è il primo scarpone da sci di plastica a doppia iniezione, con due durezze diverse a seconda dei punti, per favorire la vestibilità e la comodità. Per introdurre questa tecnologia - racconta ancora Alberto - mio padre è andato a Torino, dalle aziende della subfornitura di Fiat, che facevano gli stampi per i cruscotti e gli interni delle autovetture. 

(Francesco Cancellato - Direttore di Linkiesta, 2 Giugno 2017)
 
Sbarco sulla luna 20 luglio 1969 - Apollo 11 (USA)


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₁ Mectex (Famiglia Fassi), azienda di tessuti di Erba, Como, già dai primi anni '60 mise a punto una serie di lavorazioni di torcitura e termofissazioni in grado di rendere elastiche fibre rigide come il nylon. Nascono i primi tessuti elastici. La Mectex si afferma come leader nei tessuti per abbigliamento tecnico da sci. Fra i grandi marchi del mondo dell'abbigliamento da sci, inizia a utilizzare i tessuti Mectex il Calzaturificio Tecnica. «Il tessuto si chiamava Fortenylon primo tessuto per abbigliamento realizzato con nylon 6.6 alta tenacità e prodotto dalla Snia Viscosa di Cesano Maderno. Fino a quel momento quel filo era usato da Pirelli per le carcasse dei copertoni. Difficilissimo da tingere uniforme. Rigava alla grande ma grazie ai tecnici della tintoria Speri di Merone si arrivò al dunque. Ma non bastava doveva essere anche impermeabile. Sempre in Speri, per la prima volta si spalmò un velo di resina poliuretanica su un tessuto per abbigliamento. Aggiungiamo la Tecnica di Adriano Zanatta che inventò la cabratura. Ecco le eccellenze tessili italiane!» da un commento di Aurelio Fassi, uno dei figli del fondatore della Mectex Carlo Fassi.


Il Moon Boot, dal 2016 riconosciuto dal Tribunale di Milano come opera creativa dotata di valore artistico, sono un simbolo di design riconosciuto a livello internazionale. Nel 2000 il Museo del Louvre di Parigi li scelse tra i 100 simboli del design del XX secolo. E nel 2018 un altro prezioso riconoscimento è arrivato dal Museum of Modern Art - MoMa di New York che ne ha inserito un paio (Moon Boot Classic total white) nella collezione permanente. 


Dalla loro nascita, mostra sui 50 anni, Pitti Uomo 95 (edizione Inverno 1918),
di strada ne hanno fatta! 



08  Novembre 2017
Rames Gaiba
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